Cap. 17 - Ripensamenti

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Il lavoro procedeva a rilento. Tra poco il gruppo ad investigare sul caso Kira si sarebbe sciolto. La motivazione? Gli omicidi erano terminati. Di botto. L'unico che ancora si incaponiva a volerlo scovare era L; proprio l'unico che avrebbe dovuto lasciar perdere.

Sarebbe stato tutto molto più facile se avesse accolto lo scorrere degli eventi, se si fosse lasciato alle spalle tutto quel dolore, quegli omicidi e si fosse concentrato su Light, su quello che gli poteva offrire in quel momento, sulla loro relazione appena nata. Ma, ovviamente, era ancora ossessionato da quel pluriomicida che gli intasava la mente con tante domande e veramente poche risposte; ne riceveva così poche più per la sua distrazione che per altro: ogni momento che si prendeva per riflettere sull'indagine che ancora lo tormentava, si scopriva poco dopo immerso in pensieri poco casti su Light. Come se non bastasse la mente iniziava a giocargli brutti scherzi imbrogliandolo e confondendolo con i giorni, le date. Mai nella vita si era ritrovato in una tale condizione, era arrivato ad un punto cieco. L era tre dei detective più bravi al mondo, ricevere una sconfitta non faceva parte di lui. Era palese che l'unica colpevole della sua distrazione fosse la presenza di Light, gli impediva di riflettere lucidamente e di osservare il tutto, di ripetere gli ultimi passaggi per arrivare ad osservare il grafico completo dell'accaduto. Stava piano piano perdendo la sua forza: la sua intuizione, la sua intelligenza.

Ma nonostante tutto, non si sarebbe lasciato scappare quel ragazzo. Avrebbe rischiato di perdere il primato tra le menti più geniali per lui.

D'altro canto questo caso andava risolto, quanto meno per togliersi un grosso peso di dosso e lui non ne era visibilmente in grado; era necessario si rivolgesse a qualcun'altro cosicchè avrebbe potuto godersi Light e contemporaneamente avere la certezza che ci fosse qualcuno al suo posto a continuare le indagini.

Ormai Light non faceva più parte dei sospettati . Più, e più volte L ignorava la piccola vocina che gli sussurrava nell'orecchio di aver sbagliato tutto, che fosse proprio lui il colpevole.

Le prove della sua innocenza erano prove e l'amore era amore, proprio per questo L aveva lasciato che tutti quei futili pregiudizi l'avessero abbandonato. Non dimenticò, però, di fare presente a coloro che avrebbero preso il suo posto dei suoi precedenti dubbi, facendo sì che non tralasciasse dettagli.

Questa sua operazione di trasferire tutto a qualcun'altro doveva essere segreta, ma L era sicuro che Light avesse scoperto qualcosa, d'altra parte si assentava quasi ogni giorno per le sue innumerevoli telefonate ed i suoi incontri, poi tutte quelle domande trabocchetto ricevute da Light ed infine la conversazione sul possibile amico...

* * *

Light, d'altro canto, era alquanto scocciato e soprattutto contrito dagli atteggiamenti di L. Aveva abbandonato il sogno di una vita per lui ed era stato ripagato così: con dei sotterfugi... Di tanto in tanto aveva dei ripensamenti, gli sarebbe bastato un infimo gesto per ricominciare ad uccidere criminali ed un altro per eliminare definitivamente il suo amato. La sola consapevolezza, la sola certezza di poterlo fare gli dava in un qualche modo conforto, come se quando le cose fossero andate storte lui avrebbe potuto vendicarsi; e le cose stavano iniziando ad andare storte: L non si era ancora arreso e tutto ciò era tremendamente sbagliato, inoltre non c'era giorno in cui non si rinchiudesse in una delle tante stanze del quartier generale per telefonare all'amico misterioso. Aveva chiesto a Ryuk di origliare, ma non si era rivelato molto propenso a volerlo aiutare da quando Light aveva rinunciato alla sua causa. Di conseguenza era costretto ad appoggiare l'orecchio alla porta ed a captare solo frammenti di parole che non gli erano granchè utili. Era stanco di rimanere sempre sulle spine, di vivere con il timore di essere scoperto, magari dalla persona misteriosa con cui parlava L. Doveva risolvere questo grande dilemma, doveva smettere di tartassarsi la testa di questi pensieri.

* * *

Light era steso sul suo letto con le mani dietro la testa e lo sguardo sprofondato nel vuoto. Era in attesa di un'illuminazione che lo cogliesse di sorpresa e gli risolvesse tutti i problemi. Stava fissando da talmente tanto tempo Il soffitto che piano piano iniziava a prendere strane forme. Prorpio quando cominciava a sostenere di essere impazzito la porta della sua stanza si aprì rivelando un L più assonnato del solito. Light lo guardò di sottecchi senza dire una parola, in attesa. Non dovette attendere a lungo fortunatamente perchè, non appena L sprofondò nel materasso adagiandosi al suo fianco prese immediatamente a parlare

-Sembri arrabbiato-

A Light quasi quasi scappò una risata che sarebbe potuta essere tanto forte da far crollare i muri ma riuscì, incredibilmente, a trattenersi. Se era arrabbiato? Ma ovvio che sì. Era tenuto all'oscuro del piano segreto e rischiava ancora di essere scoperto, inoltre il tutto accadeva proprio quando aveva appena deciso di interrompere la sua ascesa al potere. Tutto questo lo rendeva alquanto incazzato. Preferì non rivelare questo fiume di pensieri ed emozioni ad L, anche perchè sarebbe stato pari al suicidio, quindi rimase in silenzio aspettando la prossima mossa dell'altro.

-Sei arrabbiato. Ti sei accorto che non è esattamente un amico quello a cui telefono quasi ogni giorno-

Come mai avrebbe potuto non accorgersene? Non era poi stato tanto bravo a nascondere la cosa come, evidentemente, credeva. Lo offendeva il fatto che avesse anche solo potuto pensare che sarebbe rimasto nella completa ignoranza di ciò che accadeva attorno a lui.

-Sì- rispose secco, rivolgendo uno sguardo di disprezzo ad L

-Non posso dirti cosa, per ora.- nulla di nuovo. Tutto quello che si aspettava di sentire.

-Ovviamente- commentò le parole di L con tono stizzito. Era suo dovere scoprire chi si nascondeva dietro la "cornetta" e dissuaderlo a lasciar perdere le indagini proprio come aveva fatto col quartier generale. Certo era che essendo un contatto di L sarebbe stato più difficile da convincere ma era il suo unico modo per scamparla. Se avesse visto che non riceveva le risposte che cercava, avrebbe probabilmente iniziato a pensare di eliminare L. Davvero. Nonostante lo amasse non poteva rischiare la pelle per lui, sarebbe stato troppo.


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