« Vediamo chi interrogare oggi... signorina Sassari, si alzi in piedi per favore e mi dica cosa si ricorda della vita di Giovanna D'Arco »
Merda! Proprio quello che temevo.
Dopo l'ultima abbuffata la sera del mio sedicesimo compleanno ho passato il mese successivo in camera mia.
Piangevo fino ad addormentarmi, dormivo poco, mi scocciava fare tutto, preferivo stendermi sul letto a pensare o a navigare su internet. Studiare non la consideravo più una priorità e mangiare non mi soddisfava più come prima, anche perché meno mangiavo meglio stavo.A scuola cercavo di mostrarmi più indifferente possibile di fronte alle offese e non stavo attenta in classe, avevo sempre la testa tra le nuvole.
Uscita da scuola mi dirigevo velocemente in stazione per prendere il treno e andare a casa, e una volta lì entravo in camera mia e non uscivo più.Mi alzai in piedi lentamente e mi rabbrividii per il fatto che mi sentivo tutti gli occhi addosso.
« Mi dica tutto signorina, l'ascolto » disse la professoressa mentre abbassava lo sguardo su l'agenda dove segnava tutti i voti.
« Ehm... ehmm.. » mi guardai intorno e vidi l'espressione divertita di Vanessa e il suo gruppetto dietro dove era presente pure Lara, poi mi rigirai verso la prof e facendomi coraggio le dissi « Mi scusi professoressa, io non... »
« Vuole dirmi che non ha studiato per oggi? » Mi interruppe lei, alzò lo sguardo e mi guardò dritta negli occhi.
« Ho notato che è molto distratta in questo ultimo periodo Sassari, la scuola finisce tra due mesi quindi scenda dalle nuvole e rincominci ad impegnarsi come faceva all'inizio. »
Mi sedetti lentamente cercando di non prestare attenzione alle risatine dietro di me.L'ora sembrò durare un'eternità.
Quando suonò la campanella la prof mi fece avvicinare alla cattedra e mi comunicò il voto dell'interrogazione e mi propose di recuperarlo la settimana dopo.
Uscii velocemente dalla classe ma mentre mi stavo dirigendo fuori da scuola, Jonah mi fece uno sgambetto facendomi cadere a terra a pancia in giù sbattendo forte la faccia. Tutti si misero a ridere. « #balenaspiaggiata » esclamò Vanessa dopo avermi fatto una foto.
Dopo qualche minuto ebbi il coraggio di alzare la testa e guardarmi a torno, tutti stavano ridendo, poi guardai in basso e vidi una chiazza di sangue, stavo perdendo sangue dal naso.
Nessuno si era preso la premura di venirmi a dare una mano, nessuno si preoccupava di me neppure Lara che se ne stava lì ferma a ridere.Mi alzai di fretta e mi misi a correre fino in stazione, non volevo piangere, volevo solo sparire.
Avevo perso il treno e quindi dovevo aspettare mezz'ora prima che arrivasse il prossimo.
Quindi entrai nel bagno della stazione dove mi guardai il viso pieno di lividi allo specchio e poi scoppiai a piangere.Una volta arrivata in camera mia buttai a terra il mio zaino, mi appoggiai al muro e mi lasciai scivolare con la schiena fino al pavimento, mi appoggiai le mani sopra al viso caldo e scoppiai a piangere di nuovo.
A casa non c'era nessuno, cioè c'era Mattia ma era come se non ci fosse nessuno. Mamma e Papà lavoravano fino a tardi e Luca era ancora a scuola e dopo sarebbe andato dai nonni.
Uscii dalla camera per andare in cucina, Mattia era lì che si stava facendo qualcosa che sembrava un panino, non lo vidi bene perché avevo gli occhi gonfi e vedevo tutto sfocato.
Mi misi i capelli davanti al viso in modo da non far notare i miei lividi a Mattia.
« Hey »
« Ciao » risposi con la voce rauca che mi era venuta dopo aver pianto qualche minuto prima.
« Cosa sono quei lividi che hai nel viso? » mi chiese.
« Sono... niente »
« Dimmelo subito Nadia! » alzò la voce.
« Da quando hai incominciato a rinteressarti di quello che mi succede!!"- gli risposi, poi me ne andai via con le mani piene di merendineMattia era sempre stato protettivo verso i miei confronti, ma in quel periodo non ci vedevamo quasi mai e quindi mi aveva un po' trascurata.
Le merendine me le divorai tutte, una dopo l'altra senza esitare. Stavo cercando di colmare un vuoto, ma non mi accorgevo che il metodo che usavo era quello sbagliato.
Avevo solo bisogno di qualcuno disposto a starmi vicino, ma probabilmente stavo chiedendo troppo.Arrivai all'ultima merendina, la fissai per un po' e mi misi a piangere, la buttai sopra alla scrivania e corsi in bagno.
La chiamano bulimia, no? Quella malattia dove dopo esserti abbuffata te ne penti e cerchi tutti i modi possibili per espellere tutto, il più diffuso è quello delle due dita.
Chiusi la porta a chiave e mi precipitai nel water, mi infilai due dita in bocca fino ad arrivare alla faringe e sentire tutto lo schifo che avevo mangiato salirmi dallo stomaco fino ad uscire fuori dalla mia bocca.
Ripetei questo processo fino a quando non mi sentii libera.Andai davanti allo specchio per lavarmi il viso rosso e gonfio, mi lavai i denti e mi sciacquai la bocca per togliere il sapore amaro.
Mi guardai allo specchio cercando di sorridere e continuare a fare finta di niente, come ero solita a fare. "Domani è un altro giorno" mi ripetei in testa.
Mentre mi asciugavo le mani notai un pacchetto di lamette che probabilmente mio padre aveva dimenticato in questo bagno, strano perché di solito usava il bagno in camera sua.
Presi una lametta e la nascosi sotto il cuscino del mio letto.
Mi stesi a guardare il soffitto e a pensare fino ad addormentarmi.« Svegliati Nadia che sei in ritardo » gridò mia madre.
« O santo cielo! come ti sei procurata quei lividi? »
« Mamma posso non andare a scuola oggi? » le chiesi.
« Cosa ti sei fatta al viso? » insistette.
« So..sono inciampata » balbettai.
« Che sbadata, alzati subito e vatti a preparare che se no arrivi tardi a scuola!»
« Mamma posso non andare a scuola oggi?! » ripetei.
« Perché tesoro? » mi chiese.
« Sono solo stanca »
« Fammi un favore! Oggi tu a scuola ci andrai » se ne andò e io sbuffai.Non volvevo andare a scuola, volevo solo rimanere da sola immersa nei miei pensieri.
Mi alzai e andai in bagno.
Mentre cercavo l'asciugamano per asciugarmi il viso inciampai sulla bilancia e pensai di pesarmi.
La bilancia segnava 82kg, ero riuscita a calare un po' di peso ma avevo ancora molto da perdere se volevo arrivare ad avere il corpo che desideravo.« Nadiaa!! » gridò mia madre avvicinandosi al bagno, spalancò la porta ed esclamò -"Hai perso il treno quindi dovrò accompagnarti io a scuola. Sbrigati che se no mi fai arrivare tardi a lavoro !"-
Io la guardai negli occhi e le dissi con voce decisa -"Mamma io oggi non ci vado a scuola"-
Lei fece una smorfia e incrociò le braccia, -"stai scherzando? Ti ho detto che oggi devi andare a scuola!"-
-"Lo so, ma io non ci voglio andare"-
Lei rimase ferma a fissarmi per qualche secondo poi disse,-"Okay, fai come vuoi, perché se devo starti dietro rischierò di arrivare tardi a lavoro"- poi se ne andò.Aspettai che la casa si svuotasse per uscire finalmente dalla mia stanza.
Non sapevo che fare, girai per un po' per casa cercando qualcosa che mi potesse interessare ma non trovai niente, quindi decisi di entrare nella stanza di Mattia, era bello frugare nelle sue cose.Gli fregai una maglia e una felpa, tutte e due molto larghe. Senza volere, trovai la scatola dei preservativi dove dentro teneva anche le sigarette e l'erba.
Decisi di prendergli una sigaretta e andai in cucina a cercare un accendino, poi mi misi a sedere in giardino e l'accesi.
Volevo provare, era la prima volta e volevo vedere che sensazione mi dava.Inizialmente il fumo mi era andato di traverso ma poi ci avevo preso la mano. Era come se tutti i tuoi problemi uscissero a forma di fumo, mi rilassava.
Mentre guardavo la televisione in soggiorno mi ricordai del brutto voto che dovevo recuperare, quindi visto che non avevo intenzione di andare a scuola questa settimana, andai a studiare perché il lunedì dopo mi avrebbe interrogata.

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Skinny Love
RomansaMi sentivo in colpa, come se stessi commettendo un omicidio; beh, in effetti era così, stavo uccidendo me stessa senza accorgermene...