-Ryuzaki, ormai tutti i sospetti su Light sono caduti, è ora di smetterla con la sorveglianza.-
-Sì, ha ragione: ormai è chiaro che sono innocenti.-
I membri del quartier generale pressavano L affinchè liberasse Light ed ormai non aveva più scuse. Le prove a carico di Light erano cadute già da qualche tempo e non rimaneva altro da fare se non liberarlo. L non ne fu pienamente contento, in quanto si era abituato alla piacevole sensazione nell'averlo tanto vicino, ma fu praticamente costretto.
-Già, ormai è chiaro.- decise, infine -E va bene, ti chiedo scusa per quello che ti ho fatto passare-.
* * *
La pioggia scrosciava a fiotti. Guardando la città non si vedeva anima viva, solo tanta, tanta, tantissima acqua. Un cielo cupo ricopriva ogni cosa. Si udiva solo il rumore della pioggia che picchiava sui tetti delle case. L era lì, su uno di questi tetti che fissava la nube nera rapito, come se fosse un altro mistero da svelare. Non aveva l'ombrello, nè un parapioggia, nulla per proteggersi; lasciava che tutto gli scivolasse addosso. Avrebbe voluto risposte, fino a quel momento sempre si era affidato a verità assolute come "l'acqua bolle a 100°" oppure "Se assumi il cianuro muori quasi istantaneamente" o anche "Non esistono gli dei della morte" ...nulla aveva più senso ormai, ogni cosa aveva perso il suo significato, ogni certezza era svanita. Dentro di lui il vuoto più assoluto.
Ad un tratto il suo filare di pensieri venne bruscamente interrotto.
-Ma che cosa stai facendo qui sopra, Ryuzaki?-
Si voltò e vide Light, sotto la tettoia per proteggersi dalla bomba d'acqua. Aveva capito benissimo le sue parole, ma finse il contrario solo per poter avvicinare quel bellissimo ragazzo. Light ripetè le stesse parole, alzando la voce ma senza muoversi di un centimetro; L sorrise lievemente ed ancora una volta si portò una mano dietro all'orecchio come segno di non aver compreso. L'altro, allora, si decise ad andargli incontro. Quando gli fu vicino ripetè per l'ennesima volta le sue parole, un tocco di rimprovero nella sua voce.
-Niente ... non sto facendo assolutamente niente. - rispose L più bruscamente di quanto avesse avuto intenzione di fare, poi il suo tono tornò monotono -Ascolto il suono delle campane-
Come già detto precedentemente, si udiva solo il rumore della pioggia. Nessuna campana nei paraggi. Frasi incomprensibili uscivano dalla bocca di L e Light non riusciva a capacitarsene. Che fosse un segno? Un segno che qualcosa potesse accadere?
-Ma che stai dicendo Ryuzaki?- Light quasi urlò, L si girò verso di lui e lo osservò, com'era sua abitudine fare. Quel giorno era più bello del solito, cosa quasi impossibile. Ciocche bagnate gli ricadevano sul viso, la camicia appicciacata alla pelle che lasciava intravedere i muscoli e la sua solita aria saccente che sempre intimidiva L.
-Smettila con queste sciocchezze e torna dentro.- concluse Light senza lasciare alcuna possibilità di scelta.
-Scusami- concese L dando le spalle all'altro -Dico sempre cose senza senso, non starmi a sentire.-
Dopo questo scambio di battute arrivarono alcuni minuti di silenzio in cui L si eclissò nel suo mondo, questa volta non per pensare alle indagini, per pensare al quaderno, a Kira, agli Shinigami o ad altre cose che gli incasinavano la mente. Questa volta pensò a Light, a quanto avesse imparato ad amarlo. Sì. Lo amava. Era pronto ad ammetterlo, finalmente. All'inizio era assai titubante, soprattutto perchè riteneva potesse essere Kira, ma lui era certo di poter riconoscere una bugia quando la sentiva; e negli ultimi tempi Light era stato limpido e sincero. L aveva imparato a fidarsi di lui.
-Torniamo dentro, siamo bagnati fradici-
"È arrivato il momento che Light sappia cosa realmente mi spinge a stargli così vicino"
Pensò L mentre si dirigeva verso l'entrata dell'edificio.
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The right choices - Lawlight
Fiksi PenggemarL non faceva altro che pensare a Light. Colui sospettato di essere Kira. Credeva che il suo pensarlo assiduamente fosse dovuto proprio a questo sospetto. Ma forse si sbagliava, forse dietro c'era qualcosa di più, una ragione in più che lo spingeva a...