•18 Capitolo•

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Sono arrivata ad un punto della mia vita in cui niente mi vada più bene. Vorrei poter urlare tutto ciò che mi opprime ma rischierei soltanto di peggiorare la mia situazione. Sento che tutto ciò che mi sono costruita attorno stia svanendo e con esso anch'io. Mi fidavo pienamente di Sara, mi fidavo di Adrien, mi fidavo e sono stata pugnalata. Devo andare avanti con la mia vita, lo devo fare per me. Cammino per strada senza una meta precisa, ultimamente non so piú cosa sia giusto o sbagliato, tutto sembra venirmi contro. È passata più di una settimana. Non parlo con nessuno della mia famiglia e a scuola evito Sara. Potrò sembrare infantile ma non mi va di ascoltare le loro motivazioni. Uffa!! non c'é mai niente che mi vada bene. Ha iniziato a piovere e non mi importa, preferisco bagnarmi e cancellare traccia delle lacrime versate precedentemente dal mio viso con l'acqua piovana. È una sensazione bellissima, per un attimo la pesantezza sembra affievolirsi e il mio stato d'animo risollevarsi. Penso a come sia stato gentile con me Elias, mi ha fatto sentire protetta nonostante il suo problema. Solo ora sto notando i pesi di questi ultimi tempi, avevo una famiglia davvero unita e una migliore amica con la quale avevo affrontato di tutto, mi domando cosa sia successo, a cosa è dovuto tutto questo. Inizio a tremare un pó, non ha smesso di piovere e io sono ancora qua, su un marciapiede in compagnia di alcuni passanti che corrono per ripararsi dalla pioggia come fosse veleno che cade dal cielo. Forse sono io quella strana, e chi può saperlo meglio della gente che ti guarda senza vederti realmente per quello che sei. Decido di andare a prendermi qualcosa di caldo, inizio a sentire tanto freddo. Mi guardo intorno e intravedo un piccolo bar, all'esterno non sembra un granché. Entro e devo dire che l'apparenza inganna perché è davvero molto bello. É in stile moderno con diversi quadri astratti, molto innovativo. Mi siedo su uno sgabello e chiamo la barista per ordinare una cioccolata calda. -Giornata difficile?- chiede la ragazza dietro il bancone. -Soltanto un pó- dico facendo un mezzo sorriso. -Come ti chiami ragazza ?- che importanza potrà mai avere sapere il mio nome? -Louise, il tuo invece?- la guardo a mia volta. -Nora- mi porge la cioccolata sedendosi a sua volta  con una tazza fumante davanti.  -Grazie- rispondo iniziando a girare il liquido all'interno della tazza, ne prendo un cucchiaio e lo faccio scendere giù per la gola ancora caldo, ho bisogno di calore. -Cosi rischi di ustionarti- dice facendo una risata. -Mi ci vuole proprio, sto ghiacciando- dico prendendone ancora. -Proprio una brutta giornata quella di oggi- sospira come rassegnata. È una ragazza molto alla mano, non le solite tizie arroganti che si incontrano spesso. Anche se non la conosco la sua compagnia è molto piacevole. -Che ti è successo Louise?- mi guarda seria. -Niente, sono solo stanca e molto bagnata- sospiro. -Vuoi parlarne?- chiede ancora. - No, cioè non è niente di che, tranquilla.- dico nel mentre che mi avvio per andare a pagare. -Ok, spero di non esserti sembrata opprimente- dice facendo lo scontrino. - Ti dovrei ringraziare invece, anche se non mi conosci ti sei interessata a me e in pochi lo fanno. Grazie di tutto, ci si vede Nora.- dico pagando e uscendo dal bar. -Ciao Louise, è stato bello conoscerti.- Per fortuna ha smesso di piovere, è già tardi e dovrei tornare a casa ma non ne ho  voglia. Faccio qualche passo e alzando lo sguardo vedo Elias venire nella mia direzione. È davvero bello e così dolce che non so descrivere a parole le sensazioni che provo quando lo vedo. -Hei Louise- si avvicina prendendomi il viso tra le mani e guardandomi dritta negli occhi mi rilascia un dolcissimo bacio che non dura molto sulle labbra. Sospiro nella sua bocca, ci voleva proprio, è come ritornare a respirare. Lo abbraccio. -Mi sei mancato così tanto- dico tirando sul col naso, sembreró una bambina. -Anche tu mi sei mancata, Louise.- fa per alzarmi il viso ma io lo riabbasso, non voglio che mi guardi nel mentre che sono così fragile. Non so in che tipo di rapporto siamo, per adesso mi basta sapere che se ho bisogno posso contare su di lui, me lo ha dimostrato più di una volta. Ovviamente vorrei essere per lui qualcosa di più, ma tempo al tempo credo che le cose si facciano strada da sole. -Louise, guardami ti prego. Non nasconderti da me, è inutile perché mi piaci così tanto che farei pazzie pur di riuscire a vederti. Mi capisci vero? Capisci che io ti voglio per come sei? Per come ti vedo dentro?- lo guardo con le lacrime agli occhi. -Dici sul serio? In fondo non mi conosci molto, sai poco su di me.- dico pensierosa.
-Credimi, mi basta quel poco per sapere che sei importante, per me. Ormai sei entrata nella mia vita e difficilmente riuscirai ad uscirne.- ha un sorriso così sincero, sembra così irreale tutto questo che scoppio a piangere. Lo stringo sempre più forte a me e ad un certo punto decido di unire le mie labbra alle sue per fargli sentire questo turbine di emozioni che mi circolano in corpo. Pian piano sto facendo entrare Elias nel mio mondo, un mondo di cui soltanto io ho la chiave. Riuscirò a non rovinare qualcosa di così bello? Metto le mani tra i suoi capelli e lo avvicino sempre di più, mi rendo conto di volere più che mai il suo tocco su di me. Vorrei sentirlo mio, ed anche se le cose non andranno per il verso giusto lui sarà il mio punto di riferimento. Si stacca dal bacio e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurra con voce roca : "Sei già mia, piccola". Rimango spiazzata. Lo guardo stupefatta.  L'unica cosa che riesco o mi forzo di dire è  : "E tu, sei già mio?", non credo lo abbia sentito. Forse ho immaginato tutto. - Dalla prima volta che ho incrociato il tuo sguardo, li ho capito di appartenerti.- non posso fare a meno di continuare a baciarlo. Forse esiste davvero il lieto fine e io vorrei tanto che lui fosse il mio.

Due cuori a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora