•8 Capitolo•

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Nel dubbio decido di rispondere.

-Pr..onto..o?-rispondo timida accennando un piccolo sorriso.

-Louise, sono Elias.-sembra serio, quasi in imbarazzo.

-Ciao Elias.- che strano però, dovrei essere io quella in imbarazzo e non lui. Ciò mi fa sorridere ancora di più, non immaginavo di poter arrivare a tal punto. Io che gli creo imbarazzo. Proprio assurdo.

-Ti disturbo? Hai da fare?- è proprio nervoso lo si nota subito dal tono di voce. Mi diverte proprio sentirlo cosi agitato.

-No no no.- affermo troppo velocemente con la paura che possa chiudere la chiamata. Adesso sono io quella agitata. Quando mi ha fatto quelle domande sono andata nel panico, pensavo che se non avessi risposto subito avrebbe attaccato.

-Tranquilla, sono qui. Non vado da nessuna parte.-risponde divertito a causa del mio tono di voce.

-Si lo so.-divento improvvisamente seria. È così facile andare via, lasciare tutto e fuggire lontano. I miei genitori ,se posso definirli tali, ne sono un esempio. Non ci hanno pensato più di una volta a scaricarmi in un'altra famiglia per crearsene una nuova loro. Se avessi un pò di coraggio me ne andrei anch'io per ricominciare daccapo , ma forse dovrei chiederne un pò a loro che ne hanno avuto davvero tanto nel lasciarmi. Chissà a cosa pensavano quando hanno preso questa decisione, ma una cosa giusta sono riusciti a farla. Mi hanno affidata ad una famiglia meravigliosa, non potevo chiedere di meglio. A riscuotermi da questi pensieri è Elias.

-Dico davvero, Louise. Credimi.- dovrei credergli? Fidarmi? Non lo so. Posso dire che l'unica persona di cui posso fidarmi sono io stessa. Solo io so di cosa ho bisogno e quello che ho passato. Forse per questo sono diventata così diffidente con gli altri.

-Allora quando lo prendiamo questo buon caffè?-cambia discorso, avrà sicuramente notato il mio cambio d'umore.

-Bhe.. Quando vuoi tu, non sono una tipa molto impegnata.-

-Ti va se andiamo domani? Ti passo a prendere a scuola e poi ti porto in un posto che non potrai fare a meno di amare. Ne sono certo.-sembra davvero contento per domani. Spero solo non stia recitando.

-Va bene. Allora a domani, buonanotte Elias.- attacco prima che lui possa rispondermi. Lo so ho sbagliato. Non avrei dovuto farlo. D'improvviso sento il cellulare vibrare, è un messaggio. Un suo messaggio : ''Buonanotte anche a te, Louise''. Direi che mi ha spiazzato proprio , non me lo sarei aspettata. Sono stata così ingiusta, ma nel momento in cui ha detto quelle parole ho visto tutte le mie difese crollare come se niente fosse, mi sono spaventata. Devo imparare a reagire, non posso continuare a nascondermi. Mi stendo un po' sul letto per riflettere , che situazione assurda. Come ho fatto a ritrovarmici dentro? Io che fino a qualche settimana fa non esistevo per nessuno, domani ho un appuntamento con Elias. Credo sia un appuntamento, no?! Sono davvero stupita, non so che pensare. Okay adesso basta rimuginarci su, direi che è giunto il momento di alzarsi, sono più di venti minuti che sto qui nel letto a guardare il soffitto della mia stanza rischiando di impazzire. Mi alzo e decido di mandare un messaggio a Sara nel frattempo che scendo di sotto. Guardo l'orologio e sono già le 9 di sera , si è fatto tardi e io ancora devo sistemare. Spero di riuscire in tempo per l'arrivo di mia madre. Adrien dovrebbe rimanere nel suo dormitorio al college, solo poche volte a settimana ritorna a casa. Infatti, sono quasi sempre da sola. Anche mia madre quasi sempre non c'è , a causa del suo lavoro. Sento suonare il campanello, mi affretto così a raggiungere la porta, sarà sicuramente lei. Apro e non credo ai miei occhi. Sara con un borsone in mano e i suoi bellissimi occhi verdi che sgorgano fiumi di lacrime. Istintivamente la stringo a me. Odio vederla così. - Adesso ci sono io con te, tranquilla.- mi stringe sempre più forte. Decido di portarla nel salone e di farla accomodare sul divano, appena noto che sta per tranquillizzarsi le domando cosa le sia successo. Non risponde. Sarà esausta. -Stenditi un po' qui. Io ti preparo un tè e torno subito, okay?- annuisce. Arrivo in cucina e mi ritrovo a piangere come una bambina. Cosa faccio? Come posso aiutarla? Come posso alleviare il suo dolore? Non lo so , non sono brava in questo. Cerco di calmarmi, devo essere forte per lei. Metto l'acqua a bollire e chiamo mia madre. Il cellulare squilla , ma lei non risponde. Le lascio un messaggio in segreteria dicendole che Sara resterà da noi per un po'. Spero arrivi presto. Ritorno da Sara con una tazza di tè fumante, vedendomi arrivare si siede e mi accenna un piccolissimo sorriso. - Bevilo tutto , ho fatto il tuo preferito.- le dico sorridendole. - Grazie davvero , Lou. Non so cosa avrei fatto se non ci fossi stata tu.- mantiene uno sguardo basso, non mi guarda. - Non ringraziarmi. Farei di tutto per vederti sorridere.- la guardo accarezzandole i lunghi capelli rossi. Lo farebbe anche lei per me. Finito il tè l'accompagno nella mia stanza , io credo dormirò nel letto di Adrien. Mentre saliamo le scale non dice niente. Arrivati mi guarda rassicurandomi che domani mi racconterà tutto, non è ancora pronta, ma non le faccio una colpa. Rispetto la sua decisione. L'abbraccio e mi avvio nella stanza di Adrien. Mi metto una delle sue magliette che ho trovato dentro al cassetto, profuma ancora di lui. Mi stendo sul letto coprendomi con le coperte e crollo in un sonno profondo.

A svegliarmi sono le grida di mia madre. -È pronta la colazione ragazzeeee!!!- Che bel risveglio , ci voleva proprio. Mi alzo controvoglia e vado a vedere come sta Sara. Entro nella mia stanza e la vedo ancora dormire. Decido di svegliarla , dobbiamo andare a scuola. -Sara, svegliati.- dico scuotendola. Apre subito gli occhi , mi guarda corrucciando la fronte. Sembra confusa. -Louise ? Sei tu o sto sognando?-

-Sono io, Sara. Sei a casa mia , non ti ricordi ?- credo stia resettando i pensieri.

-Si adesso ricordo, sono venuta da te ieri sera.- si incupisce.

-Bene , adesso andiamo a fare colazione. Ci aspetta una lunghissima giornata.- ed è così che ci avviamo giù per le scale , sperando che anche questa giornata passi in fretta.

Due cuori a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora