①③ Ora ci sono qui io

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Uraraka's POV

Le forti mani di Katsuki mi tenevano salda per i polsi. La sua bocca aveva appena fatto capolinea sulla mia, facendomi sentire il sapore di omelette. Una delle sue mani mollò la presa sul mio polso sinistro e si posò sulla mia guancia, massaggiandomela.

Sgranai gli occhi sempre più forte non appena la sua lingua chiese accesso alla mia bocca. Il mio respiro divenne irregolare e il mio stomaco divenne sottosopra.

Non appena consentii l'accesso alla mia bocca, Bakugou si spinse in avanti, facendomi toccare la parete alle mie spalle con la testa. Trasalii, ma non mi staccai.

Quei suoi movimenti colmi di foga mi fecero rizzare i capelli. La mia mano sinistra si posò sul petto muscoloso del biondo, ancora attaccato alle mie labbra. Stavo arrossendo... arrossendo veramente!

Quando ci staccammo, Katsuki mi guardò dritta negli occhi e puntualmente persi un battito. Il suo sguardo era così intenso da mandarmi fuori di testa.

«B-Bakugou...» mormorai con gli occhi sgranati.
Lui era arrossito. Di sicuro mai quanto me, ma era già qualcosa.
«P-perché?» balbettai con le lacrime agli occhi.
«Sappi che hai iniziato tu.» grugnì.
«Cosa significa?» chiesi, riferita al bacio.
«Cosa significa per te ciò che è successo ieri!» rispose.
«I-io voglio dimostrati che... che io non sono innamorata di D-Deku...» stavo mentendo, in parte; Deku mi piaceva, ma anche per Bakugou provavo un qualcosa. Quando mi guardava negli occhi era come se il mio cervello non avesse più controllo sul corpo. Venivo ipnotizzata, bloccata...

Bakugou storse il naso. «Se non provi nulla per lui allora... lasciami fare.»
«Cos...?» non mi lasciò finire la frase che Bakugou tornò a fiondarsi sulle mie labbra.

Lo stomaco si riempì di fitte e i miei occhi serrati lasciarono scorrere le lacrime salate lungo il mio viso. Entrambe le sue mani calde fecero capolinea sulle mie guance bagnate, facendomi rabbrividire di piacere. Non lo respinsi, non volevo respingerlo.

Gli diedi il libero accesso alla mia bocca, che subito dopo Katsuki perlustrò con la lingua. Compimmo movimenti circolari con esse, abbandonandoci alla foga del momento e alle endorfine che sprizzavano nel corpo.

Lo scansai per riprendere fiato, ma lui non volle saperne di lasciarmi andare. Tornò nuovamente sulle mie labbra e mi tenne salda per le spalle, troppo violentemente.

«B-Bakugou, piano... mi fai male.» mormorai.
Come se non avesse sentito, Bakugou iniziò a lasciarmi una scia di baci sul collo, facendomi ansimare di piacere. Il suo corpo caldo entrò in contatto col mio. Io avvertii subito una pressione sulla mia gamba da parte sua. Era eccitato.

Cominciai a temere che la cosa gli stesse sfuggendo di mano, in particolare quando la sua mano sinistra iniziò a stringermi violentemente il braccio destro. Lanciai un urletto di dolore. «M-mi fai male!»

Katsuki alzò lo sguardo di scatto, verso di me. I miei occhi rilasciavano lacrime chiare e la mia bocca tremava. In cuor mio, ero davvero imbarazzata.

Singhiozzai, cercando di trattenere le lacrime, a causa del dolore al braccio che piano piano si stava addormentando.

Katsuki's POV

"Cosa ho fatto?"

Allentai la presa sui polsi di Uraraka, rivelando così un segno violaceo su di essi. Imprecai. Avrei voluto gridare!

Uraraka era di fronte a me, in lacrime, il corpo premuto contro il muro. Serrai i pugni e mi trattenni il più possibile dallo sferrare un colpo sulla parete.

«P-perché?» singhiozzò la faccia tonda.
Mi incupii, abbassando il capo. «Perché... perché mi fai andare fuori di testa.»

Lei singhiozzò più forte, tirando su col naso. Aveva le mani tremanti e il viso rosso. Era così adorabile che avrei voluto abbracciarla. Sì, esatto! Abbracciarla! Abbracciarla e dirle che ero un mostro, che non avrei mai voluto arrivare ad innamorarmi di lei.

Mi portai le mani ai capelli e le chiusi a pugno. «Ecco perché odio quando parli con quel merdoso!»

«D-Deku?» chiese lei.
Io annuii.
«Ma... perché io?» balbettò.
«Perché... non lo so!» digrignai i denti. «So solo che mi fai impazzire e che... quando ci siamo sfidati, vederti così decisa a conquistare la rivincita, mi ha fatto scattare qualcosa.» feci una pausa. «Poi ho rammentato che sei innamorata di quel... quell'idiota di Deku!»

Uraraka deglutì a fatica e arrossì di più.
«Quindi, ti lascio scegliere.» sentenziai, cercando di sembrare il più autoritario possibile. «O lui o me. Non sei costretta, anzi. Ma ti avverto: io non sono come lui. Io... io sono un mostro.»

Mi stavo rammollendo. Non avevo mai espresso ciò che veramente pensavo di me stesso. Eppure mi sentivo così, in particolare con lei. Mi ero comportato come un mostro, come un animale. Stare con lei era come quando combattevo o altro, la rabbia non c'entrava; sentivo il bisogno di tenerla al sicuro e di non farle del male.

«Non sei un mostro, Katsuki.» mormorò Uraraka.
Mi venne una fitta al petto quando mi chiamò per nome. «Lo sono eccome! Deku è diverso da me, quindi non sono neanche sicuro che tu possa apprezzare uno come me!»

«Izuku mi piaceva, lo ammetto, ma... sono giorni che anche io provo qualcosa per te, che è perfino più forte di una semplice cotta.» disse, portandosi le mani al viso per asciugarsi le lacrime.

«Dovresti avere paura di me!» replicai. Non era una minaccia, bensì un avvertimento o una curiosità, come per dire "ti ho appena ferita, non ti faccio paura?"

Uraraka scosse il capo. «Tu mi piaci.»
I suoi occhi brillavano. Dio, erano così belli! Neanche io riuscivo a capacitarmi di come potesse provare qualcosa per qualcuno completamente diverso da Deku. Fortunatamente, io e quel nerd non avevamo niente in comune, tranne la passione per gli eroi.

«Sai una cosa?» disse Uraraka facendo un sorrisetto. «Io ho sempre desiderato un fratello maggiore, o chiunque altro, per non essere costretta a mostrarmi sempre caparbia e determinata, perché in realtà...» iniziò a singhiozzare di nuovo. «...in realtà mi sento tanto sola e...»

La sua voce si incrinò. So stava trattenendo dallo scoppiare in un pianto isterico, probabilmente.

Quella sua parte nascosta e bisognosa d'affetto era del tutto scoperta ormai e la cosa mi fece venire gli occhi lucidi. Mi rifiutai di piangere però, quindi feci l'unica cosa che mi venne in mente; la strinsi in un forte abbraccio e le sussurrai: «Ora ci sono qui io.»

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Hard to love [Kacchako]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora