Capitolo 29

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Tutto quello che accaduto, tutto quello che sono diventato, tutto quello che ho fatto è stato solo a causa della mia dannatissima natura. Del mio essere.
Mi odio così tanto, se solo non fosse così, se solo questo maledettissimo simbolo se ne andasse, sarei libero, libero da qualsiasi legame.
Una lacrima solitaria riga il mio viso. Mi odio per pensare a tutto questo.
Ayzhel, ti odio così tanto, tutto questo è a causa tua, solo tua.
I tuoi occhi che mi hanno stregato dal primo momento che ti notai in lontananza, la tua pelle bianca come la neve che cadeva lentamente quel giorno, i tuoi capelli neri e mossi, la tua andatura sicura ed elegante e quello che mi fece cadere nell'oscurità più profonda, che mi fece precipitare in un vortice di emozioni senza fine, fu la tua risata.
Se tutto fosse andato diversamente, se tutto quello che è accaduto si cancellasse in un soffio, io e te saremmo stati felici.
Un secolo è ormai passato, sono stato solo per tutto questo tempo, ho pianto per ogni singolo ricordo su di noi, su quello che sarebbe stato il nostro futuro.
Ora, ti osservo da lontano, è la persona che ho davanti non è nemmeno un millesimo della mia amata, ma va bene così. Mi basta, per ora. Tanto prima o poi tutto tornerà ad essere come una volta, e potrò nuovamente tenerti tra le mie braccia, e forse, dimenticherò tutto quello che ho passato.

 Tanto prima o poi tutto tornerà ad essere come una volta, e potrò nuovamente tenerti tra le mie braccia, e forse, dimenticherò tutto quello che ho passato

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Un colpo in pieno viso mi fa indietreggiare di qualche passo e osservo Claire allibita e in silenzio.
È fuirosa perché non ho svolto il suo compito.
Credevo che se ne fosse occupato Max...

《Pensi di avere il tempo per riposarti? Quando hai intenzione di crescere? Credevi seriamente che se fosse venuto Max a dirmi che eri stanca io sarei stata comprensiva?》

Il suo sguardo severo incombe su di me.
Non dovevo distrarmi.
Una sensazione di disagio si forma all'altezza del mio petto.

《Dal momento che per te sollevare un masso per almeno quattro ore è un esercizio inutile, vediamo se questo ti basta per farti tornare con i piedi per terra.》

Claire si avvicina lentamente e posa entrambe le mani sulle mie spalle.
La guardo negli occhi per poi cadere nel nulla più totale.
Davanti ai miei occhi si aprono scene innumerevoli che paiono sfocate: eccetto una.
Riapro gli occhi e mi ritrovo in piedi legata per le braccia da delle lunghe catene ancorate al muro.
Il mio sguardo cade sulla pozza di sangue che si trova a terra e sento un dolore acuto all'addome.
Osservo il mio corpo nudo ricoperto da profondi tagli. Questa non posso essere io.
Le mie gambe e braccia sono sottili e i miei capelli sono corti. Non ho le forme della pubertà, sono così piccola...
Osservo l'ematoma bluastro sul mio addome.

《Ayzhel, ora inizieremo.》

La mia attenzione viene catturata da una donna anziana che si avvicina a passo lento verso di me.

《Vediamo se così morirai.》

Un sorriso sadico si apre sul suo volto e il panico si impossessa del mio corpo.
Mi dimeno sperando di potermi liberare, tento di rompere le catene con i miei poteri ma invano, chiamo Riza senza ottenere alcuna risposta.
Le lacrime mi rigano il viso.
La donna con uno scocchio delle dita richiama a se l'elettricità che fa propagare sulle catene.
L'intensità della scossa elettrica che ricevo mi fa urlare disperatamente dal dolore. La mia voce diventa sempre più lontana fino a quando non precipito nell'oscurità più profonda.
Attorno a me tutto si colora di colori chiari e tenui. Mi sento in pace.

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