Nick era in piedi davanti alla porta dell'appartamento di Alex da almeno venti minuti, ma non aveva ancora il coraggio di bussare. Sapeva di aver sbagliato con lei la sera prima e sapeva che le cose con suo fratello erano tutt'altro che sistemate. Ma doveva affrontarla e affrontare i problemi uno per volta. Finalmente bussò e, quando venne ad aprire, il suo nervosismo si accentuò. Alex indossava un paio di leggings neri, una casacca azzurra morbida e larga che le era scivolata giù da una spalla lasciandola scoperta e aveva raccolto i lunghi capelli in una specie di chignon tenuto su da un paio di bacchette cinesi.
Era la cosa più bella che avesse mai visto.
Sospirò. «Ciao.» Fece una pausa per raccogliere tutto il suo coraggio e continuò: «Mi dispiace per ieri sera. Sono stato un idiota. Non so cosa mi sia preso, ma ti prometto che non succederà mai più. Forse ero arrabbiato, o frustrato, ma non avrei mai dovuto agire a quel modo. Perdonami.»
La vide sorridere dopo quella raffica di parole e poi si sentì gettare le braccia al collo. «È tutto ok. Vieni, entra.» Richiuse la porta e lo condusse al divano. Che donna eccezionale era e che cretino era stato lui! Stava per rovinare tutto e poi per cosa? Non avrebbe saputo dirlo.
Lei si sedette incrociando le gambe. «Allora, racconta. Sei stato da Paul stanotte. Come è andata?» Sembrava preoccupata, così cercò di tranquillizzarla «Come puoi vedere sono ancora tutto intero.» Le sorrise. «Abbiamo parlato e bevuto un paio di birre.»
«Nient'altro?» Nei suoi occhi non c'era solo curiosità. Forse apprensione per quello che si erano detti?
«Non devi preoccuparti. Tra noi due è tutto a posto. Certo, la situazione è quella che è, ma riusciremo a risolverla.»
Alex sembrava dubbiosa: probabilmente si sentiva in colpa. Nick la guardò ancora: le gambe affusolate, quella spalla nuda ed elegante, il collo lungo, i capelli dorati. Istintivamente allungò una mano su una delle bacchette che aveva in testa. «Ma che roba è questa?» le chiese ridendo. Ma quel semplice tocco fece cadere una grossa ciocca di capelli e lui rimase col bastoncino in mano.
«No, aspetta!» gemette lei cercando di ritirare su i capelli, ma presto cedette anche l'altro fronte e si ritrovarono in un groviglio di dita, capelli e bacchette cinesi, senza però poter salvare niente della sua acconciatura.
«Cavoli, pensavo di esserci riuscita, invece non hanno tenuto molto.»
«Mi dispiace.» disse Nick ancora ridendo. Le sue dita poi passarono ad accarezzarle la nuca e pian piano la sua espressione divertita lasciò posto a qualcos'altro. I loro visi erano così vicini che non seppe dire se fu lui a baciare lei per primo o viceversa. Alex sembrava travolta dalla stessa passione che stava divorando Nick. Si spostò cavalcioni su di lui e cominciò a sbottonargli la camicia, che si sfilò da dietro la schiena con la stessa facilità con cui sfilò a lei la maglia dalla testa. I suoi baci divennero sempre più esigenti, passando dalle labbra morbide, al lungo collo, al seno pieno. Lei incrociò le gambe dietro la sua schiena e si lasciò sollevare e portare in camera da letto.
«Ho fame.» si lamentò Alex ancora una volta con la testa posata sul petto di Nick.
Dopo aver fatto l'amore erano rimasti distesi nel letto ad accarezzarsi e coccolarsi per ore, tanto che adesso il sole era tramontato e la camera era avvolta da una tenue penombra.
«L'ho capito.» rise lui. «Quando ho ordinato la pizza hanno detto che ci sarebbe voluta mezz'ora. Ormai sarà qui a momenti.»
«Ma io ho fame. Non ce la faccio più a resistere.» Si alzò portandosi via il lenzuolo per avvolgersi e lasciando lui completamente nudo sul materasso.
STAI LEGGENDO
La scelta difficile
ChickLitAlex è una ragazza che ha sacrificato la sua vita personale per la carriera. Così quando si trasferisce a Berkeley per realizzare il suo sogno, si ritrova completamente in balia di Paul, il collega che le hanno affiancato, e dei sentimenti che lui l...