Ero seduta sul divano con Alex, i miei non c'erano quindi avevamo deciso di vedere un film è passare una tranquilla serata insieme.
Io contrariamente agli altri giorni in sua compagnia, stavo zitta e lui notò subito che qualcosa non andava.
« Che hai? » Mi chiese appoggiandomi una mano sulla gamba.
« Niente » risposi.
« Nadia dimmelo! » esclamò.
« I miei vogliono ricoverarmi » gli risposi.
Lui alzò il capo, distorcendo lo sguardo da me e sospirò.
« Cosa? » gli chiesi confusa.
Lui rispose scuotendo la testa e mordendosi le labbra morbide, facendole diventare rosse.
« Che c'è?... Lo sapevi già? »
Lui sospirò nuovamente, ma questa volta si girò verso di me « Sì » rispose diretto.
Io lo guardai un po' delusa e arrabbiata, volevo rispondergli ma non mi uscivano le parole.
« I tuoi avevano in mente di mandarti lì già da moltissimo tempo » mi spiegò.
« Nadia lo fanno per il tuo bene » aggiunse.Io mi alzai dal divano e andai in cucina a bere un po' d'acqua, lui mi seguì e vedendo che cercavo di evitarlo mi disse « Nadia! Perché ti comporti così? » io non gli risposi.
« A volte sembri proprio una bambina! » esclamò per farmi innervosire.
« Scusami, stiamo parlando di un ricovero che probabilmente durerà mesi! Tu non sai cosa si prova a stare rinchiusi lì dentro. Ho già vissuto questa esperienza e non è servito a niente ! »
« Io non so cosa si prova a stare lì dentro, ma tu non sai come si sentono le persone che ti stanno vicino nel vederti così! Ti stai facendo trasportare da questa malattia! »
« Non so malata! Sto benissimo ! » gridai.
« Pensi che non sappia cosa sia questa cosa? Tu lo sai che mia cugina si è suicidato per tutto questo! Quindi smettila di fare i capricci e smettila di cercare di negare la realtà! » disse.
Io nonostante volessi essere comprensiva, non so perché ma mi innervosii di più, quindi abbandonai Alex in cucina per andare in camera mia.
« Nadia! » mi chiamò.
« Hey... smettila di piangere, capito? » mi disse dolcemente.
Io annuí mentre cercavo di asciugarmi le lacrime sul viso.
« Non ti lascerò mai » aggiunse, poi mi prese e mi abbracciò.
« E ora che ne dici se torniamo a vedere il film? » mi chiese facendomi un sorriso, io annuii nuovamente e poi lui mi prese in braccio e mi riportò sul divano.Le mattine successive sembrava che andassi a scuola solo per riscaldare la sedia, non facevo niente, ma non lo facevo apposta, non riuscivo a stare attenta, era come se entrassi in un'altro mondo. Ero sempre assonata, continuamente stanca ma non riuscivo a dormire la notte, però spesso mi coricavo sul banco.
A casa provavo a mangiare ma non ci riuscivo.
Prima mi sforzavo a digiunare ma piano piano incominciò a venirmi naturale. Volevo prendere un po' di peso per cercare di far cambiare idea ai miei sul mio ricovero, ma sembrava più difficile di quanto pensassi, più che ingrassare dimagrivo sempre di più.Il giorno della visita ero in ansia, stavo andando da uno degli specialisti italiani in questo campo. Fuori pioveva tanto e io stavo morendo di freddo.
Andai lì con addosso i pantaloni della tuta nere e una felpa molto larga, pesante e bianca, con sotto i leggings e tre maglie, poi sopra mi misi una sciarpa e la giacca di pelliccia, un berretto in testa e le timberlands ai piedi, avevo incominciato a vestirmi così da più di un mese ormai, ma nonostante tutto sentivo costantemente freddo.« Nadia Sassari?» mi chiamò un infermiera.
« Eccoci! » rispose mio padre con entusiasmo.
Io intanto me ne stavo ferma come una statua, pallida a fissare il vuoto, con gli auricolari alle orecchie.
« Andiamo » mi accarezzò la spalla mio babbo.Prima di entrare nell'ufficio del dottore un infermiera mi doveva pesare. Ero un po' nervosa, c'era mia madre e mio padre lì che mi fissavano preoccupati e ansiosi di vedere il numero.
"35,4kg"
Alzai lo sguardo verso lo schermo e i miei occhi si spalancarono da soli, poi incominciai a sentire mia madre singhiozzare dietro di me, non volevo girarmi, non volevo incrociare i suoi occhi o quelli di mio padre, mi vergognavo troppo.
A me non sembrava di essere così tanto magra, le mie gambe erano ancora morbide e grosse, avevo ancora un po' di pancia, le braccia grosse e il viso paffuto, come facevo a pesare 35 kg? Non era possibile? Ero ancora in carne, mi accorgevo che stavo dimagrendo ma non pensavo che la situazione fosse così grave.Dopo avermi pesata mi fecero fare vari esami, poi venne a presentarsi il dottore che mi doveva seguire.
« Buon giorno! » esclamò porgendo immediatamente la mano destra ai miei genitori.
« Buongiorno » risposero entrambi, stringendo uno alla volta la mano del dottore, che subito dopo incominciò a farmi presente i risultati finali degli esami, quanto quest'ultimi dessero risultati molto gravi e che a causa di questi mi sarebbe servito subito un ricovero.Ci portò nel suo ufficio, io camminavo mantenendo il capo basso, contavo le piastrelle bianche e lucide, illuminate dalle luci bianche nel soffitto.
Ci fece accomodare e incominciò subito ad introdurre il tutto: mi avrebbe dato una stanza mia all'interno della struttura, avrei avuto a disposizione oltre a lui anche una dietologa, delle infermiere e una psicologa, poi aggiunse anche che non sarei stata sola e che lì dentro avrei trovato altri ragazzi che soffrivano non solo di anoressia, ma anche di altre malattie più o meno gravi.
I miei erano molto eccitati per questa opportunità dato che non in molti riuscivano ad entrare a far parte di questa struttura, per loro era come "un occasione da non perdere", ma per me era come se mi volessero privare della mia libertà, perché avrei dovuto stare rinchiusa all'interno dell'ospedale, non avrei più potuto vedere Lara frequentemente e avevo paura di essere rimpiazzata con un altra ragazza da Alex.
« Quando è previsto l'inizio di questo terapia? » Chiese mia madre.
« Nadia ha un urgente bisogno di un ricovero, quindi propongo di trasferirla nella struttura già da domani »
« No, la prego... » interruppi il dottore e poi aggiunsi « Vorrei almeno passare queste vacanze a casa con la mia famiglia »
« Nadia non possiamo lasciarti due settimane a casa, hai urgente bisogno di aiuto »
« Ma se le promettessi che in queste due settimane mi impegnerò a mettere su peso, mi lascerebbe ? »
« Nadia non sei la prima paziente che lo dice e non sarai l'ultima. Sappiamo già come va a finire. Mi dispiace sul serio, ma non posso permettermi di lasciarti per così tanto tempo a casa. » disse con tono deciso ma allo stesso tempo morbido e delicato.
Ero nervosa, non ci potevo credere! Non avrei neanche avuto l'occasione di godermi la vacanza che aspettavo da mesi, non avrei neanche avuto il tempo di passare al meglio un po' di tempo con Alex e Lara.« Dottore, per favore le dia almeno una settimana » disse mia madre vedendo quanto ci stavo male, intanto c'era mio padre che controbatteva « Tesoro, Nadia è ammalata, il dottore ha detto di portarla qui domani, lo fa per il suo bene »
« Ma tu non ti preoccupi mai del benessere di tua figlia! Lo so che è malata ma sta molto male anche emotivamente ma a te di questo non ti è mai importato! »
« Mi stai dicendo che non mi preoccupo di mia figlia! È mia figlia! Se non mi fosse importato nulla di lei non l'avrei portata qui! »
« Se ti fosse importato di lei non ci troveremo qui adesso!... »
Io mi trovavo seduta in mezzo ad entrambi mentre guardavo imbarazzante il dottore.
Prima che la situazione degenerasse definitivamente il dottore li interruppe affermando « Una settimana potrebbe andare bene, però non possiamo darle di più » poi aggiunse « Ma dovrò prescriverti alcuni integratori d'assumere in questi giorni »
« Va bene » dissi io sorridendogli.
« Grazie dottore » Ringraziò mia madre.
« Grazie mille » disse mio padre.Nel tragitto per tornare a casa i miei litigarono tutto il tempo, era frustrante sentirli anche con le cuffie con il volume al massimo. Litigavano per me e questo mi faceva sentire in colpa ma allo stesso tempo mi faceva arrabbiare tanto.
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Skinny Love
RomanceMi sentivo in colpa, come se stessi commettendo un omicidio; beh, in effetti era così, stavo uccidendo me stessa senza accorgermene...