☄XXXXXII☄

616 89 4
                                    

Lo stesso giorno, avevano deciso di aspettare che l'aria si rinfrescasse un po' prima di andare in giardino.
Aveva preso a tirare una leggera brezza, che smuoveva delicatamente i fili d'erba e creava un fruscio appena udibile, sgusciando tra le fronde degli alberi.

<<Cosa ti piacerebbe sapere?>> le chiese a un tratto Jimin, con le guance tinte di un tenue rosso.
Non voleva spaventarla, non sapeva cosa sarebbe stata in grado di accettare e cosa invece l'avrebbe stravolta e, nonostante la totale fiducia che aveva in Eveleen, la paura di perderla era sempre presente.

La ragazza spostó gli occhi su Jimin che, steso sul prato, fece passare un braccio sotto il capo per poter stare più comodo.
L'attenzione di Eveleen si soffermó sullo strano tatuaggio impresso sul suo polso, quasi fosse una scottatura ormai cicatrizzata.

<<Mi hai detto che nella tua costellazione siete in sette. Potete comunicare tra di voi?>> domandó quasi di getto, mordendosi il labbro, con la paura di essere stata troppo avventata.
Nel mentre che aspettava, analizzò ogni piccolo particolare del suo viso e un sorriso le nacque sulle labbra nel pensare che forse, se il contesto fosse stato diverso e lei fosse stata un po' più piccola, non avrebbe faticato poi tanto a credere che quell'essere delicato e diverso fosse caduto direttamente dal firmamento.
<<Certo che possiamo>>.

La voce di Jimin la riportò alla realtà e notó come sembrasse felice di parlarne, nonostante nei suoi occhi riuscisse ancora a intravedere un velo piú scuro.
Il ragazzo tornò a guardare il cielo, prendendo un profondo respiro ed Eveleen rimase incantata a osservando il movimento del suo petto, che si sollevava per poi abbassarsi di nuovo.
<<Anche noi abbiamo delle voci, solamente che non sono come->> si interruppe un attimo, guardando esitante Eveleen :<<come le vostre>>.

La ragazza inclinò la testa di lato, rimanendo a fissare Jimin in attesa di altre spiegazioni.
<<Le nostre voci non hanno una tonalità o un timbro, è più come se fossero delle eco: sono profonde ma incorporee>> disse lui, pensando a degli aggettivi che potessero descriverle adeguatamente.
Eve annuì, cercando di immaginare un suono che avesse le qualità attribuitegli da Jimin.

<<E cosa succede quando brillate la notte?>> fece poi, ricordando come le Stelle sembrassero dei piccoli fari nel cielo buio.

Le labbra di Jimin si aprirono in un sorriso radioso, ma i suoi occhi rimasero nostalgici :<<balliamo>> le rispose con sguardo assente, segno che si era perso tra i suoi ricordi.
Senza neanche accorgersene, Eveleen scoppiò a ridere, coprendosi poi la bocca con le mani :<<scusami, non rido di te, è solo che mi sembra tutto così strano>> disse, sinceramente dispiaciuta e preoccupata dalla possibilità di averlo ferito.

Jimin peró, paradossalmente, era felice della reazione di Eve: non era ancora scappata via con un falso sorriso sulle labbra e, il fatto che lo stesse ascoltando e si stesse mostrando interessata a ció che era la sua vita lontano da lì, gli donava ogni instante nuova gioia.

<<Hai presente che alcune notti ci sono Stelle che si vedono più di altre?>> le chiese lui, posizionandosi su un fianco.
Poi, dopo un cenno di assenso da parte dell'altra, continuò :<<si è luminosi in propozione a quanto si danza bene>>.

<<E tu eri bravo?>> Eveleen non si trattenne e glielo domandó di getto, sporgendosi appena verso di lui.
Il ragazzo le sorrise, mettendosi a sedere e riavviandosi i capelli con le mani :<<sì, in effetti ero molto bravo>>.
<<Ah, ma quanto sei modesto>>  lo riprese lei, spintonandolo appena con la mano.
Forse non avrebbe dovuto alimentare i suoi pensieri psicotici, ma piuttosto cercare di fargli capire che quello che raccontava era impossibile, che non si poteva essere una Stella caduta dal cielo, o che gli astri non ballano per brillare nelle notti serene, che c'è tutta una spiegazione scientifica dietro.
Ma quando era con Jimin, il suo cervello e la sua bocca non sembravano essere collegati.
Quel ragazzo era in grado di trasportarla in tutt'altro mondo, la faceva tornare bambina.
<

||Out of the Sky|| P.Jm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora