Capitolo 15

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« Buon giorno Nadia » Entrò Lucia dalla porta della mia attuale camera, credo.
Ero appena uscita dalla doccia e avevo i capelli bagnati.
« Dormito bene ? » mi chiese mentre mi metteva a posto i medicinali.
« Sì... a cosa servono quelli ? » chiesi rivolgendomi alle medicine.
« Servono per aumentarti la sensazione di fame »
Io feci uno sguardo un po' scettico.

« E devo berle con l'acqua o... »
« Devi assumerle ad ogni pasto, se ti piace di più puoi mischiarle con il cibo » Disse.
Io feci una smorfia e lei mi sorrise.
« Comunque devi bere questo prima di fare colazione. Tranquilla se lo ingoi tutto subito non lo sentirai neanche il sapore »
« Devo berlo ogni mattino ? » Le chiesi dopo averlo ingoiato, sembrava di bere zucchero.
« No, solo una volta alla settimana » mi rispose. « Hai già mangiato? » mi chiese.
« Non ancora »
« Mi sono dimenticata di darti il foglio da compilare, te lo vado a prendere e lo compili adesso »
« Foglio di cosa? »
« Di quello che vuoi mangiare, se hai preferenze di vario tipo dimmelo »
E poi uscì dalla camera di fretta.

-

Ero seduta sul bordo della finestra ad ascoltare della musica, mi sentivo pesante e ansiosa, avevo preso già tutte le medicine e avevo già fatto tutti i pasti della giornata, mi mancava solo la cena, ma non ce la facevo a mangiare ancora.

Volevo solo entrare in bagno e vomitare tutto, ma non volevo che qualcuno mi vedesse. Corsi dritta in bagno, mi infilai due dita in gola e vomitare tutto. Non dovevo farlo, ma non riuscivo a smettere, dovevo buttare fuori tutto per sentirmi meglio.
Per mia sfortuna Lucia entrò in camera mia e notò che c'era qualcosa che non andava, entrò in bagno e mi vide lì seduta a terra a piangere.

Erano passati già 3 giorni nel ricovero e non era successo ancora niente di interessante. Tutti i giorni assumevo tutti i medicinali necessari, mangiavo regolarmente infatti sentivo costantemente nausea e pesantezza.

Ad ogni pasto volevo andare dritta in bagno a vomitare tutto, ma da quando l'ho fatto la prima volta l'infermiera ha incominciato a chiudere la porta a chiave, così ogni volta che devo andare in bagno la devo chiamare. É una cosa straziante.
Quindi, finito di mangiare , mi sedevo sul bordo del finestrino e ascoltavo la musica per scaricare tutta l'ansia e per pensare ad altro.

Io e Alex abbiamo parlato solo una volta al telefono per pochi minuti e ci scriviamo raramente, ma era meglio così credo. Avevo bisogno di liberare la mente e lui di staccarsi dai miei problemi. Ma avevo una grande paura di perderlo.

Con Lara invece ci sentivamo quasi tutti i giorni. Aveva preso una decisione all'ultimo momento, cioè andare a trovare il suo così lei definisce "il suo tipo" con cui si lasciava per settimane e poi tornavano insieme come se nulla fosse successo. Jonah si chiamava e non so altro, ma non le facevo tante domande su di lui.

E i miei mi telefonavano ogni tanto. Avevano detto che da quando sarebbero tornati a casa avrebbero incominciato a farmi visita spesso.

Mi sentivo così sola lì dentro, avevano detto che ci sarebbero stati molti ragazzi della mia età con cui fare amicizia ma io non vedevo nessun coetaneo lì dentro. Probabilmente erano tutti in vacanza oppure non uscivano mai dalle loro camere come me.

C'era un altro letto nella mia camera, era ordinato e c'erano alcuni oggetti sparsi che non mi azzardavo a toccare. Probabilmente ci dormiva qualcuno che era andato a godersi le vacanze da un'altra parte, più che stare rinchiusa in ospedale come me.

-

Erano le 9 di sera quando dalla porta di camera mia entrò una ragazza. Era anche lei molto magra ma non quanto me. Aveva i capelli cortissimi e scuri, occhi di un azzurro acceso e uno stile un po' gotico. Mi piaceva ma non mi rispecchiava affatto e mi intimidiva un po'.

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