Capitolo 10

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Passarono due settimane e i miei decisero che era arrivata l'ora di farmi tornare a scuola.

Mi svegliai molto presto. Era novembre e faceva molto freddo fuori, così tanto che neanche tutte le cose pensanti che mi ero messa non bastavano per riscaldare le mie ossa.

In quest'ultime settimane persi un po' di peso, ma senza sforzarmi, non riuscivo più a magiare, passavo giornate intere senza neanche sentirla la fame.

Il fatto che avevo scoperto che i miei erano diventati molto amici con i genitori di Alex e che per questo me lo avrebbero lasciato vedere, mi rasserenò. Io e Alex avevamo incominciato a vederci quasi tutti i giorni, pure Luca, il mio fratellino, lo adorava e ormai dava più attenzione a lui che a me.

Quella mattina fu un trauma; a scuola non cambiò nulla, tutti mi fissavano e notavano i miei dieci chili in meno, mormoravano tra loro cose del tipo "guardatela! Sembra uno scheletro" "mi fa pena" "vorrei essere come lei" "troppo magra" "che bel fisico" ; una parte di me lodava questo fatto ma l'altra si vergognava.

Pure il preside e i miei professori erano venuti a conoscenza della mia condizione.

Io continuai a camminare velocemente verso la mia classe, non vedevo l'ora di togliermi tutti quegli occhi di dosso.

Quando arrivò Lara in classe, si precipitò subito verso di me e mi abbracciò e si scusò per quanto era successo.
« Non ti preoccupare, non centri... » la tranquillizzai.

Quel giorno dovetti recuperare la verifica di scienze, mentre mi alzavo per andarlo a prendere, tutti in classe, compresa Vanessa, incominciarono a mormorare e a guardarmi male, la professoressa intanto mi prese da una parte e mi sussurrò « Sei sicura? Se vuoi te la faccio fare la prossima volta? »
« No, tranquilla.. posso andare a farla fuori dalla classe? »
« Sì, certo » mi disse, io le feci un breve sorriso e andai a sedermi nei tavolini fuori dalla classe, mentre sentivo quei mormorii aumentare.

Non riuscivo a concentrarmi, non avevo studiato e non sapevo niente.
Avevo un forte mal di testa e tantissimi pensieri per la mente, mi era già salita la voglia di tornare a casa e di allontanarmi da tutta questa tensione. Misi crocette a caso e poi entrai in classe per consegnare la verifica alla professoressa.

Quel lunedì avevo anche due ore di scienze motorie, ma non potei farla perché i miei genitori mi avevano fatto la giustificazione, ma in cambio dovevo studiare la teoria mentre i miei compagni di classe facevano la pratica.

« Nadia, ti vedo dimagrita » mi si rivolse preoccupata la professoressa alla fine della lezione.
« Si, un po' » risposi imbarazzata.
« Sai che ci sono se hai bisogno »
« No, non si preoccupi, sto bene » le risposi. Non avevo bisogno di un'altra psicologa, i miei mi avevano già trovato una professionista con cui avrei iniziato a vedermi una volta al mese dalla prossima settimana.

Il mio mal di testa aumentava, passai le ultime due ore accosciata sul mio banco e a ripetere tra me e me "ma chi me l'ha fatto fare!". Questa scuola non mi piaceva, la odiavo! L'unica cosa che volevo era tornare a casa e vedere Alex, che era l'unica persona che mi faceva stare bene.

I giorni successivi, a scuola si la situazione rimase sempre la stessa: persone che mi giudicavano per ogni cosa che facevo, alcuni ragazzi mi invidiavano altri mi spregiavano, facevo pena a molti insegnanti e ragazzi, mentre Lara era l'unica che mi trattava come una persona normale.

A casa, mia madre incominciò a pesarmi una volta alla settimana e ad annotare tutto in un' agenda; il dottore le aveva raccomandato di tenermi più sotto controllo e di assicurarsi che io assumessi tutti i medicinali assegnati e abbastanza calorie al giorno.

Questo mi stette bene per un arco di tempo molto breve, anche perché incominciai a notare che lei non aveva più tempo per se stessa, il lavoro e il pensare a me la rendevano più stressata e questo mi faceva stare molto male, mi faceva sentire come un peso, quindi incominciai a cercare di soddisfarla mangiando un po' di più, ma il mio peso non aumentava, anzi, si abbassava sempre di più. Non potevo più usare la bilancia perché i miei l'avevano nascosta, ma lo capivo guardandomi allo specchio che stavo diventando sempre più magra e avevo paura di finire nuovamente ricoverata.

Un giorno, Lara venne a casa mia, mentre parlavamo del più e del meno, notai sopra al tavolo della cucina dei fogli che attirarono la mia attenzione.
« Che guardi? » mi chiese Lara vedendomi concentrata.
« Ehiii » insistette, poi mi prese i fogli dalle mani e incominciò a leggere.
« I miei mi vogliono ricoverare » le dissi con un tono di voce apatico.
« Lo sapevo, si sono stancati di me » aggiunsi.
Lei non seppe cosa dire e quindi mi domandò
« Dove? »
« Lontano da qui probabilmente » le risposi, poi mi allontanai e andai al piano di sopra. Lei mi seguì in camera, ma devise di tenere le distanze da me, perché pensava che non avessi bisogno di affetto in quel momento.

Dopo qualche minuto, mi disse « Lo sai che Vanessa ti invidia adesso? »
« Perché dovrebbe? Pensavo che le facessi schifo » le risposi.
« Ti guarda male solo perché è gelosa »
« Mi dispiace per lei, sul serio »
« Perché? »
« Se sapesse la realtà che sto vivendo cambierebbe idea »
« Visto che è ingrassata, vorrebbe sapere come tu abbia fatto a perdere così tanto peso in neanche un anno »
Io sospirai e lei mi sorrise, poi mi chiese, prendendomi una mano « Stai bene ? »
« Sì »
« Dia seriamente, stai bene? »
Io non risposi, le lacrime incominciarono a scendermi piano piano una dopo l'altra, Lara si avvicinò e mi abbracciò stando attenta a non stringermi troppo per non farmi male, « Andrà tutto bene » mi sussurrò.

« Hey, ti va di fare una festa? » mi chiese, dopo una mezz'oretta per cambiare discorso.
« No, sarebbe una cosa troppo imbarazzante » le risposi.
« Perché? Dia non so quanto tempo passerà prima di rivederti, voglio avere un bel ricordo di te »
« Dal modo in cui l'hai detto sembra quasi che io stia per morire » le dissi sorridendo.
« Dai, hai capito, voglio passare una serata divertente con te »
« ...e se facessi una serata tranquilla a casa mia con te e Alex? »
« Okay, ma dovrei fare la terza incomodo, può venire anche Jonah?»
« Sai che non mi piace il suo carattere »
« Okay » sbuffò.
« Va bene, potrà venire... Invito anche degli amici che ho conosciuto quest'estate »
« sono simpatici? »
« Sì.. sono un po' come te, vogliono divertirsi, fumare, fate cazzate varie »
« Perfetto »

Quando arrivò mia madre a casa gliene parlai, lei mi disse che insieme a mio padre avevano già prenotato una visita per farmi vedere e poi ci avrebbero detto quando dovevo iniziare.

Era come un incubo, sapevo di non essere la figlia perfetta, ma non pensavo di essere così un peso per i miei genitori, la figlia uscita male, quella che dava sempre tanti problemi, quella meno intelligente, ma poi realizzai che in realtà era così, ero un disastro, forse facendomi andare in quel posto si sarebbero sentiti meglio, più liberi.

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