Katherine pov's
Le vacanze erano letteralmente volate, ed era già arrivato il momento di partire per Oxford, avevo il volo per Londra alle 17:30, ed iniziavo ad avere l'ansia della partenza caratterizzata dalla costante paura di dimenticare qualcosa e ricordarsene quando ormai era troppo tardi.
«Posso entrare?» mio fratello era sulla soglia della porta con le mani in tasca dondoladoai sul posto.
Si era di nuovo tinto i capelli, questa volta aveva optato per il turchese, devevo ammettere che gli stavano veramente bene di quel colore, si sposava perfettamente con i suoi occhi, oggi di un verde torbido, quasi malinconico.
«Certo, se ti va di aiutarmi» risposi alzando le spalle.
Si mise seduto con le gambe incrociate vicino a me sul grande tappeto morbido nero dove avevo messo l'enorme valigia che stavo finendo di preparare, poggió la sua testa sulla mia spalla sospirando.
«Non posso stare così a guardarti»
Sapevo quanto soffrisse Michael per la mia scelta, non me l' aveva detto esplicitamente per non farmelo pesare, ma non c'è ne era bisogno. Anche per me non era stato facile, ma sapevo - speravo- che fosse la scelta giusta da prendere, non ci eravamo mai separati per così tanto tempo, é vero ci saremmo tenuti in contatto ma non sarebbe stato lo stesso, lo sapevamo entrambi.Poggiai semplicemente la mia mano sulla sua guancia, Michael si accolo ancora di più a me.
«Sai Michael dovresti farti la barba, pizzichi» gli sussurrai tra i capelli lasciandogli un bacio sulla tempia.
«Mio dio Kat perché non stai zitta per una volta, rovini sempre tutto!» borbotto, non potevo vederlo ma avrei giurato che aveva messo su il broncio e quel immagine mi fece scoppiare a ridere.
Micheal si era alzato di scatto guardandomi storto.
«Ma guarda tu, ma cosa ti ridi? C'è poco da ridere rovini sempre i momenti piú sentimentali»
«Scusami, scusami lo so sono un disastro» tentati di sembrare il più convincente possibile ma non riuscivo a smettere di ridere risultando così veramente poco credibile.
«Io me ne vado basta!» Michael alzo le mani al celo in segno di resa avviandosi verso la porta della camera.
«No aspetta! Non lo faccio piu» di slancio corsi verso di lui abbracciandolo «Mi mancheranno questi momenti, mi mancherai tu Miky» non so perché mi uscì quel nomignolo, non lo chiamavo così dalla terza media - se non ricordavo male - da quando aveva detto che Miky era ridicolo ormai, era da bambini, gli avrei rovinato la reputazione chiamandolo così, ricordo anche che al'inizio ci rimasi male perché l'avevo sempre affettuosamente chiamato così.
«Non mi chiamavi così da un sacco» Micheal mi strinse ricambiando il mio abbraccio, poggiando la sua testa sul incavo della mia spalla «mi mancherai anche tu Kat»«Tesoro sei pronta é tardi, devo darti una mano con le valige?» mio padre aveva già iniziato a chiamare dalla rampa delle scale,come era sempre solito fare, odiavo quando iniziava ad urlare delle scale mi metteva più ansia di quanta già non ne avessi addosso oggi.
«No papà tranquillo l'aiuto io» rispose Michael mentre scendeva le scale con la mia enorme valigia rossa, preghai perché arrivasse sano e salvo fino alla fine delle scale senza cadere rovinosamente, sapevo quanto fosse sbadato, ma aveva insito a portarla giù e non aveva sentito alcuna ragione.
Guardai per un ultima volta la mia camera, in perfetto ordine, il mio sguardo andò dal grande letto bianco a baldacchino bianco, alla libreria perfettamente in ordine, fino al muro sopra alla scrivania pieno di foto che avevo deciso di lasciare a casa, chissà quando l'avrei vista di nuovo?
Presi un lungo respiro e raggiunsi gli altri.
Mi aspettavano sul auto nel vialetto davanti casa, salii sul porsche cayenne blu di mio padre, che si affrettò a mettere in moto non appena chiusi la portiera.
«Hai preso tutto tesoro?» mia madre mi guardo dallo specchietto mentre si aggiustava il rossetto
«Si, penso di sì» mormorai cercando di fare mente locale per assicurarmi di aver preso effettivamente tutto.
«Allora possiamo andare Robert» mia mamma chiuse lo specchietto, voltando verso di me rivolgendomi un dolce sorriso all' apparenza ma aveva un velo di tristezza se si osservava meglio, sapevo che per lei era stato un duro colpo e non avrebbe mai voluto lasciarmi andare così lontana ma era stata una mia scelta e non voleva in alcun modo influenzarla.
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Business love affair ||Luke Hemmings
Fanfiction"Ci sono persone che incosciamente crediamo non se ne andranno mai, perché hanno sempre fatto parte della nostra vita, c'erano sempre nei momenti più importanti e nei momenti più brutti. Le diamo per scontate, non ci sfiora mai l'idea che un giorno...