Capitolo 6

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-"Ehi, sei sveglia?! Oddio, tesoro! Si è svegliata!! Oddio!! Venite si è svegliata"-

Mi risvegliai sentendo questa voce, era mia madre che gridava dalla gioia.

Inizialmente vedevo tutto nero poi incominciai a distinguere le luci che piano piano diventavano meno sfocate
Ci misi un po' per capire dove mi trovavo, vidi mia madre contenta che era affiancata dai nonni e da delle infermiere.

Ad un certo punto le infermiere incominciarono a parlarmi, a pronunciare tante parole che non riuscivo a capire, ma, non so come, in un certo modo percepivo che non dovevo chiudere gli occhi, non dovevo lasciarmi andare un'altra volta.

Il cuore incominciò a battere molto velocemente e io incominciai a sudare e a respirare con difficoltà poi svenni .

Mi risvegliai 5 ore dopo, e la prima cosa che vidi fu l'orologio sopra al muro davanti a me.
Erano circa le 9 di sera, mia madre era ancora lì, seduta di fianco a me; quando vide che avevo riaperto gli occhi sobbalzò e mi sorrise con gli occhi stanchi e gonfi, gli occhi di una persona che aveva pianto e non aveva chiuso occhio per ore o giorni.
Ero ancora attaccata alle macchine, volevo abbracciarla ma non riuscivo a muovermi.

-"Mamma"- la chiamai con voce rauca
-"Si, tesoro dimmi"- rispose sempre tenendo quel sorriso compiaciuto .
-"Che ci faccio qui?"-
A quella domanda non mi rispose, fece un sospiro e si mise a fissare il pavimento.
-"Mamma!"- ripetei insistendo.
Subito dopo entrò il dottore.

Dopo avermi visitato portò mia madre fuori dalla porta per parlarle.
Io intanto incominciai a ricordare, incominciarono a venirmi in mente tanti flashback di periodi che sembravano molto distanti tra loro.
Ma poi, vedendo il calendario, mi ricordai che era passato solo una settimana.
Ero stata in coma per una settimana.

Quando il dottore e mia madre ritornarono nella stanza erano accompagnati da una donna: alta, di corporatura magra, capelli ricci e di un rosso naturale, era molto bella.
Si presentò con il sorriso stampato sul viso; si chiamava Ilaria, aveva 27 anni ma ne dimostrava 10 in meno, e sarebbe stata la mia psicologa fino alla fine dell'estate.
Da lì non riuscivo più a capire.

Quando se ne andarono tutti chiesi a mia madre a cosa mi servisse la psicologa e lei mi rispose:
-"Sei mal nutrita e ti sei appena risvegliata dal coma, dopo 1 settimana a causa degli alcolici Nadia, poi vieni a chiedermi a cosa ti servirebbe una psicologa?!"-
Mentre lo diceva era come se le avessero sparato al cuore, era distrutta; dopo un po' aggiunse:
-"Ti hanno ricoverata. Quindi rimarrai qui fino alla fine dell'estate oppure fino a quando non guarirai"-

Ci rimasi di sasso. Avevo sempre temuto la parola "Ricovero", speravo di non sentirla mai ma invece eccomi qui a scontare la mia pena.

"Alcolici" pensavo ripetutamente nella mia testa. Poi mi venne tutto in mente.

Ero andata una sera alla festa con i ragazzi che avevo conosciuto quest'estate, dove bevvi così tanto alcool, e con il caldo e i giramenti di testa svenni.

Non ho mai retto L'alcool quindi berne di una quantità così eccessiva mi causò questo.

Quando furono le sette del mattino mi risveglia con tutta la mia famiglia al completo, e la cosa che mi sorprese fu vedere che c'era anche mia sorella Laura e mio fratello Mattia lì.

Dopo avere salutato tutti mi chiesero come stavo:
-"Non benissimo"- risposi.
Poi dopo una lunga chiacchierata mi guardai in giro e vidi un mazzo di rose bianche con un bigliettino da parte di Alex e un altro da parte di tutti gli altri ragazzi del gruppo; lessi prima quello dei ragazzi che mi commossero con le loro parole, erano stati tutti molto carini.
Poi lessi il biglietto di Alex: "-Mi dispiace"
C'era scritto solo questo è nient'altro.
Mi sorpresero queste due parole perché non riuscivo a capire a cosa si stavano riferendo.

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