"La mamma... brutto mestiere..."

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IMPORTANTE:

La storia NON è la mia. Io la pubblico soltanto qui con il permesso dell'autrice :D (la storia la trovate anche su EFP pubblicata dall'autrice ufficiale).

Pov. Harry

Io e Darcy eravamo diretti verso casa. Avevamo dovuto rimandare il concerto a causa dei giornalisti che ci avevano accerchiato per avere più informazioni dettagliate sulla notizia che mia moglie aveva lanciato per tutto l'aereoporto. Paul era furioso, ma poco mi importava, dato che non era la prima volta che si incazzava nero. E poi, io, avevo una famiglia a cui pensare adesso.

Sorridevo come un totale cretino, accarezzando la gamba di Darcy che, al mio fianco, si era addormentata. I capelli le ricadevano sulle spalle magre e le mani erano poggiate sulla pancia. Le labbra rosse dischiuse, facevano uscire il respiro in piccoli e silenziosi sbuffi d'aria.

"Harry...", mormorò dopo un po', cercando la mia mano.

Strinsi la sua, piccola, fra la mia grande a calda.

"Sono qui...", dissi stringendo le sue dita.

"Siamo arrivati?", domandò assonnata, sbadigliando fortemente.

Sorrisi, mentre parcheggiavo la macchina nel viale della nostra casa.

Darcy si sistemò il vestito poi, aprì la portiera per scendere.

"NO!", esclamai bloccandola per un polso.

"Che succede?", domandò aggrottando le sopracciglia.

"Ti vengo a prendere io!"

"Che?!", esclamò, mentre io correvo dalla sua parte.

Aprii lo sportello, afferrandole le braccia e facendole poggiare i piedi delicatamente a terra.

"Posso sapere cosa stai facendo?!", urlò incazzata.

"Amore... Se fai un movimento brusco rischi di far del male a mio figlio!", esclamai con fare ovvio.

"Harry... Così non potrò nemmeno camminare!"

"Tanto non devi andare da nessuna parte", sorrisi io aprendo la porta e guidandola dentro con delicatezza.

Lei sbuffò sonoramente, levando le mie mani dai suoi fianchi e dirigendosi in cucina.

Afferrò una sedia, alzando una gamba per salirci sopra e raggiungere un libro di cucina.

"NO!", esclamai nuovamente, correndo verso di lei e facendola sedere sul tavolo in legno.

"Harry! Sono in grado di fare queste cose!", disse infastidita.

"Ma è meglio che le faccia io!"

La ignorai mentre sbuffava per la centesima volta.

"Perché vuoi un libro di cucina?", dissi porgendole il manuale. 

Era sempre stata negata a cucinare.

Darcy arrossì violentemente, nascondendo il viso dietro le pagine del libro.

"Amore!", la richiamai scostando il manuale di cucina,"Rispondimi!"

"Io... Voglio imparare a cucinare...", ammise nascondendo la faccia nell'incavo del mio collo.

"Bimba ci penso io", sorrisi accarezzandole la schiena.

"Mmmmh...", mormorò indecisa.

"Ho sempre cucinato io... Non vedo perché devi imparare adesso", continuai per rassicurarla.

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