Prologo.

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"Zoey Heather Clifford." mi chiamò mia madre."Svegliati, signorina!"

"Ma mamma" mi lamentai "Voglio dormire!". Lei mi rivolse uno sguardo intimidatorio e mi obbligò ad alzarmi. Erano le 11 di Domenica mattina ed i miei dovevano uscire, così mi diressi verso la cucina e mi versai del succo d'arancia.

"Buongiorno!" mi salutò mio padre.

"Buongiorno" sbuffai, scartando una crostatina al cacao dalla confezione.

Presi la mia colazione tra le mani e tornai in camera mia. Passai davanti allo specchio ed ebbi modo di notare che ero un disastro: i lunghi capelli rossi - ovviamente tinti - erano raccolti in una coda di cavallo spettinata, il trucco nero era complevamente sbavato e pure il septum era storto. Come tocco finale, indossavo una maglietta lunga e larga come pigiama, e dei stupidissimi calzini bianchi.

Ogni tanto mi chiedevo se era il mio aspetto esteriore a mettere paura alla gente. Non avevo amici, tantomeno ragazzi, ma ero comunque una delle più popolari a scuola. Forse proprio perchè mettevo paura a tutti.

"Zoe, noi usciamo!" urlò mia madre dal piano inferiore. Avrei voluto ereditare la voce squillante da lei.

"Fai la brava!" aggiunse mio padre, poi sentii una porta sbattere.

Non potevo immaginare che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei sentito le loro voci.

Fearless || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora