"Tra mille gelosie"

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IMPORTANTE:

La storia NON è la mia. Io la pubblico soltanto qui con il permesso dell'autrice :D (la storia la trovate anche su EFP pubblicata dall'autrice ufficiale).

Pov. Harry

"Candy! Torna subito qui!", urlai correndo al piano superiore per cercare mia figlia.

Aveva solo cinque anni e già era una peste. Dopo che era nata, avevamo deciso di cambiare casa, prendendone una a due piani e con una stanza in più per lei. Avevamo dipinto le pareti di rosa e comprato dei mobili bianchi con dei fiori lilla, un letto e tanti giocattoli.

"Se ti prendo giuro che ti ammazzo piccola peste!", ringhiai.

Quella mattina Darcy era andata a lavoro ed io ero rimasto da solo a casa con la nanetta che, per farmi svegliare, mi aveva gettato un secchio d'acqua gelata addosso.

"Candy!", la richiamai ancora, entrando nella mia stanza da letto.

Mi chinai sul pavimento, vedendola rannicchiata sotto il letto matrimoniale.La afferrai per una caviglia, cacciandola fuori dal suo nascondiglio.

"Presa!", esclamai levandole la polvere di dosso.

Era cresciuta, non era più quel fagotto che stringevo con una mano.I capelli neri e ricci erano cresciuti fin sotto il sedere e portava una frangetta che le copriva la fronte.Le sue labbra erano sempre rosse, ma ai lati spuntavano delle fossette adorabili.

"Sei insopportabile lo sai vero?", le chiesi sistemandole i capelli dietro le spalle.

Lei mi fece la linguaccia, saltandomi addosso e tirandomi i capelli. La afferrai per la pancia, sollevandola in aria e facendola ridere ed urlare.

"Lasciami! Sei un orco cattivo!", mi picchiò dolcemente, riuscendo a liberarsi dalla mia presa.

"Adesso ti mangio!", ringhiai giocosamente, rincorrendola per tutta la casa.Lei schizzava da una stanza all'altra, così velocemente che ci misi un po' ad acchiapparla. Me la caricai sulle spalle e la buttai sul divano, immobilizzandole le braccia sulla testa.Alzai la sua maglietta, facendole il solletico sulla pancia e mordendola di tanto in tanto.

"Papà! Mi da fastidio!", si lagnò, scalciando finché non la liberai.

"Mi leghi i capelli?", mi chiese porgendomi una molla e girandosi di spalle per farsi fare una coda.

Le pettinai quei ricci, legandoli per bene. Ero diventato un esperto dopo tutte le volte che glielo avevo fatto.

"Papà all'asilo c'è un bambino che mi piace", sorrise lei imbarazzata, nascondendo la testa nel mio petto.

Orrore! Il mio più grande incubo stava diventato realtà.

"Cosa?!", chiesi con voce allarmata afferrandole per le spalle e fissandola nei suoi occhioni verdi.

"Si chiama Lucas ed è sempre molto carino con me", disse torturandosi le manine sudate.

Mi alzai di scatto, dirigendomi in cucina per prepararle la merenda. Se Darcy veniva a sapere che non le avevo fatto mangiare il solito frullato mi ammazzava.

"Papà! Tutto bene?", mi chiese aggrappandosi alla mia gamba.

Era bassa come la madre ed io, in confronto, sembravo un gigante. Lei mi arrivava un po' più sopra il ginocchio e amavo questo fatto. Mi sentivo in dovere di proteggerla come facevo con la madre da tempo ormai.

"Si!", dissi brusco versando il frullato in una tazza e mettendoglielo fra le mani."Mangia tutto che la mamma si arrabbia altrimenti!"

"Mi leggi una favola?", mi supplicò sedendosi su una sedia e iniziando a ingoiare grandi cucchiaiate.

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