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In quella mattina di sole Alex era sdraiata sulla spiaggia e si lasciava accarezzare dal vento che soffiava dal mare. All'alba era sgattaiolata fuori dalla camera con solo un telo e il libro giallo a farle compagnia. Potevano essere le sette quando il richiamo dell'oceano diventò così perentorio e invitante che decise di tuffarsi.

Nuotò a lungo, e spesso si lasciò trasportare dalla corrente, per poi ricominciare a nuotare.

Dall'acqua lasciava scorrere lo sguardo sulla sabbia, dove distingueva in lontananza un uomo che giocava con il suo cane e una coppia di ragazze che correvano sulla sabbia, immancabili cuffiette nelle orecchie.

Poco più in là sulla destra invece un surfista solitario si apprestava ad allenarsi sulla tavola.

Ormai stanca tornò a riva. Mentre usciva dall'acqua riconobbe Paul in piedi ad aspettarla, teneva teso l'asciugamani per lei.

Indossava un paio di pantaloni corti azzurri e una maglia bianca che mettevano in risalto la sua muscolatura.

Improvvisamente Alex si sentì in imbarazzo, accorgendosi del modo in cui lui la stava guardando, soffermandosi sul piccolo bikini nero.

Quando gli fu vicino, allungò la mano per prendere l'asciugamani e lo ringraziò, ma lui ignorò quel gesto e la avvolse nel telo. Così lei si ritrovò imprigionata tra le sue braccia, mentre lui cominciò ad accarezzarle la stoffa sopra la schiena, le spalle, le braccia.

Nonostante la spessa spugna che la avvolgeva, Alex riusciva a sentire la forza delle mani che la stringevano. Alzò il viso e si accorse che quello che stava facendo non era guardarla, piuttosto la stava attraversando, come se volesse leggerle dentro.

I suoi occhi erano neri e profondi, le labbra carnose, invitanti. «Stai tremando. Hai freddo?»

La sua voce, calda e roca, le arrivò all'orecchio come un soffio e si ritrovò a desiderare che nessun indumento si frapponesse tra loro. «L'acqua è meravigliosa... È calda... Qui fuori il vento...» Quello sguardo le impediva di formulare qualsiasi frase di senso compiuto.

«Non preoccuparti. Ora ti riscaldo io.» E prima che lei potesse dire qualcosa, le sue mani si infilarono sotto il telo, accarezzandole la pelle ancora bagnata, passando dalla schiena alla vita, risalendo dalla pancia in mezzo ai seni, fino al collo.

Alex si sentì trasportare in un mondo fatto di sensazioni che non aveva mai provato.

Sembrava il preludio a qualcosa che ancora non conosceva.

Aveva l'impressione che Paul le avrebbe fatto scoprire il vero piacere e che glielo stesse promettendo con un bacio. La sua lingua le accarezzò l'interno della bocca, poi il collo e le spalle. Lei gemette di piacere, desiderosa di stringerlo a sé e di donarsi totalmente a lui.

«Perché mi fai questo?» le chiese continuando a baciarla.

«Cosa?» Non capiva.

Paul smise di baciarla e la tenne per le spalle. «Sei bella come una fata, ma pericolosa come una strega.»

Alex si sentì come se qualcuno le avesse dato un pugno in pieno stomaco.

Il momento surreale e travolgente passò improvvisamente. «Di che stai parlando? Sei tu che hai baciato me!» Odiò se stessa perché aveva bisogno di nuovo di difendersi da lui.

Lo vide sorridere. «Qualsiasi uomo normale desidererebbe baciare una sirena che esce dalle acque.»

«Non sono una sirena!» sbottò stremata. Era furiosa con lui perché l'aveva ancora travolta con il suo fascino. Era furiosa con se stessa perché si era lasciata andare ancora una volta, senza riflettere sulle conseguenze, ignorando i moniti del giorno prima.

La scelta difficileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora