"Candy"

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IMPORTANTE:

La storia NON è la mia. Io la pubblico soltanto qui con il permesso dell'autrice :D (la storia la trovate anche su EFP pubblicata dall'autrice ufficiale).

"Vuoi una mano tesoro?", mi chiese Anne dal salone.

"No... Ce la faccio da sola!", esclamai allungandomi verso la credenza dei bicchieri in cucina.

Avevo una mano sull'enorme pancione. Respirai velocemente, poggiando l'altra mano sulla schiena dolorante a causa di tutto quel peso che ero costretta a reggere.

"Sicura?"

Anne, la madre di Harry, fece capolino fissandomi con i suoi occhi verdi. Aveva i capelli neri legati in una crocchia veloce ed era truccata e vestita di tutto punto, elegante come sempre.

"Forse una manina mi farebbe comodo", sorrisi sedendomi affaticata.

"Quanti mesi mancano?", chiese prendendo due bicchieri e versando il latte in ognuno di essi.

Poi, prese del cioccolato e lo versò in quel liquido bianco, girando e porgendomi un bicchiere. Amavo quella bevanda e Harry  ogni volta che tornava a casa dopo il lavoro, me la preparava.

"Sei davvero stupenda!", mi sorrise sedendosi difronte a me.

Arrossii, guardando da un'altra parte e pensando a quanto fosse gentile e generosa quella donna... Un po' come Harry, solo che lui era maledettamente cocciuto e ciò giocava a suo svantaggio.

"Mancano due mesi", risposi alla domanda di mia suocera, facendo il numero con le dita della mia mano destra, mentre quella sinistra reggeva il bicchiere a mezz'aria.

"Harry mi ha detto che è una femmina!", sorrise lei bevendo un sorso di latte e cioccolato.

"Si... Volevamo chiamarla Candy", sorrisi ricordando il perché di quella scelta insensata e dolce allo stesso tempo.

*Inizio Flashback*

"Darcy svegliati dai!"

Harry saltò sul letto, levandomi con un gesto secco le coperte da sopra il mio corpo rannicchiato. Borbottai contrariata, affondando la faccia nel cuscino e mettendo sotto di esso entrambe le mani. Avevamo saputo da due mesi che nella mia pancia si trovava una splendida bambina ed Harry era più euforico del solito.

"Avanti amore! Dai!", disse tirandomi per la mano, come un bambino fa con la sua mamma quando vuole andare al parco.

"Perché?!", dissi strofinandomi gli occhi azzurri con le mani.

Ero ancora tutta intorpidita, così Harry mi afferrò da dietro la schiena, facendomi sedere a gambe incrociate difronte a lui. Lasciai cadere la mia testa sulla sua spalla, sbadigliando contro il suo collo fresco.

"Perché questa mattina voglio andare al centro commerciale!", disse afferrandomi il mento e costringendomi così a guardare i suoi profondi occhi verdi che mi imploravano.

Assottigliai gli occhi, guardandolo con curiosità.

"Che c'è?", chiese sorridendo.

"Mi domandavo se avessi la febbre!", esclamai portando una mano sulla sua fronte.

"No!", rise prendendomi la mano e baciandola con le sue labbra rosee e carnose.

"Sei strano... Hai sempre odiato i centri commerciali. Come mai vuoi andarci?", chiesi questa volta io, poggiando le mani sulle sue ginocchia fasciate da un paio di jeans stretti e strappati.

"Voglio comprare le cose per la bambina", sorrise battendo le mani come un ragazzino.

Così, quella mattina, mi ritrovai nel negozio per bambini più grande al mondo. Io ed Harry correvamo da una parte all'altra, con un grande cesto tra le mani pieno di vestitini e scarpine.

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