Capitolo 18

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Lara e sua madre erano andati a trovare i genitori di Nadia e io non volevo andarci, non mi sarei sentita per niente al mio agio lì dentro.
Mio padre era a lavoro e io ero in casa da sola, non ero andata a scuola perché tutti sapevano che ero "ammalata", anche se avevo paura che la madre di Lara avesse incominciato a notare che quello che avevo non era un virus allo stomaco come raccontavo, ma qualcosa di più, perché cercavo di evitare in tutti i modi di andare a fare delle visite dal medico e non volevo assumete nessun medicinale.

Stavo seduta sul divano con il cellulare in mano. Volevo chiamare qualcuno, avevo bisogno di aiuto, di qualcuno che mi dicesse cosa fare, come comportarmi perché io non lo sapevo.

Decisi di chiamare Lorenzo e dirgli tutto, rimasi molto sorpresa dalla sua reazione, pensavo che non glie ne sarebbe importato, che avrebbe negato di avermi messo incinta, che dovevo cavarmela da sola e che era un mio problema non il suo, ma invece mi sembrò molto preoccupato è disponibile, disse che era dispiaciuto per quello che era successo quel giorno, ma il danno era fatto ormai e nessuno poteva tornare più indietro, dovevamo sperare solo di andare avanti.

Venne a casa mia e ci rimase fino sera.
« Te ne vai? » gli chiesi.
« Sì, non voglio beccarmi tuo padre »
« Ma è già qui » dissi io.
« Merda! » esclamò preoccupato.
« E se rimani questa notte e domani mattina te ne vai? Tanto hai parcheggiato lontano, non se ne accorgerà »
« Va bene » rispose.

Io e lui avevamo un rapporto un po' strano, alcuni lo definirebbero tossico o instabile, ma era semplicemente strano.
Stiamo insieme dalle medie, è stato il mio primo in tutto, il mio primo bacio, il mio primo ragazzo, e colui con cui ho fatto sesso per la prima volta e ora eccoci qui, dopo tanti alti e bassi, cazzate varie, dovrei stargli lontana, lo so, me lo dicono tutti, ma lui è come una calamita, mi attrae sempre, anche se ci provo è come se avessi continuamente bisogno di lui, infatti è così anche adesso, ora ho bisogno di lui più di ogni altra cosa.

Mio padre lo vedeva come un tossico, una persona pericolosa che mi avrebbe portato solo guai, da quando ero quasi finita in coma a causa dei stupefacenti che avevo assunto quando ero con lui, non ha più voluto vederlo neanche da lontano. E ora che sono incinta di lui, non so come reagirà.

Dormimmo tutta la notte abbracciati, nessuno si insospettì per mia porta chiusa a chiave, perché lo facevo spesso così nessuno mi poteva entrare in camera, era la mia stanza, il mio rifugio, tutti a casa lo sapevano, e non ci dovevano mettere piede.

La mattina dopo prima di uscire aspettò che mio padre se ne andasse a lavoro.

« Vanessa ti posso parlare un attimo? » mi chiese la madre di Lara.
« Sì, certo » risposi un po' impaurita dalla domanda.
« Sei incinta ? » mi chiese senza nessuna esitazione, diretta, senza girarci attorno.
A quel punto mi bloccai, mi stava per scoppiare il cuore, non sapevo cosa rispondere, ma poi pensai che ormai era fatta non potevo nasconderlo per sempre.
« Sì » risposi.
« O mio Dio! » sospirò lei. « Di quanto ? »
« Una settimana più o meno »
« Quando aspettavi a dircelo! Tuo padre lo sa? »
« No, non dirglielo, per favore » la pregai.
« Tranquilla, non sarò io a dirglielo ma tu, ma devi sentirti pronta capito ? »
Io annuì con le lacrime agli occhi.
« Sai chi è il padre ? »
« Lorenzo »
« Oddio! » sospirò nuovamente « Tuo padre non lo sopporterà... allora ti consiglio di dirglielo il prima possibile e poi tutti insieme decideremo che cosa fare, ma devi sapere che la decisione fondamentale sarà solo la tua, capito? » disse e poi mi abbracciò come una madre fa con il proprio figlio anche se io non ero sua.

Mi sentivo più sollevata adesso che un adulto lo sapeva e che mi appoggiava, ora arrivava la parte più difficile, dovevo solo dirlo a mio padre.

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