Capitolo 17 - Chantal.

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Quando mi risvegliai sentii subito una forte pressione sulla spalla, ed un dolore immenso, ed un qualcosa che mi pungeva il polso. Lottai per aprire gli occhi, ma decisi di tenerli chiusi quando ascoltai la voce di un ragazzo in parte a me.

Una voce che conoscevo.

Era Luke.

"Give a little time to me" singhiozzava. "We'll burn this out."

"We'll play hide and seek to turn this around

All I want, is the taste that your lips allow

My my, my my, give me love."

Cantava la nostra canzone mentre mi teneva stretta la mano sinistra, seduto accanto a me. "Non dovevo lasciare che tu buttassi."

"Non dovevo." continuava. Ed io intanto lo ascoltavo in silenzio, con gli occhi chiusi.

"Andiamo, fosse per me non sarebbe successo nulla. Sto davvero pensando di andarmene." continuò.

Ma io non volevo che se ne andasse.

Lo volevo con me.

E riaprii gli occhi. 

La vista mi apparve offuscata per qualche secondo, e quando tentai di alzare le braccia non ci riuscii.

Mi trovavo in una stanza d'ospedale, con mille flebo che mi pungevano il braccio destro, la spalla ed il collo fasciati, e la maglia sporca di sangue.

Poi mi ricordai tutto quello che era successo.

Luke quando vide il colore dei miei occhi sorrise, sorrise come un bambino. "Zoey!"

Mi accazerrò la fronte con la mano libera.

"Continua a cantare." lo pregai.

Lui si guardò intorno. "Dovrei chiamare gli altri ed il dottore, in realtà-"

"Non me ne frega, io sto dormendo, okay? Solo canta." lo supplicai ancora, stringendogli la mano.

Luke annuì. Fece un lungo respiro, e continuò:

"Give me love like never before

'Cause lately I've been craving more."

-

"Non muova troppo il braccio, ha dovuto affrontare un brutto intervento, per quella pallottola. Sarà difficile la riabilitazione." mi istruì il medico. "Ancora tre giorni e potrà tornare a casa, signorina Clifford.

Annuii. Mi sentivo più che fortunata: la spalla era modestamente andata a puttane, ma con un intervento e qualche mese di riabilitazione sarebbe tornata ad essere la mia spalla. Sarebbe potuta andare peggio, avrei potuto perdere un braccio, o, addirittura, la vita.

Michael guardava sollevato l'infiermiere mentre teneva i mano dei documenti. 

Il suo compleanno era andato rovinato nel peggiore dei modi, e mi sentivo la colpevole, perchè se non fossi finita a Sydney, probabilmente non avrei conosciuto Byron, e non avrei messo mio fratello dentro a questa storia.

Lo amavo tantissimo.

L'infiermiere uscì dalla stanza ed io mi sistemai l'enorme maglietta bianca di Mikey sotto le coperte.

"Ditemi almeno che gli hanno dato la pena di morte, Dio." sbuffai, lamentandomi per il dolore. Mi toccai la spalla: era molle.

"Manca una fottuta settimana al ballo ed io sono in ospedale."

Fearless || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora