•13 Capitolo•

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Li ho cancellati. Li ho cancellati tutti quanti. Sono stata stupida lo so, ma ho agito secondo i miei sentimenti. Almeno è quello che continuo a ripetermi. Mi sono svegliata con questo pensiero fisso e per mia fortuna oggi è domenica, non credo sarei riuscita a concentrarmi a scuola. Ultimamente sto con la testa fra le nuvole e il mio livello di concentrazione è calato di molto. Scendo di sotto per stare un po' con la mia famiglia, è da molto che non stiamo insieme. -Mamma!!- la raggiungo per abbracciarla. Devo dire che il rapporto con mia madre è migliorato col passare del tempo. All'inizio ero molto chiusa in me stessa ma adesso posso ritenermi contenta di quello che abbiamo creato, un rapporto di amicizia e amore. Non so che fine avrei fatto se non ci fosse stata lei, la mia ancora. -Louise, amore- mi piace abbracciarla e sentire il suo odore, l'odore di chi non ti abbandonerebbe mai. -Che facciamo di bello oggi?- chiedo sciogliendo l'abbraccio. -Amore scusami ma oggi non posso stare con voi. Ho davvero tante cose da sbrigare.-termina con un triste sorriso in volto. È molto strana in questo periodo, non è quasi mai a casa a causa del suo lavoro ma deve esserci sicuramente qualcos'altro. Non ne che ci sta nascondendo qualcosa? - Perché?- mi sono irrigidita parecchio, sono stufa di stare sempre da sola. Questo è il mio difetto più grande, divento subito nervosa e inizio a dire cose che non penso realmente. Infatti subito dopo iniziano a venirmi i complessi. -Perché alla fine sono sempre sola?Perché sono così sola? Perché mi abbandonate sempre tutti ?- le urlo contro tutto quello che mi sono tenuta sempre dentro. Non dovrei dirlo, specialmente a lei ma non c'è la facevo più. Lei mi guarda con quegli occhi castani pieni di tutto e niente, perché lo so. Si sta lasciando andare, da molto tempo non è più la stessa. Mi viene da piangere, vorrei sprofondare e non risalire mai più in superficie. Che importanza ha tutto questo se poi non hai nessuno pronto a subire le tue sofferenze, a dirti che andrà tutto bene. Andrà mai bene? Non le lascio neanche il tempo di parlare che mi avvio verso la porta per uscire. Vado addosso ad Adrien ma non cerco neanche di scusarmi, non potrei guardarlo che scoppierei subito in lacrime davanti a lui e non voglio. -Dove vai?- e l'ultima cosa che sento dopo essermi chiusa la porta alle spalle. Inizio a scendere le scale velocemente, non ho niente con me, niente di niente. Non posso tornare indietro, devo andarmene adesso. Esco dal palazzo e inizio a camminare senza una meta precisa. Cammino e basta cercando di non dare troppo all'occhio. Vorrei essere invisibile, vorrei che nessuno mi vedesse. Potrò diventarlo un giorno? Potrò passare inosservata senza che la gente pensi male di me? Le persone sono crudeli, senza sentimenti. Sono tutti così egoisti. Vedo tutto offuscato a causa delle lacrime che scendono senza sosta. Non mi accorgo neanche di essere caduta per terra. Non mi accorgo del freddo che mi sfiora la pelle. Non mi accorgo delle persone che mi circondano. Ci sono solo io, solo io con i miei problemi. Riesco sempre a rovinare tutto. Sono io quella che causa problemi, uno dietro l'altro. Per questo tutti stanno alla larga da me. Sono scoppiata senza un motivo preciso perché mi tengo sempre tutto dentro. Mi sento scuotere per le spalle, non ho neanche la forza di alzare lo sguardo e vedere chi sia. Che cosa vogliono ? Cosa vogliono da me? Sento ripetere il mio nome, riconosco quella voce, la potrei riconoscere ovunque. Mi stringe a se, mi stringe forte. Appena sono fra le sue braccia scoppio ancora di più in lacrime, sembro una piccola bambina indifesa, una bambina che ha bisogno di protezione e sostegno. Mi ci aggrappo con tutte le mie forze. Sento una sorta di peso scivolarmi addosso. -Va tutto bene, ci sono io adesso.- non riesco a rispondere, l'unica cosa che continuo a pensare è al suo buonissimo odore. Mi porge una mano per aiutarmi a rialzare. Subito dopo la intreccia con la mia. Iniziamo a camminare, nessuno dei due parla. -Sono stato un idiota- finalmente alzo lo sguardo per vederlo. -Ma ci sono dei motivi per cui ho agito in quel modo. Potrei sembrarti un ragazzo normale a prima vista ma la realtà purtroppo non è questa. È da molto tempo che tutto ciò mi accompagna, diversi anni, tantissimi anni. Potrei chiederti di dimenticare quello che hai visto ma so che non è possibile. So che ti ho ferito, d'altronde ferisco tutti sotto quell'aspetto ma sto cercando di uscirne, almeno ci provo. Sicuramente non ci starai capendo niente, ma ti chiedo di fare uno sforzo per capire. Non sono ancora pronto a dirti quello che mi succede, però vorrei che cercassi di comprendermi. Non sono io quello che hai visto, vorrei tanto non esserlo.- ascolto tutto in silenzio. Di colpo mi fermo e lo guardo. Non so per quale motivo ma metto le mie braccia attorno al suo collo e alzandomi sulle punte dei piedi mi avvicino al suo orecchio sussurrandogli ciò che sento in questo momento - Elia..s aiutami a risalire in superficie, ti prego. Sento che sto per annegare.- lo vedo irrigidirsi e respirare con più difficoltà. Mi scosta una ciocca di capelli dal viso e mi guarda dritto negli occhi, gonfi e ancora umidi a causa del pianto. Delicatamente mi accarezza una guancia e si avvicina - Solo se anche tu farai lo stesso Louise. Sento di stare annegando anch'io.- -Cercheremo di non annegare insieme allora- lo dico nel modo più sincero possibile. -È quello che volevo sentire uscire da queste adorabili labbra.- lo guardo stupefatta da quello che ha appena detto. Mi allontano subito. Che sto facendo? Che stiamo facendo? -Ho detto qualcosa di sbagliato?- si avvicina di colpo finendo uno addosso all'altra a causa del muro alle mie spalle. -Non allontanarti da me, non farlo mai più. Per favore.- mi tremano le labbra a causa del freddo e della sua vicinanza. -Stai tremando?- si avvicina ancora ed ancora fino a quando le sue labbra sfiorano le mie. Non mi sarei aspettata mai una cosa così da me. Non credevo di poterlo fare realmente. Ma non potevo starmene con le mani in mano, così fui io ad accorciare quella distanza che ci divideva e lo baciai, lo baciai come se non ci fosse un domani, come se lui fosse il mio respiro, come se lui fosse il mio ossigeno. Era tutto così strano per me, mi ero sempre chiesta che cosa si provasse nel mentre che si sta baciando una persona ma in quel momento mi fu tutto più chiaro, capì che in quel bacio avrei ritrovato me stessa , quella sicura e determinata. Quella che avrebbe potuto contare su qualcuno, per una volta nella sua vita. Il bacio si fece subito rovente, non sentivo più freddo e il suo sapore era la fine del mondo. Non so spiegare quello che stavo provando in quel momento ma sono sicura che capirete. Capirete che in quel momento ero felice, davvero felice. Si staccò da me privo di fiato e mi guardò. -Era da tanto che aspettavo questo momento.- mi imbarazzai subito e abbassai lo sguardo iniziando a mordermi le labbra che sapevano ancora di lui. - Non stuzzicarmi Louise. Smetti di morderti le labbra in quel modo.- Alzai lo sguardo e vidi quella buffissima espressione sul suo viso. Era davvero adorabile in quel momento, infatti non potei resistere e lo baciai, lo baciai ancora. Dimenticandomi di tutto e di tutti perché esistevamo soltanto noi due, le nostre labbra che si divoravano in cerca di un posto sicuro in cui potersi rifugiare ed i nostri cuori che battevano all'unisono.

Due cuori a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora