Capitolo 3

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L'interrogazione andò benissimo, non presi il massimo ma 8 mi bastava.

Quel giorno avevamo educazione fisica e io ero terrorizzata perché dovevo sfogliarmi davanti a Vanessa, Ludovica e Sofia.

« Che schifo! » sentii una voce provenire da un angolo dello spogliatoio accompagnato da delle risatine e da altri sussurri, non mi girai per vergogna poi sentii di nuovo un'altra voce « Sport ? A quella servirebbe un miracolo per dimagrire » diceva, e poi si aggiunsero altre risate.

Io feci finta di non ascoltare e continuai a cambiarmi per la lezione.

Più il mio peso diminuiva più le prese in giro aumentavano. Incominciai a pensare che non fosse il mio peso il problema, ma io.
Loro mi avevano preso di mira e anche se cercavo di migliorarmi riuscivano lo stesso a trovare un pretesto per ferirmi.
Loro mi facevano sentire uno schifo, un'inutilità, uno scherzo della natura, un' ingenua a pensare che dimagrendo sarei diventata di colpo più bella, più sicura di me stessa, più felice.

Dopo aver sofferto di bulimia per un po' di tempo decisi di smettere di mangiare completamente.

69kg segnava la bilancia, avevo perso molto peso ma non mi interessava più di tanto, dimagrire non era più il mio unico più grande obbiettivo perché tanto avevo incominciato a dimagrire senza accorgermene, l'unica cosa che mi interessava era cercare qualcosa che mi potesse rendere felice di nuovo, qualcosa oppure qualcuno.

Due giorni prima della fine della scuola svenii in classe. Con il malessere, il caldo e la malnutrizione, mentre mi alzavo per andare a buttare un pezzo di carta nel pattume mi sentii male, la testa girava, vedevo tutto nero e sfocato e caddi a terra. Mi risvegliai in una stanza molto illuminata.

All'ospedale mi venne a prendere mia nonna che mi portò a casa sua dove c'era pure Luca.

« Hai fame? » mi chiese la nonna.
« No nonna, grazie. »
« Il dottore ha detto che sei malnutrita, devi mangiare »
« Nonna non ti preoccupare, sto bene così. Quando mi verrà fame preparerò qualcosa io » le dissi con la consapevolezza che non l'avrei fatto.
« Va bene.. Comunque io vado a dormire. Badi tu a Luca? »
« Si si, non ti preoccupare »
« ah già, ci sono dei biscotti nel forno, dopo me li tiri fuori? »
« Okay nonna, buona dormita »
Mi diede un bacio nella fronte poi se ne andò di sopra.

Dopo poco tempo pure Luca si addormentò, quindi mi ritrovai da sola senza niente da fare.

I biscotti erano pronti. Li tirai fuori dal forno. Erano i miei biscotti preferiti e la nonna lo sapeva, con le gocce di cioccolato a cui si doveva aggiungere un po' di panna sopra.
Appena li vidi mi incominciò a brontolare lo stomaco, l'odore era molto invitante.

Resistetti per poco e decisi di prenderne uno. Mordevo pezzettini piccoli e li masticavo molto lentamente. Non volevo mangiarli ma allo stesso tempo volevo divorarli. Ne mangiai tre poi mi fermai perché mi stavo sentendo male.

Non volevo rigurgitare quei biscotti perché odiavo farlo, mi ero ripromessa che non avrei mai più vomitato apposta.

I miei non furono molto sorpresi quando vennero a sapere del mio svenimento. Ma cercavano comunque di ricoprire il loro ruolo da genitori preoccupati.

Quando ho incominciato a perdere peso loro erano molto orgogliosi di me, perché pensavano che io avessi deciso di cambiare vita, di dedicarmi più me stessa, ma non mi avevano mai chiesto la vera ragione della mia perdita di peso.

« Ho sentito dire che faranno una festa l'ultimo giorno di scuola, ci andrai? » mi chiese mia madre sedendosi di fianco a me nel bordo del mio letto.
« No, non mi piace frequentare quelle cose"-
« Ehm, okay... Sei sicura di non volerci andare a scuola? »
« Si mamma, ho.. ho solo bisogno di tempo per riprendermi e stare in mezzo a tutte quelle persone non mi aiuterà.. poi ho già preso tutti i compiti »
« Va bene... comunque, se ne vuoi parlare ci sono »
« Okay mamma »
Ci fu un minuto di silenzio poi lei aggiunse,
« Io e tuo padre quest'estate vogliamo andare per due mesi in Brasile »
« Wow, bella cosa » dissi con un finto entusiasmo.
« Volevamo passare un po' di tempo insieme e da soli »
« Quando precisamente? »
« Da Giugno a Luglio.. e.. non ti devi preoccupare, Mattia sarà in viaggio, Luca starà dai nonni e non ti potrà dare fastidio e.. tu.. potrai anche tu stare dai nonni se vuoi »
« Si, certo.. »
« Okay, buona notte » disse facendomi un sorriso.

Rimasi seduta a pensare per un po', poi mi ricordai della lametta che avevo nascosto sotto il cuscino. Non volevo tagliarmi, non me la sentivo, non ero troppo 'coraggiosa per farlo'.

L'estate iniziò di merda e sapevo che sarebbe finita peggio, non ero molto ottimista.

Vivevo in camera mia ormai.
Vedevo su Instagram ragazzi postare nei loro profili e nelle loro stories foto e video in piscina, al mare o in posti meravigliosi e lontani, mentre io l'unica cosa che potevo ammirare era la vista dalla mia finestra da dove usciva entrava molta luce.
Volevo anch'io andare a divertirmi ma non me la sentivo.

Da qualche sera avevoincominciato a notare un gruppo di ragazzi nel campetto davanti a casa mia che fumavano e bevevano fino a tardi.

Una sera mentre ero seduta sopra alla finestra uno di loro mi notò, si girò a fissarmi e io imbarazzata mi allontanai subito da lì. Mi stesi sul letto e mi addormentai.

« Nadia preparati che oggi ci aspetta un po' di shopping » mi sveglió mia madre.
La settimana dopo lei e mio padre dovevano partire quindi oggi voleva passare una giornata insieme a me per cercare di riallacciare il nostro legame tra madre e figlia.

Mi alzai lentamente e andai dritta in bagno. Mentre mi asciugavo i capelli mi fermai a guardarmi allo specchio.
Il mio fisico era diverso, mi si vedevano tantissimo le ossa in tutto il corpo, era sparita la pancia, le mie gambe non si toccavano e le cosce non strusciavano più tra loro quando camminavo provocandomi irritazioni. Potevo dire di essere magra.

Mi pesai e la bilancia segnava 54kg e per una ragazza alta 169 cm non era poco.

I vestiti nell'armadio mi stavano troppo grandi e quindi mi misi dei pantaloncini che indossavo quando avevo 5 anni con sopra una maglia nera di Mattia che quasi quasi mi arrivava alla ginocchia.

Di solito odiavo fare shopping ma ora ero emozionata, mi era salita un po' l'autostima e non vedevo l'ora di entrare in un negozio e non preoccuparmi di non trovare la mia taglia, oppure indossare un paio di pantaloncini senza essere guardata male. Non vedevo l'ora di entrare in quei negozi e prendere tutto quello che mi piaceva.

« So da quanto tempo volevi farti i capelli di biondo platino quindi oggi oltre a fare shopping avevo in mente di fare un salto dal parrucchiere... e intanto che ci siamo possiamo anche andarci a coccolare un po' dall'estetista. Che ne dici? »

Io la guardai a bocca aperta, stavo impazzendo dalla gioia, era da qualche anno che volevo farmi i capelli color platino e quasi non ci credevo che mia madre mi avesse finalmente dato il consenso.

Cambiare colore dei capelli sarebbe stato un inizio, mi avrebbe permesso di iniziare un altro capitolo della mia vita, mi avrebbe fatto sentire una persona nuova, diversa.
Dovevo perdere solo qualche altro chilo poi sarei stata soddisfatta.

Comprai molte cose, tra cui pantaloncini, magliette e scarpe. Ma la cosa che mi sorprese furono i bikini. Io ho sempre odiato indossarli, mi facevano sentire insicura e disgustosa, se non fosse stato per mia madre io quei cosi non gli avrei manco toccati.

« Preferisci pranzare prima o dopo essere stata dal parrucchiere? » mi chiese mia madre.
« Per me è uguale... magari dopo, ora non ho tanta fame »
Lei mi guardò come se stesse per dire qualcosa ma poi mi diede le spalle e disse « Va bene. Aiutami a portare le sportine in macchina »

Dal parrucchiere andò benissimo, mi tagliò i miei lunghi capelli castani fino alle spalle, poi me le tinse di biondo platino.

Dall'estetista invece mi feci fare le unghie azzurre, il mio colore preferito e la ceretta un po' dappertutto.

Mi sentivo una persona nuova ma sapevo che questa felicità sarebbe durata poco, sapevo che da un momento all' altro qualcosa o qualcuno mi avrebbe fatto spegnere il sorriso di nuovo.

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