☄XXIII☄

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I giorni passavano quasi senza che i due ragazzi se ne accorgessero, venendo sollevati per un po' dai pesi che solitamente erano costretti a portare.

Ogni giorno infondeva forza alla catena che legava Eveleen e Jimin e al contempo i sentimenti che la ragazza provava per il biondo crescevano, quasi non potessero conoscere limiti.
Durante quel periodo, era addirittura accaduto l'inimmaginabile: Michael e Jimin avevano continuato a parlare e sembravano essere diventati grandi amici.
Eve ne era contenta: credeva che Jimin avesse davvero bisogno di avere un ragazzo per amico, col quale avrebbe potuto avere maggiori interessi in comune e sentirsi più libero di parlare.

Eveleen stava cercando di prestare attenzione alla lezione di letteratura inglese, nonostante Michael continuasse a infastidirla pizzicandole il braccio di tanto in tanto.
<<Vuoi smetterla?>> gli domandò lei, non riuscendo però a trattenere un sorriso.
L'amico ghignò, prendendo quello come il segnale che gli dava via libera per continuare.
<<Bene ragazzi>> i due sobbalzarono nel sentire la voce dell'insegnante che, dopo aver appoggiato il pennarello sulla cattedra, si rivolse alla classe.
Eveleen guardò l'orologio al di sopra della lavagna: mancavano dieci minuti al concludersi della lezione.
<<Dato che la fine dell'anno si sta avvicinando, la professoressa Nelson e io abbiamo pensato a un'uscita didattica questo venerdì>> spiegò l'uomo, strofinandosi le mani.
Eveleen e Michael si guardarono sorridendo: non c'era nulla di meglio che passare una giornata insieme, fuori dalle mura della scuola e dal controllo ferreo dei professori.
<<Al Glenn Mental Health>>.
Eveleen sentì ogni singola fibra del suo corpo tendersi e il sistema nervoso ricevere troppi impulsi per poter fare qualcosa.
Il suo stomaco prese a contorcersi con violenza e i polmoni sembrarono restringersi, privandola dell'aria che aveva in corpo.
La prima cosa alla quale pensò fu di aver capito male, ma dall'espressione stupita sul volto dell'altro fu sicura di non essersi sbagliata.
Si voltò verso il professore quando lo sentì parlare di nuovo e lo vide indicare con un cenno del capo lei e Michael :<<in questo modo, potremo conoscere anche le mansioni che svolgono i vostri compagni>>.

Il ragazzo poggiò una mano sulla gamba dell'amica, nel tentativo di tranquillizzarla.
Voleva evitare che compiesse gesti avventati e pericolosi per il suo andamento scolastico.
Dopo pochi secondi, nell'aria si diffusero il suono della campanella e il rumore delle sedie che strisciavano sul pavimento.
Zach fu il primo a dirigersi verso la porta, passando accanto a Eveleen.
Appoggiò un dito sulla superficie fredda del banco verniciata di un bianco panna, per poi farlo scorrere lentamente da un'estremità all'altra :<<sarà divertente, proprio come un giro al circo>>.
Eveleen lo fissò con sguardo truce, suscitando nel ragazzo risatine di scherno.

<<Dovremmo andare anche noi o finiremo per fare tardi alla prossima lezione>> cercò di smuoverla Michael, rimettendo l'astuccio nel proprio zaino, tenendo però lo sguardo fisso su Zach che si allontanava.
Come si voltò verso Eveleen, la vide alzarsi di scatto e dirigersi a grandi falcate verso l'insegnante.
No, non sarebbe finita bene.
<<Professor Parker, posso parlarle un minuto?>> gli chiese la ragazza, fermandosi davanti alla cattedra.
L'uomo sollevò lo sguardo solo per un attimo, riabbassandolo subito dopo sulle fotocopie che stava riordinando :<<certo Wright, di che si tratta?>>.
Eveleen prese un respiro profondo: doveva esporre la sua opinione con educazione e tranquillità, cosa abbastanza difficile in una situazione del genere.
<<Ecco, riguarda ciò che ha detto prima>> iniziò, spostando lo sguardo verso il basso e fissandolo sul legno scuro della cattedra.
<<Ho notato la tua espressione contrariata>> la incoraggiò l'insegnante, annuendo.
Parker aveva intuito guardando il viso della sua alunna ciò che pensava di quell'uscita al Glenn, ma non era disposto a cambiare opinione.
Dopotutto, aveva i suoi buoni motivi o almeno così credeva.
Eveleen corrugò la fronte e le parole di Zach le risuonarono nella mente.
No, non l'avrebbe permesso.
<<Con tutto il rispetto, non credo che l'uscita didattica al Glenn sia una buona idea>> disse quindi la ragazza, fissando lo sguardo determinato in quello dell'insegnate.
Lui la guardò confuso e indispettito :<<e cosa ti fa credere questo?>> le chiese con un cipiglio sul viso, dopo essersi seduto dietro la cattedra.
<<La maggior parte degli alunni, non considera i pazienti della struttura come esseri umani degni di rispetto e credo che anche lei lo sappia>> gli spiegò tutto d'un fiato, stringendo le mani attorno al bordo della cattedra.
Parker sospirò togliendosi gli occhiali e poggiandoli su un plico di fogli :<<è proprio per questa ragione che penso sia necessario mostrare loro la realtà del Glenn>>.
<<Ma i pazienti della struttura non sono dei libri da cui imparare e quella non è una scuola>> ribattè lei, con un tono di voce concitato a causa dell'incredulità provocata dalle parole dell'insegnante.

Michael, che era rimasto seduto al suo banco a osservare la scena, si alzò pronto a intervenire nel caso l'amica avesse iniziato a esagerare.
Sapeva che Eve aveva ragione, ma non poteva assolutamente mancare di rispetto a un insegnante, specialmente non quando la fine della scuola era così vicina.

<<Questo è assurdo, è come mettere un pesciolino rosso in una vasca di squali e sperare che impari a divorare prima di essere divorato>> continuò la ragazza, parlando a denti stretti e volgendo lo sguardo verso la finestra.
Non si era nemmeno accorta che l'azzurro luminoso del cielo, fosse offuscato da una coltre di nuvole grigie.
Presto avrebbe iniziato a piovere.
<<Abbiamo già parlato con la responsabile della struttura, la classe sarà autorizzata a visitare solo determinati spazi e i pazienti saranno tenuti a distanza dagli alunni>> le rivelò controvoglia il professore.
Eveleen si voltò a guardare Michael, che scosse la testa come per dirle di lasciare stare, che tanto era inutile cercare di vincere una battaglia già persa in partenza.
<<Ma li tratteranno come fenomeni da baraccone>> mormorò lei, con la voce spezzata a causa del pianto in arrivo.
Non voleva che quell'angolo di paradiso, dove le diversità coesistevano in pace, fosse stravolto dall'arrivo di un branco di ragazzi con meno maturità di un neonato.
Parker inforcò gli occhiali sul naso e prese le fotocopie e i libri, poi si alzó.
Decise di ignorare totalmente le proteste della sua alunna e fissò lo sguardo indifferente sul volto della ragazza :<<andate a lezione ora, avete già tardato abbastanza>> disse infine, prima di uscire dall'aula.

Eveleen quasi non credeva al fatto che il professore l'avesse totalmente ignorata, come se nemmeno avesse parlato.
Per un attimo aveva sperato che la sua stupida emotività sarebbe servita a qualcosa, che magari Parker, intenerito dalle sue lacrime, sarebbe tornato sulla sua decisione.
Michael sospirò, prendendo in spalla il proprio zaino e porgendo alla ragazza il suo.
Eveleen lo guardò e nei suoi occhi l'amico lesse tanto sconforto.
Il desiderio di agire veniva lentamente soffocato dal senso di impotenza.
Le mise un braccio attorno alle spalle, guidandola fuori dalla classe ormai vuota :<<sta' tranquilla, ci penseremo noi due a proteggerli>>.
Eveleen annuì poco convinta, anzi non lo era per niente.
Però quella parola, proteggere, le piaceva tanto ed esprimeva pienamente ciò che lei desiderava fare.
Non avrebbe permesso a Zach o a chiunque altro di ferire, anche nel mondo più banale, i pazienti del Glenn.
Specialmente uno di loro.

-Angolo Autrice🥀
Hei, eccoci di nuovo con un altro capitolo! Ultimamente sto aggiornando davvero spessissimo, mi fa un po' strano hahaha.
Beh, a quanto pare le cose iniziano a mettersi male per Eveleen e Michael, e per il Glenn in generale.
Voi siete d'accordo con la decisione del professor Parker?
Come credete che Eve e Miky possano proteggere i pazienti del Glenn e, ovviamente, Jimin?

Di seguito vi riporto l'anticipazione del prossimo capitolo!
-<<Jimin, se una di queste sere resto fino a che non si fa buio, mi fai vedere la costellazione di cui fai parte?>>.
In un attimo, gli occhi del ragazzo si sbarrarono e prese a mordicchiarsi il labbro con foga.
Lo sguardo imbarazzato e le dita che stringevano con forza il lenzuolo, fecero capire ad Eveleen di aver trovato l'anello debole di tutto il racconto.
<<O-oh, ecco, i-io non posso>> balbettò Jimin, sentendo le guance andare a fuoco-.

Perché Jimin non può mostrare ad Eve la sua costellazione? Credete che questo potrebbe essere un indizio per capire se sta mentendo o no?

Come sempre, vi ringrazio per aver letto il capitolo. Se avete consigli, suggerimenti o critiche, sono tutte ben accetti! Un bacio xx

||Out of the Sky|| P.Jm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora