Hard to love [Kacchako]

② Sta' un po' attento!

Uraraka's POV

La mattina dopo avevo deciso di affrontarlo. La mia testardaggine mi portò a pensare di voler battere Katsuki Bakugou in una sfida, un allenamento o qualunque cosa insomma potesse farlo restare a bocca aperta nei miei confronti.

Prima dell'allenamento, nello spogliatoio, indossai la mia tuta blu con le strisce rosse e bianche, le scarpe rosa da ginnastica e i miei polsini neri e bianchi. Ero davvero determinata a sfidarlo! A casa mi ero allenata duramente col mio quirk per mesi.

«Uraraka? Tutto bene?» chiese una voce femminile alle mie spalle.
Mi voltai. Era Yaoyorozu. Risposi con un sorriso. «Sì, certo.»

Yaoyorozu si accigliò. «Sembri più impaziente del solito di iniziare un allenamento.»
«Ah, è solo perché ho intenzione di migliorare.»
E per migliorare, intendevo dire "sfidare Bakugou e sconfiggerlo una volta per tutte"!

«Oh, capisco.» commentò lei. «Ayzawa ci farà migliorare a suon di prediche e corse fino a morire stremati.» ridacchiò.

Deglutii a fatica.
"Chissà se Bakugou sarà disposto a sfidare solo me di nascosto, senza che Ayzawa ci dica come allenarci?"

Momo si stiracchiò, seguita da Tsuyu che emise un sonoro cra!
«Secondo me, sei impaziente di fare qualcosa, Uraraka.» disse la ranocchia col suo tono privo di emozione.

«Eh? Ma no, io...» provai a dire, ma era difficile mentirle.
«Vuoi vedere Deku, vero?» continuò Tsuyu.
Colsi la palla al balzo.
«Sì, ehm... vorrei vederlo allenare, certo.»
Tsuyu sorrise. «Ti piace proprio tanto, eh?»

Mi resi conto solo dopo di essermi data la zappa sui piedi. Era vero. Deku mi piaceva molto e volevo essere proprio come lui, ma stavolta il mio obiettivo era sfidare il biondo mestruato.

«Io... io...» balbettai con le mani avanti. «Ammiro la sua determinazione e schiettezza.»
Tsuyu piegò il capo. «Cra okay.» poi uscì dallo spogliatoio, seguita da Momo intenta a farsi la coda ai capelli neri.

"Mi sarò allenata abbastanza questi mesi? Riuscirò mai ad essere all'altezza di quel biondino?" Pensai uscendo dallo spogliatoio, finché il mio anfiteatro di pensieri non fu interrotto da qualcuno che urtò bruscamente la mia spalla destra.

Katsuki's POV

«Sta' un po' attento!» mi gridò contro la faccia tonda.
«Tsk, eri sulla mia strada!» risposi dandole le spalle.
Era anche vero: non l'avevo urtata intenzionalmente, era lei che mi era venuta addosso. È sempre in mezzo!

Kirishima mi raggiunse sorridendo.
"Che capelli di merda che ha. Mi danno fastidio!"
«Pronto per allenarti, Katsuki?» esclamò euforico.
«Non chiamarmi così, capelli di merda!» replicai chiudendo gli occhi.

«Ehi, tu!» urlò una voce femminile alle mie spalle. Era Uraraka, di nuovo.
"Che cavolo vuole ancora da me?"

Mi voltai.
«Sei disposto a concedermi una sfida?» chiese la faccia tonda, piantandosi davanti a me con fare minaccioso.
Feci un sorrisetto beffardo. «Mi sono stancato delle vittorie semplici. Io accetto solo sfide dignitose e vere!» sottolineai la parola "vere" con una punta di malizia.

«Chi ti dice che, sfidando me, non otterrai una sconfitta umiliante, invece?» replicò la faccia tonda.

"Ostinata la novellina! Sarei tentato di..."
«Nah, voglio allenarmi seriamente oggi.» dissi, mimando le mie mosse per lanciare le esplosioni.

Uraraka si accigliò e serrò i pugni. «Concedimi solo un duello. Per favore!»
Sbuffai. «Hai proprio voglia di essere umiliata davanti a tutta la classe, eh?»

«TI DIMOSTRERÒ CHE POSSO BATTERTI!»
Sgranai gli occhi a quella sua frase, non tanto per ciò che voleva dire, quanto per il tono violento e deciso. Beh, un po' tipo me, con la sola eccezione che, quando urlo io, sono molto più figo!

Poggiai il gomito sulla spalla di Kirishima, che acconsentì a farmi da sostegno. Come se gli avessi chiesto il permesso. Pff, non chiedo mai il permesso per nulla.

«Okay, novellina!» sorrisi malizioso. «Kirishima sarà l'arbitro. Se perdi, sarai costretta a farmi i compiti, lavare la mia biancheria -tuta, divisa scolastica, ecc.- e portarmi tutto ciò che ti ordino.»

Non ne ero sicuro, ma credetti che Uraraka stesse sbiancando. Ne ero quasi divertito! Lei deglutì a fatica e serrò le labbra in una smorfia. «E... s-se vinco io?»

Feci un sorrisetto beffardo e mi avvicinai a lei, sussurrandole: «Non sprecare fiato a dirmi quale sarà la punizione: sappiamo entrambi che vincerò io.»

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