Quella notte Alex non riuscì a chiudere occhio. Era eccitata per il nuovo lavoro e determinata a dare il meglio di sé, ma a minare la sua sicurezza c'era il costante pensiero di Paul.
Pensò a quanto velocemente avesse battuto il suo cuore mentre le veniva in contro al ristorante, a quanto fosse affascinante, simpatico, dolce. E soprattutto pensò che era un suo collega e che non sarebbe stata una buona idea iniziare la sua carriera alla Cal con una storia tutt'altro che semplice.
Poiché lui occupava già una posizione di rilievo all'università non rischiava un granché a stringere una relazione con una collega.
La posta in gioco per lei invece era troppo alta.
Alle prime luci dell'alba capì che sarebbe stato inutile cercare di riaddormentarsi, quindi si alzò, fece una doccia calda per sciogliere la tensione e scese a fare colazione.
Una volta arrivata nel suo ufficio per prima cosa inviò una mail al suo team per indire una riunione in cui le avrebbero fatto il punto della situazione.
Dopo un paio d'ore era chiaro a tutti che sarebbe servito un grande lavoro di manovalanza per analizzare la mole di dati a disposizione, quindi ripartì gli incarichi includendo se stessa in modo da accorciare i tempi.
Dopo circa mezz'ora che la riunione fu sciolta, bussarono alla porta e Paul si affacciò nel suo ufficio. «Buon giorno, come va? Tutto a posto?»
Il cuore le era balzato in gola per il solo fatto di averlo visto. «Tutto bene, grazie. Ho finito da poco una riunione con i ragazzi e ho diviso il lavoro.»
«Sì, ho letto la mail. Grazie per avermi messo in copia. Comunque se dovesse servirti qualcosa il mio ufficio è qui di fronte.» Indicò con il pollice una porta alle sue spalle: solo in quel momento Alex si rese conto che se avessero lasciato le porte aperte si sarebbero potuti vedere da dietro le scrivanie.
Il lavoro la coinvolse a tal punto che non si rese conto del tempo che passava: seppe che era ora di pranzo solo quando il suo stomaco pretese la sua attenzione. Mangiò un panino al bar e tornò subito ai suoi dati.
Allo stesso modo non si accorse che erano le otto finché Zack non bussò alla sua porta. «Come è andato il primo giorno di lavoro?»
Lo guardò confusa. «Andato?»
«È finita: sono le otto.»
Ora era incredula. «Come le otto? Beh, allora devo dire che è stato molto produttivo.» gli sorrise.
Raccolse la sua roba, spense le luci e lasciarono l'edificio insieme.
Per quel giorno poteva ritenersi soddisfatta.
I giorni a Berkeley passarono in fretta e nel giro di una settimana Alex riuscì anche a trovare un appartamento nei pressi dell'albergo in cui aveva alloggiato.
Si trasferì e si fece inviare da Columbus il resto della sua roba e la sua auto al nuovo indirizzo.
Ora aveva tutto, anche se leggermente in disordine.
Avrebbe passato il fine settimana a pulire, riordinare, a svuotare i cartoni. Sicuramente non sarebbero state giornate all'insegna del relax.
In quei giorni però un'altra cosa le era successa: non era riuscita a rivedere Paul e aveva preso consapevolezza del fatto che le mancava. Prima di tutti, scoprì che avrebbe voluto condividere con lui la gioia del nuovo appartamento, invece non si era fatto vivo nemmeno per un saluto.
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La scelta difficile
ChickLitAlex è una ragazza che ha sacrificato la sua vita personale per la carriera. Così quando si trasferisce a Berkeley per realizzare il suo sogno, si ritrova completamente in balia di Paul, il collega che le hanno affiancato, e dei sentimenti che lui l...