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Jackson:

Guardai verso Mark che stava fissando silenziosamente lo schermo luminoso del suo portatile. Era sorprendentemente silenzioso e solo il suono delle sue dita che digitavano sulla tastiera riempivano il soggiorno.

Stavo effettivamente cercando di fare i compiti, ma mi ero arreso. La matematica era troppo complicata per me e non importava se facessi i compiti o meno. La signorina Park era abituata alla mia pigrizia.

La mia curiosità si chiese cosa stesse davvero facendo Mark sul suo computer. Sembrava estremamente concentrato e non volevo interromperlo chiedendoglielo. Forse l'avrebbe detto dopo, se lo avesse fatto.

Il ragazzo più grande sospirò e si appoggiò all'indietro. La sua mano sinistra trovò strada dentro la ciotola con le caramelle accanto a lui sul divano. Stava mangiando molto durante gli ultimi giorni e temevo che avrebbe preso più peso.

Sospirai quando guardai la sua pancia che era nascosta sotto una soffice coperta rossa. Non l'avevo toccata durante le ultime settimane e in realtà dovevo ammettere che stavamo lentamente diventando di nuovo distanti.

Non mi parlava molto e non avevo nemmeno provato ad iniziare una conversazione. Eravamo soli come ogni mercoledì sera ed entrambi eravamo impegnati con le nostre attività. Parlavamo solo se necessario.

Mark era diventato più silenzioso durante gli ultimi giorni. L'improvviso cambiamento del suo comportamento mi aveva confuso, ma non l'avrei infastidito per parlarmi. Non eravamo mai stati così vicini, quindi non mi importava della distanza tra noi.

Sospirai e presi il telefono dal tavolo. Forse Namjoon aveva tempo e sarebbe potuto venire. Non mi piaceva il silenzio qui e non volevo anche disturbare Mark solo perché avevo bisogno di qualcuno con cui parlare.

Guardai il ragazzo dai capelli neri che stava digitando di nuovo sul suo portatile. "Va bene se invito Namjoon?" Gli chiesi, anche se in realtà non dovevo chiederlo. Ma pensai che fosse più carino dirglielo.

Il ragazzo mi guardò e annuì. "Certo. É casa tua." Rispose e guardò di nuovo sullo schermo. Sospirai alla sua breve risposta e mandai al mio migliore amico un breve testo e sperai che sarebbe venuto.

"Jackson?" Alzai gli occhi quando Mark chiamò il mio nome. Cosa poteva volere da me? Borbottai per fargli capire che stavo ascoltando. "C'è qualcosa di cui voglio parlare." Continuò lentamente.

"Che cosa?" Ero un po' nervoso. Sembrava molto serio e normalmente non parlavamo mai di nulla di serio, tranne della nostra bambina. Ero confuso, ma anche curioso di sapere cosa potesse essere di così importante da parlarne con me.

"Sai, viviamo insieme da molto tempo ormai e penso che ci siamo avvicinati molto." Il maggiore mi guardò con nervosismo negli occhi e ora anche io mi sentivo un po' nervoso.

Non saprei dire dove sarebbe finita questa conversazione. La mia prima idea fu che volesse trasferirsi di nuovo. Forse dai suoi genitori o dal suo amico Jinyoung. Ma in realtà sentivo che gli piaceva vivere qui.

"E durante questo periodo ho capito che puoi essere veramente premuroso e gentile se vuoi. Sei diventato molto speciale per me, Jackson e ho iniziato a provare dei forti sentimenti per te." Disse sottovoce.

Deglutii pesantemente. Adesso si stava per confessare a me? Oh, per favore no. Eravamo diventati veramente buoni amici e se si fosse confessato ora, tutto sarebbe stato distrutto di nuovo e non volevo che ciò accadesse.

E non volevo anche ferirlo. Avevo scoperto che Mark era una persona molto sensibile e potrebbe spezzargli il cuore se l'avessi rifiutato. La tristezza non andava bene per la bambina e anche io non volevo fargli del male.

Avevo causato così tanto dolore nella sua vita, ma sapevo che un cuore spezzato faceva più male di ogni altra cosa. E non lo meritava di attraversare un simile dolore, ma se adesso avesse continuato, avrebbe dovuto farlo.

Mi morsi il labbro inferiore e pensai a cosa avrei potuto dire ora per impedirgli di dire altro. Non volevo respingerlo. Era meglio per la nostra amicizia se la sua confessione fosse rimasta inespressa. Non volevo perderlo.

"Vado a prendere qualcosa da bere." Dissi velocemente ed entrai in cucina per prendere due bottiglie di coca cola per me e Namjoon. Mi sentivo male per aver lasciato Mark così, ma era la prima cosa che mi fosse venuta in mente.

Posai le bottiglie sul piccolo tavolo di legno nel cortile, in cui volevo parlare con il mio amico. Spero che potesse darmi un buon consiglio, perché ero un po' sopraffatto da questa situazione.

Corsi quasi verso la porta quando sentii il campanello che mi disse che il mio migliore amico era arrivato. Lasciai entrare il ragazzo più giovane e gli dissi di andare nel cortile. Annuì in risposta ed uscii.

Lo seguii mentre guardavo nel soggiorno. Mark era ancora seduto sul divano. Il portatile era accanto a lui e la sua faccia era sepolta nella coperta. Piccoli singhiozzi facevano tremare il suo corpo.

Mi sentivo così in colpa per averlo fatto piangere. I miei passi mi portarono a Namjoon, mentre cercavo di ignorare il groppo in gola. Il mio migliore amico era seduto su una delle sedie e mi guardava con un lieve accenno di rabbia nei suoi occhi.

"Che cosa gli hai fatto?" Mi chiese senza esitare. Sospirai pesantemente e mi sedetti su una delle altre sedie. "Non ho fatto niente." Gli risposi più o meno sinceramente.

"Dubito che pianga senza motivo." Compresi che Namjoon fosse arrabbiato e pensò che avessi fatto piangere il ragazzo più grande. Ma non l'avevo fatto. Avevo fatto del mio meglio per evitare questa situazione.

"Voleva confessarsi ma non gliel'ho lasciato fare." Dissi al mio migliore amico che adesso sembrava sorpreso. O non si aspettava che Mark avesse una cotta per me o non si aspettava che si confessasse a me.

"Perché non gli hai permesso di dirtelo?" Mi chiese confuso e si appoggiò all'indietro. Mi passai la mano tra i capelli e guardai il mio amico. "Non volevo rifiutarlo." Gli dissi e guardai nel cielo scuro.

Namjoon non disse niente per un po' e silenziosamente aspettai che lui iniziasse a parlare di nuovo. "Capisco. Ma interromperlo è in realtà simile al rifiuto. Sa che non lo ami." Disse.

Annuì lentamente. Sì, Mark lo sapeva. Le sue lacrime lo avevano detto molto chiaramente. Mi sentivo così male per averlo fatto piangere, ma non potevo fare nulla nei suoi confronti. Mi piaceva il ragazzo più grande, ma non lo amavo. Era un amico. Non di più.

Avrei davvero voluto che non si innamorasse di me. I suoi sentimenti rendevano tutto inutilmente complicato e potevo solo sperare che ci passasse sopra e che la nostra amicizia tornasse alla normalità.

Al momento potevo solo aspettare e dargli il tempo di calmarsi. Speravo solo che non avrebbe sofferto troppo. Non meritava di piangere per colpa mia, ma non potevo cambiare i miei sentimenti. Non amavo Mark.

Positive?! || Markson [ITA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora