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La mattina del primo giorno del suo nuovo lavoro Alex si svegliò presto, emozionata ma rilassata. Indossò un tailleur grigio con una gonna lunga fino al ginocchio e una camicetta bianca di raso, andò a fare colazione al bar dell'albergo e prese un taxi per la Cal.

Scese davanti alla guardiola e fornì i suoi dati e un documento all'uomo in divisa dall'altra parte del vetro. Gli disse di avere un appuntamento con il professor Miles; la guardia alzò la cornetta e digitò un numero; dopo qualche minuto riagganciò e si rivolse nuovamente a lei. «Dottoressa Pratt, andando su per questo viale troverà un edificio bianco sulla destra: una ragazza alla reception la accompagnerà dal professor Miles.»

La serratura del cancelletto scattò con un suono metallico. Alex proseguì seguendo le indicazioni della guardia. L'edifico a cinque piani ospitava gli uffici dei ricercatori e quelli amministrativi; alcuni cartelli all'entrata fornivano indicazioni per raggiungere la mensa e il bar a piano terra, mentre alcune sale conferenza erano disposte sugli altri piani.

Dietro il bancone della reception c'erano due ragazze in divisa, giacca e gonna blu, camicia bianca; avevano un cartellino con i loro nomi appuntato sul petto: Katy e Shara. Shara aveva i capelli biondi raccolti sulla nuca e due splendidi occhi verdi, Katy invece era bruna e aveva un taglio corto che la rendeva comunque molto femminile.

Le sorrisero entrambe ma fu solo Katy a parlare. «Benvenuta dottoressa Pratt. Il professor Miles la sta aspettando. Prego, da questa parte.» Venne fuori dal bancone per farle strada.

Ora che si trovava a camminare per quei corridoi seguendo la professionale quanto efficiente Katy, Alex sentiva crescere l'emozione: da quel giorno avrebbe lavorato lì, avrebbe mangiato in quella mensa, avrebbe percorso quei corridoi per andare in ufficio, per andare in laboratorio, la sua vita sarebbe stata lì.

Katy si fermò davanti ad una porta in legno chiusa sulla quale una targhetta riportava il nome dell'occupante dell'ufficio: "Z. MILES".

Katy bussò discretamente e una risposta affermativa arrivò dall'interno. Una volta varcata la soglia, Alex si ritrovò in un ufficio semplice e funzionale: una libreria sul lato destro piena di libri, articoli e tesi, un attaccapanni accanto alla porta dove era stato abbandonato un ombrello, sulla sinistra un grande tavolo rotondo, immaginò per le piccole riunioni, circondato da qualche sedia, una scrivania davanti alla finestra con altre due sedie davanti e una poltroncina occupata dal proprietario dell'ufficio dietro. Un ometto sulla sessantina, di un metro e settanta circa, con i lunghi capelli bianchi e lisci legati in un codino sulla nuca e la barba incolta, si diresse verso di lei tendendole la mano. «Dottoressa Pratt, benvenuta alla Cal.» Le sorrise e aggiunse «Ha fatto un buon viaggio? Vuole bere qualcosa?» Con poche parole gentili era riuscito a metterla a proprio agio. «No, grazie, sto bene così.»

Il professor Miles guardò Katy che annuì e li lasciò richiudendosi la porta alle spalle.

«Prego dottoressa, si accomodi.» Le indicò una delle sedie davanti alla scrivania. Alex si sedette e Miles prese posto nella sua poltrona da ufficio. Lo guardò e si rese conto di quanto quell'uomo ispirasse simpatia: il sorriso sincero, gli occhi furbi, aveva un volto sereno. «La prego professore, mi chiami Alex». Miles sembrò non avere nulla in contrario. «Bene, allora puoi chiamarmi Zack.»

«Bene, Zack.» si sforzò un poco sorridendo: «Ti ringrazio per l'opportunità che mi hai dato. Farò del mio meglio per portare un contributo significativo al progetto.»

«Il tuo entusiasmo è quasi palpabile.» Le sorrise. «Abbiamo bisogno di gente fresca e volenterosa. I tuoi voti al college e il lavoro che hai svolto col professor Coldridge in questi anni mi hanno piacevolmente colpito.» Alex non poté impedirsi di compiacersi di quei complimenti. Zack si alzò. «Vieni con me, ti presento i membri del gruppo.»

La scelta difficileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora