☄XXVII☄

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Non si ricordava precisamente in che momento avesse iniziato a piangere, ma gli occhi gli facevano già male.
Da una parte sapeva che Eveleen non avrebbe fatto mai nulla per ferirlo e che, quasi sicuramente, si era trattato di un malinteso.
Allo stesso tempo però, un asfissiante, petulante e persistente pensiero, gli assillava la mente.
Temeva che Eveleen gli avesse detto di andare via solamente perché si vergognava di lui, di farsi vedere con un malato, con un pazzo.
Ma lui non lo era, davvero.

Jimin continuava a trascinare i piedi per il corridoi della struttura, senza prestare attenzione a dove stesse andando: viveva lì da così tanto tempo che sarebbe stato in grado di raggiungere la sua camera anche bendato.
Alcune volte si chiedeva se sarebbe mai uscito dal Glenn in futuro, se sarebbe mai riuscito a vedere posti nuovi, come il mare di cui gli aveva tanto parlato Eve.
Poi però si ricordava che, anche se fosse uscito da lì, non avrebbe avuto nessuno ad aspettarlo all'esterno, sarebbe rimasto solo, abbandonato a se stesso e dopotutto Jimin non era poi così sicuro di essere in grado di badare a sé.

Gli ingranaggi presenti nel suo cervello continuavano a girare ma, in qualche modo, era come se la sua mente si fosse bloccata a quando il nome di Eve era apparso nella sua testa.
A un certo punto dovette cercare sostegno appoggiandosi al muro color crema, a causa dello straziante dolore che sentiva dentro: aveva voglia di piangere, ma soprattutto di urlare.
Eppure fu costretto a trattenersi, perché se urli in una struttura del genere, le cose non si metteranno bene.
Jimin sapeva che non poteva permettersi di stare male, semplicemente perché ogni cosa sarebbe stata ricollegata alle sue patologie e i medici avrebbero creduto che la situazione fosse peggiorata.
Era così che funzionava: lì nessuno poteva permettersi di essere solamente triste.

Immerso com'era nei suoi pensieri, non si sarebbe nemmeno accorto del sopraggiungere di due ragazze se non fosse stato per le loro risate terribilmente acute e, a detta di Jimin, anche parecchio fastidiose.
<<Certo che questo posto è davvero penoso>> sentì dire da una delle due, mentre gli rimaneva giusto il tempo di accucciarsi nello spazio tra un mobile di legno e il muro portante della struttura.
La sua compagna rise :<<e la gente non è da meno>> le rispose con tono crudele, continuando ad avanzare lungo il corridoio.
Con l'avvicinarsi delle ragazze i frammenti che prima costituivano il cuore di Jimin fremevano sempre di più, costringendolo a poggiare una mano sul petto nel tentativo di attutire il rumore.
Nel momento esatto in cui fu sicuro che i rimasugli del suo cuore sarebbero riusciti a trovare la via per uscirgli dal petto, tutto si fermò.

<<Ma vogliamo parlare di quel ragazzo che è entrato prima? Sembrava ritardato forte>>.
Quelle parole sembrarono porre finalmente un freno al battere incessante del suo cuore.
L'avevano annientato.
<<Oh sì, Wright l'ha protetto come fosse fatto di oro colato>> rispose l'altra, parlando tra le risate.
L'amica non perse occasione per portare la conversazione su un altro piano :<<però pensandoci, sarebbe divertente scopare con lui, sembra così innocente>> disse, ricevendo una giocosa gomitata dall'altra :<<Cindy!>> Esclamò questa, fingendosi indignata, prima di scoppiare a ridere.
Quando le due ebbero girato l'angolo scomparendo dalla sua visuale, Jimin si alzò tornando al centro del corridoio con gli occhi sgranati.
Stavano discutendo di lui, ne era sicuro, e dal tono che avevano usato non sembrava che ne stessero parlando bene, anzi.
Portò una mano chiusa a pugno in corrispondenza del punto in cui si sarebbe dovuto trovare il suo cuore e battè ritmicamente un paio di volte.
Non lo sentiva più e sperava che, così facendo, sarebbe stato in grado di riattavarsi.
Però non accadde e Jimin prese a correre per potersi rintanare nella sua camera, dove nessuno l'avrebbe visto cadere a pezzi.

°°°°°

Con le mani sui fianchi, Eve guardava i ragazzi lasciare finalmente la struttura: erano le diciassette e le sembrò di tornare a respirare.
Sobbalzò quando Michael le circondò le spalle con un braccio, appoggiandosi quasi totalmente a lei :<<sono così stanco>> si lamentò, sbadigliando.
Eveleen si voltò verso di lui e fissandolo alzò un sopracciglio :<<ma dai, davvero? E cosa avresti fatto di così estenuante, sentiamo>> lo punzecchiò.
<<Ho cercato di impedirti di commettere un crimine per il quale saresti stata punita con l'ergastolo, ti sembra poco?>>.
La ragazza roteò gli occhi, scuotendo poi la testa per la stupidità dell'amico.
Per quanto potesse essere sollevata da quella gita che finalmente si era conclusa, continuava a sentire un peso sul petto che non le permetteva di respirare correttamente.
Innervosita sbuffò, per poi scrollarsi di dosso il braccio dell'altro e tornare all'interno del Glenn.
<<Ehi, che succede ora?>> le domandò Michael, prendendo posto accanto a lei sulle sedie all'entrata, stando attento a non toccarla per non infastidirla maggiormente.
Eveleen sollevò le spalle e poi si prese la testa tra le mani, chiudendo gli occhi.
Sapeva esattamente cosa stava succedendo, ma non voleva ammetterlo perché aveva paura delle conseguenze.
La paura.
Era un sentimento tanto strano e stupido per alcuni versi, ma anche di vitale importanza: avverte della presenza di un pericolo, di un confine che non va superato e questo permette la salvaguardia del genere umano.
Allo stesso tempo però, è in grado di spingere a compiere azioni impulsive, che possono causare dolore agli altri e tanta sofferenza.
Ed era proprio il suo caso.
<<È per Jimin?>> le chiese l'amico ipotizzando che, magari, il suo comportamento potesse essere causato dai sensi di colpa che iniziavano a farsi sentire.
Eve annuì piano.
<<Io non volevo ferirlo, davvero. Cercavo solo di proteggerlo da loro>> sussurrò, la voce le tremava e sentiva già gli occhi pizzicare.
Michael la guardò comprensivo, decidendo poi di cingerle le spalle con un braccio, fregandosene dello spazio personale :<<sai, alcune volte agiamo convinti della totale esattezza di quello che pensiamo. Siamo convinti che sia la cosa giusta da fare, l'unica che permetterà di tenere al sicuro le persone che vediamo in pericolo. Poi però, all'improvviso, sbattiamo contro un muro
che ci fa comprendere quanto in realtà stessimo sbagliando>>.
Per alcuni istanti rimase in silenzio, rattristato dalla visione della ragazza, che tentava di trattenere i singhiozzi, di non far tremare le spalle.
<<E sai qual è l'unica cosa da fare? Ammettere di aver agito nel modo sbagliato e chiedere scusa>> concluse, poggiando il mento sulla spalla di Eve, che a quel contatto sorrise, nonostante le lacrime le rigassero il volto.
<<Ma l'espressione sul suo viso era->> si bloccò voltandosi verso il ragazzo, incapace di trovare parole adatte per descriverla :<<Micky tu non hai idea di quanto gli abbia fatto male quello che ho detto. Credeva di avere una sicurezza nella sua vita, una famiglia, e invece io ho detto che non era nessuno>>.
Lui prese a carezzarle i capelli, emettendo un profondo sospiro alle parole che pronunciò poi l'amica :<<sono sicura che lui ora mi odi>>.
Per quanto gli costasse ammetterlo, Michael aveva notato più di una volta tutto l'affetto che traspariva dagli sguardi che Jimin rivolgeva a Eve e dai suoi modi di fare, dal tono della voce, dalle parole usate e da come il suo corpo sembrasse muoversi automaticamente per starle il più vicino possibile.
<<Eve, ascoltami bene>> la richiamò, poggiandole una mano sulla guancia e costringendola a guardarlo negli occhi :<<sei la prima persona di cui Jimin si sia fidata, la prima con la quale abbia iniziato a parlare e la prima alla quale abbia aperto la mente. Non credo che lui sarebbe capace di porre fine alla vostra amicizia per un qualcosa che tu hai detto impulsiavamente e, per di più, con l'intento di proteggerlo>>.
Eveleen chiuse gli occhi per un attimo: aveva bisogno di credergli, doveva farlo, altrimenti i sensi di colpa l'avrebbero distrutta.
<<E se l'avessi perso?>> chiese più a se stessa che a Michael, ma il ragazzo non se ne preoccupò :<<va da lui e chiediglielo>> le sussurrò infatti, per poi lasciare un bacio sulla sua guancia, ancora un po' umida a causa delle lacrime.

L'amica lo guardò riconoscente, un nuovo bagliore di speranza illuminava i suoi occhi e trasudava dalle crepe del suo cuore.
Senza perdere altro tempo, Eve si alzò e si diresse velocemente verso la camera di Jimin.
L'orario delle visite era finito da un po' e se qualcuno l'avesse vista probabilmente si sarebbe beccata una bella sgridata, ma sarebbe stato il minimo.
Dopo quello che aveva detto a Jimin, sapeva di doversi scusare
Definire Jimin "nessuno", non poteva esserci un errore più grande.
Ciò che Eveleen provava per lui cresceva di giorno in giorno, con ogni sua risata e abbraccio, con ogni singolo contatto che avevano, con la sua voce e i suoi sorrisi.
Era qualcosa di talmente grande e importante da averne addirittura paura alcune volte.

E mentre Eveleen correva a perdifiato per i corridoi del Glenn, capì una cosa.
Jimin era la sua Stella e mai avrebbe permesso che smettesse di brillare.

-Angolo Autrice🥀
Ed eccoci qui con un altro capitolo! Ormai credo che questo sia diventato il mio orario preferito per aggiornare hahaha.
Avete visto le foto rilasciate dalla Big Hit su Twitter? Io stavo praticamente svenendo. Quelle in cui sono nelle sfere trasparenti, mi sa tanto di villaggio dei folletti, credo per le piante ed i fiori all'interno hahaha.
Avete già sviluppato qualche teoria?

Passando al capitolo: le cose sembrano proprio non voler andare per il verso giusto, eh? Alla fine, ciò che Eve più temeva è accaduto e lei non ha potuto fare nulla per evitarlo.
Cosa credete succederà ora?
Vi riporto di seguito l'anticipazione del prossimo capitolo:
-Non aveva mai pensato che il contatto umano potesse essere così piacevole, ma ogni volta che la pelle di Eveleen entrava in cotatto con la sua, si sorprendeva a desiderare che quel contatto durasse per sempre.
<<ChimChim, mi dispiace davvero tanto per prima, mi perdoni?>> Sussurrò poi a bassa voce, non volendo interrompere l'atmosfera rilassante che si era creata-.

Come sempre, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, grazie mille per aver letto fin qui, alla prossima xx

||Out of the Sky|| P.Jm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora