Capitolo 5

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Finalmente era sabato e Elia, quello che aveva l'auto con più posti mi passò a prendere alle 9 di mattina.
In macchina c'erano già tutti, io mi misi vicino ad Alex e ci lanciammo occhiate per tutto il viaggio.

Era da tanto che non mi facevo vedere in costume in pubblico, quindi mi sentivo un po' tesa.

« Facciamo un tuffo? » Chiese Francesco dopo che tutti ci eravamo preparati.
« Si, dai andiamo! » esclamò Camilla.
« Noi vi raggiungiamo dopo » disse Bella riferendosi a lei e ad Elia, l'unica coppia del gruppo.

« Nadia! tu vieni? » mi chiesero.
« Si, arrivo subito » risposi.

Io sinceramente non me la sentivo di alzarmi dal lettino e andarmi a tuffare , anche perché c'erano molti dei miei compagni di scuola lì e non volevo che mi vedessero.

Mi stavo facendo troppe paranoie, ma era così, non ci potevo fare niente, ero troppo insicura perciò prima di compiere un'azione mi fermavo sempre a pensare a cosa poteva succedere poi e la maggior parte delle volte mi immaginavo conseguenze negative.

Mentre Alex e gli altri si tuffavano e nuotavano in mezzo a tutta quella gente, io stavo seduta sul bordo della piscina tenendo a mollo i piedi.
« Non ti tuffi? » mi chiese Alex avvicinandosi a me.
« Forse dopo » gli risposi.
Lui mi fece un breve sorriso e abbassò il capo,
« Sai, sei l'unica persona che conosco che viene in piscina per bagnarsi i piedi, non è che non sai nuotare? » disse scherzando
« No no, sì so nuotare, più o meno.. non nuoto da un po' e ci ho perso la mano, ma comunque so fare » dissi.
« Se vuoi ti aiuto a fare pratica.. » e mi rifece di nuovo quel maledetto sorriso, che solo a vederlo mi ci perdevo.
Come cavolo facevo a dire di no ad un ragazzo come lui.
Non mi lasciò neanche il tempo per rispondergli che lui mi prese e mi portò sott'acqua. Mi teneva stretta tra i fianchi.
Ad un certo punto aprii gli occhi e vidi che anche lui li teneva aperti, i suoi bellissimi occhi azzurri che si intonavano con l'azzurro della piscina. Mi fece un breve sorriso e ci guardammo molto intensamente.

Questo momento romantico, sfortunatamente, durò molto poco perché io, come un'idiota, mi feci andare di traverso l'acqua della piscina e a quel punto Alex mi portò subito su, nei margini della piscina, dove si sedette vicino a me.

« Stai bene? »
« Sì sì »dissi tossendo.
Lui distolse lo sguardo verso di me e lo rivolse verso l'orizzonte ridendo.
« Perché ridi? » gli chiesi.
Lui mi guardò e si avvicinò a me lentamente, io rimasi in mobile per qualche secondo poi mi avvicinai anch'io fino a sentire le sue labbra morbide e calde sopra le mie.

Cavolo! Baciava da dio!!

Per un minuto mi sono sentita in paradiso, non volevo più staccarmi, era troppo bello per essere vero.
Anche se eravamo in un posto pubblico pieno di gente, mi era sembrato che non ci fosse nessuno, era come se fossero tutti, ad un tratto, spariti tranne noi due.

Quando si staccò mi sentii per un attimo disorientata, ma poi mi ripresi, giusto in tempo per sentirmi dire « Sei bellissima » da Alex.
A quel punto abbassai il capo e feci un sorriso imbarazzato, poi quando lo rialzai vidi, per mia sfortuna, Vanessa e il suo gruppo avvicinarsi dietro di lui.

Che fortuna, no? Dopo essere stata qualche secondo in paradiso mi tocca tornare all'inferno.

Quando passarono di fianco a noi Vanessa non mi tolse gli occhi di dosso, ci fissammo fino a quando le sue amiche la chiamarono.

Ad un certo punto Alex notò che la stavo fissando e quindi mi chiese confuso,
« Chi stai guardando? »
Io scossi la testa e gli dissi « .. nessuno » poi mi girai e aggiunsi, « ehm.. vado a stendermi nel lettino, vieni con me? » poi mi alzai per dirigermi verso i lettini.

« Che c'è? » mi chiese alzandosi di fretta.
Io non risposi.
« Ehi » disse mentre dolcemente mi accarezzava il viso.
« ...se qualcosa non va non avere paura di confidarti »
« Non ti preoccupare, va tutto bene » risposi con il tipico sorriso finto che facevo di solito quando non volevo che qualcuno si accorgesse del fatto che stavo male.

Quando furono circa le tre del pomeriggio andammo tutti a casa di Camilla per pranzare.

« Nadia ti va di venire a fare serata con noi oggi? »?mi chiesero.
« Sí, certo.. mi piacerebbe molto ma non ho i vestiti adatti »
« Non ti preoccupare, ti posso prestare io qualcosa » disse Camilla.
« V..va bene » balbettai.
« Perfetto, allora sbrighiamoci a pranzare »

Mi misero davanti un piatto di pasta alla carbonara, non sapevo più cosa fare.
Rimasi un po' di minuti a giocherellare con la forchetta tenendo gli occhi fissi sul piatto, dopo un po' incominciai a sentirmi gli occhi addosso.

« Non mangi? Sai, la cucina di Camilla è pessima quindi non ti biasimo » disse Francesco con un tono scherzoso.
« Se ti fa così tanto schifo perché sei qui a mangiarlo? » Rispose Camilla alla critica.
Io feci un breve sorriso poi rispondi alla domanda di Francesco, « No no, sembra molto buono ma.. non ho tanta fame.. » abbassai il capo per concentrarmi su una scusa che poteva essere abbastanza convincete, poi lo rialzai e dissi la prima cosa che mi era venuta in mente « ho fatto una colazione molto abbondante questa mattina »
Ci furono 5 secondi di silenzio poi per fortuna Bella lo interruppe rassicurandomi « Non ti preoccupare, anch'io quando mangio tanto a colazione non riesco a mangiare a pranzo perché mi sento troppo piena »
Poi incominciarono tutti a parlare tra di loro tranne Alex, che mi fissava dall'altra parte della tavola in silenzio.

« vado un attimo in bagno » dissi ad un certo punto.
« Okay , aspetta che ti mostro dov'è » disse Camilla.
« Oh aspetta Camilla, l'accompagno io » si offrì Alex.

« Eccolo »
« Okay, grazie »
« ... prima che entri ti posso parlare? »
« ehm.. facciamo dopo? »
« ...okay, va bene »

Avevo paura che mi chiedesse se avessi problemi con il cibo o cose simili, perché in quel caso non avrei saputo cosa rispondere.

In bagno mi guardai allo specchio per qualche minuto, dovevo ancora perdere un po' di peso, perché così non mi sembrava abbastanza.

Vidi la bilancia e decisi di pesarmi:

"46kg"

Mentre guardavo intensamente quel numero, all'improvviso Alex bussò alla porta: « Tutto bene lì dentro? »
« Sì sì »
« Posso entrare? »
« ...Sì »
Aprí la porta lentamente e mi disse:
« Volevo chiederti se... »
« ... cosa? »
« ... scusa per la domanda ma devo fartela! Soffri di qualche disturbo alimentare, per caso? »
Io rimasi immobile per qualche secondo, non sapevo cosa rispondere. Lo sapevo che me lo avrebbe chiesto.

Vedendo che non rispondevo aggiunse: « Scusa, non dovevo chiedertelo »
« Nono, non ti devi scusare.. »
« ...è che mia cugina soffriva di anoressia e depressione e quindi mi sembrava che tu... »
« ...E ora come sta? »
« ... si... si è suicidata due anni fa »
« ...mi dispiace tantissimo, quanti anni aveva? »
« 14 »
« Oddio, sul serio mi dispiace »
« Non ti preoccupare l'ho già superato più o meno »
« Comunque.. no, non soffro di disturbi alimentari »
-"Ah... ehm.. scusa di nuovo per la domanda, che ne dici se torniamo di là"-
« Va bene »

Si vedeva che stava per mettersi a piangere, stava già male per la cugina quindi non me la sentivo di dirgli la verità.

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