①② Schiaffo

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Katsuki's POV

La mattina dopo mi svegliai di soprassalto, dopo aver sognato strane creature appartenenti ai villain che volevano privarmi del mio quirk. Era così orribile che dovetti metterci almeno cinque minuti per capire che ero al sicuro nel mio letto.

Deglutii a fatica e mi alzai a sedere. La mia mente balzò subito a Uraraka.
"Dove diavolo ha dormito quella?"

Scesi nella sala, con addosso solo i pantaloncini della tuta. Trovai la faccia tonda a dormire beata sul divano, gli occhi tremolanti e le mani accanto al viso. Sembrava così innocente...

"Tsk, potevo offrirle la stanza dei miei. Tanto non torneranno per un po'!" Pensai. "Che idiota!"

Decisi di non svegliarla. Andai in cucina a preparare la colazione e apparecchiare la tavola. Cucinai omelette e riso cotto al vapore, sperando che potessero piacerle. Durante tutta la cottura, non feci altro che ripensare a quel bacio.

"Cazzo, non posso credere che l'abbia fatto davvero!" Spostai l'omelette sulla pentola. "Lei è cotta di Deku dal primo giorno di scuola. Sicuramente mi sta prendendo per il culo!"

Appena il cibo fu pronto, lo servii. Uraraka stava lentamente aprendo gli occhi e sniffando con attenzione l'odore delizioso di omelette e riso.

«Oh?» fece.
La guardai alzarsi dal divano, sfregandosi gli occhi. Rimasi a fissarla, finché non ruppe il silenzio. «Buongiorno.»

Notai che indossava gli stessi vestiti di ieri. Mi ricordai solo allora che casa sua era andata in fiamme e che quindi tutto il suo vestiario e le sue cose personali erano solo un mucchio di cenere. Imprecai per non essermelo ricordato prima.

«Mia mamma ha dei pigiami che possono starti.»  le dissi. «La loro stanza è al piano di sopra, svoltando a destra.»

Uraraka socchiuse gli occhi e si alzò ancora mezza assonnata, lentamente. Barcollò fino alle scale e le salì. «Mh. Grazie.»

Quando tornò in salone indossava una canottiera nera con scritto "cute but psycho" e un paio di pantaloncini bianchi. Deglutii a fatica. Dovevo ammettere che era veramente figa.

Mi tornò in mente la figura di merda fatta il giorno prima, quando mi aveva baciato e abbracciato, causandomi qualcosa di inaspettato. Giurai a me stesso di non permettere che accadesse più una cosa simile!

"Sono stato patetico!"

«Hai preparato tu queste Omelette?» chiese la faccia tonda, sedendosi sul cuscino davanti al tavolo. «Hanno un aspetto invitante!»
«Perché non le hai ancora assaggiate!» mi vantai.

Uraraka fece un grosso sorriso e cominciò a mangiare la sua colazione. La sua espressione era incredula. «Wow, Bakugou! Sono... sono deliziose! Sei un ottimo cuoco, davvero!»

«Sì sì, ora mangia e smetti di parlare!» sentenziai, divorando la mia omelette.
Uraraka non protestò.

Uraraka's POV

Quando terminammo la colazione, Bakugou sparecchiò e sbuffò di rabbia. «Che nervi, oggi avremmo potuto allenarci a scuola e invece siamo sospesi!»

«Già. Magari avrei potuto provare a sfidarti di nuovo!» ridacchiai.
«Pff, non riuscirai mai a vincere contro di me!» replicò il biondino.
«Devo solo migliorare e poi ce la farò!»
Bakugou grugnì e, restando in cucina, guardò fuori dalla finestra.

I suoi capelli biondi si estendevano verso l'alto, mentre dei ciuffi gli nascondevano i lati del volto e un quarto dei suoi occhi cremisi. Quegli occhi mi lasciavano così affascinata da tuffarmici per ore!

D'un tratto, il mio telefono vibrò sul tavolo. Era Deku e mi stava chiamando.

Mi alzai dal tavolo e feci per rispondere, ma Katsuki si fiondò da me. «Chi è?»
«È Deku.» dissi, rispondendo al dispositivo. «Pronto... oh, ehm... ciao, D-Deku!» arrossii. «Sì, va tutto bene, noi stiamo solo...»

Bakugou mi interruppe, agguantando il mio telefono e portandoselo all'orecchio. «Cosa vuoi, nerd di merda?»
«Ehi! Ridammelo, Bakugou!» esclamai, facendomi avanti.
«Non fare finta che ti importi della nostra sospensione!» gridò. «La colpa è anche la tua, merdoso!»

Con uno scatto, andai alla sua destra e cercai di riprendermi il cellulare, ma Bakugou fu più veloce; si scansò dall'altro lato e chiuse la chiamata.

«No, perché?!» gli gridai in faccia. «Mi stava chiedendo se andava tutto bene!»
«Dovrebbe farsi i cazzi propri!»
«Ma è un nostro amico!»
«QUELLO NON È MIO AMICO; È SOLO UN IMBECILLE, E NON GLI PIACI!»

Non so se fu per istinto o un semplice impulso, ma di getto gli mollai uno schiaffone in faccia più forte che potevo. Realizzai poco dopo ciò che avevi fatto e cominciai ad avere paura.

Bakugou gettò la testa di lato dopo lo schiaffo. Poi si voltò lentamente verso di me e mi fulminò con lo sguardo. Non era un'espressione arrabbiata, bensì minacciosa. Lo trovai quasi eccitante!

«I-io... t-te lo sei meritato!» provai a dire, ma lui, con la guancia arrossata, mi si avvicinò, mantenendo il suo sguardo minaccioso.

Cominciai ad avvertire un senso di panico nel petto. Rimasi immobile, mentre lui avvicinava ogni centimetro del suo corpo a me. Feci un passo indietro, poi un altro e un altro ancora, fino a toccare la parete con la schiena.
«B-Bakugou...» balbettai, sudando freddo.

Katsuki mi prese i polsi, impedendomi di usare il mio quirk.
«Smettila!» esclamai. «Perché ti comporti così?!»

Il biondino mi continuava a fissare con quei suoi occhi così lucenti da lasciarmi senza fiato. Se la paura non avesse pervaso il mio corpo, avrei avvertito più intensamente le farfalle che iniziarono a farsi sentire nello stomaco.

Lui strinse più forte la presa e disse: «Ti ricordo che non mi hai ancora convinto, faccia tonda. A te piace quel pezzente, eh?»
«N-NO!» gridai, dimenandomi. «I-io...»

Bakugou ghignò quasi schifato. «Bene, allora convincimi.»
Feci una faccia interrogativa.
«Non fermarmi.» mormorò lui, per poi lasciare che le mie parole mi morissero in gola perché frenate da un bacio pieno di foga, ardore e desiderio.

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Hard to love [Kacchako]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora