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Jackson:

Eravamo sdraiati sul mio letto, una piccola distanza tra di noi, entrambi di fronte al soffitto bianco e nessuno dei due spiccava una parola. L'unica cosa silenziosa che era udibile era il nostro respiro calmo.

Mark era venuto qui qualche minuto fa. Un timido bussare mi aveva svegliato dal mio leggero sonno ed ero più che sorpreso quando vidi che era il mio nuovo compagno di stanza che era lí in piedi.

Sembrava così piccolo e perso, anche se in realtà era un po' più alto di me. Mi confuse quando mi chiese se poteva rimanere nella mia stanza per stanotte.

All'inizio esitai, ma decisi che il mio letto era abbastanza grande per entrambi e sembrava davvero che avesse bisogno di compagnia. Forse non riusciva a dormire perché tutto qui era nuovo.

A volte guardavo verso di lui. Rimase lì in completo silenzio e la stoffa della sua maglietta scura delineava il suo pancino in crescita, il quale guardai ancora e ancora, senza nemmeno accorgermene.

"So che potresti pensare che sia facile per me, ma non lo è." Mi ritrassi un attimo quando la sua voce calma ruppe il silenzio nella stanza. I miei occhi lasciarono la sua pancia e guardai lentamente verso il suo viso.

"Cosa?" Chiesi un po' confuso, perché non sapevo esattamente cosa stesse cercando di dirmi ora. "La gravidanza. So che pensi che io voglia che le cose siano così. Ma non é affatto così." Disse.

"Quando ho scoperto di essere incinto, ho pianto per ore. Non sapevo cosa fare e tutto quello che volevo era abortire." Il modo in cui parlava mi fece temere quello che stava per dirmi.

"Ho visto il bambino con gli ultrasuoni e in quel momento ho iniziato ad amarlo con tutto il mio cuore. Ma sapevo che non lo avresti voluto e non volevo disturbarti. Così presi un appuntamento per l'aborto."

Degludii quando sentii che la sua voce diventava instabile e temevo che ora avrebbe iniziato a piangere. Le persone che piangevano avevano bisogno di conforto, ed io non ero assolutamente bravo a confortare.

"Cosa ha cambiato la tua decisione?" Chiesi tranquillamente. Girò la testa verso di me e sorrise." Namjoon. Aveva detto che non avrei dovuto incolpare il bambino per gli errori che abbiamo commesso." Mi disse con occhi vitrei.
Annuì, ma in realtà non mi sorprese. Probabilmente si sentiva in colpa perché non ci aveva fermato e Mark era rimasto incinto dopo quella notte. Persino io l'avevo perdonato dopo alcuni giorni.

"So che non vuoi questo bambino, lo hai mostrato molto chiaramente. Mi dispiace tanto disturbarti, ma non posso darlo via, non sarà facile e lo so, ma lo amo così tanto." Il più grande singhiozzò.

"Mark, io..." Iniziai ma mi interruppe. "Non devi essere dispiaciuto Jackson. Va bene." Disse mentre sempre più lacrime stavano lasciando i suoi occhi. Mi girai leggermente e lentamente lo avvicinai.

"Ma mi dispiace, Mark. Sono realmente dispiaciuto. Non mi era permesso trattarti così male, non importa cosa pensassi del bambino. Non ti meritavi questo e spero tu sappia che sono davvero dispiaciuto." Dissi seriamente.

Mark annuì. "So che ti dispiace e ti ho perdonato tanto tempo fa. Non sei una persona cattiva. Hai solo paura e credimi, ho paura come te." Sorrise dolcemente e si spazzò via le lacrime.

"Sì, ho paura, non posso prometterti che sarò un buon padre, ma prometto di trattarti meglio." Dicevo sul serio, del tutto onesto. Il più grande posò la mano sul mio braccio nudo e sorrise. "Lo faremo insieme." Disse.

Dopo questo ci fu un piccolo momento di silenzio. Mi sentii sollevato dal fatto che non ero l'unico ad essere spaventato e che lo avremmo fatto insieme. Il mio sguardo vagò di nuovo fino alla sua pancia e questa volta mi fece sorridere.

"Ha già un battito cardiaco?" Glielo chiesi piano e sperai che non ridesse di me. Forse pensava che fossi stupido perché stavo per diventare padre e non sapevo quando il cuore avrebbe iniziato a battere.

Sorprendentemente non rise. Invece annuì. "Sí, lo ha. Un battito cardiaco forte e sano." Sorrise amorevolmente e si accarezzò la pancia. Guardai la sua mano che si muoveva lentamente sopra la pancia che era sotto la maglietta.

Era un quadro molto carino da guardare e improvvisamente mi chiesi come ci si sentisse a toccargli la pancia. Sarebbe stato caldo? Il bambino si sarebbe mosso? Scossi subito la testa e cercai di dimenticarlo per ora.

Mark e io ci eravamo avvicinati un po' durante quest'ultimo periodo, ma ero abbastanza sicuro che toccare la sua pancia fosse un po' troppo per ora. Certo, ero il padre, ma era la decisione di Mark se mi era permesso.

"Mark?" Il ragazzo più grande mi guardò per dimostrarmi che stava ascoltando. "Posso... Lo sai?" Feci un piccolo gesto alla sua pancia e lui capì cosa volevo dire e annuì in risposta.

Lentamente posai la mia mano sul suo ventre e la accarezzai dolcemente. Era strano, ma anche piacevole. Sorrisi un po' e guardai verso Mark, che stava guardando la mia mano, prima di guardare di nuovo la sua pancia.

Nessuno di noi disse una parola e tutti e due apprezzammo il silenzio, che era sorprendentemente confortevole. Un leggero sorriso si posò sulle mie labbra mentre continuavo ad accarezzargli il ventre, fino a quando Mark si addormentò.

Misi la coperta sopra di me e lui, prima di chiudere gli occhi. Non avevo nemmeno notato quanto fossi stato stanco e ora ero molto felice di poter finalmente dormire un po'. La mia mano si sdraiò al suo posto e finalmente mi addormentai profondamente.

Positive?! || Markson [ITA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora