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Mi svegliai che erano le sei di sera e per le sette e mezza dovevo essere davanti alla scuola per trovarmi con Jeremy. Aprii l'armadio in panico, non mi ero portata niente da vestire. Ma, appena aprii le ante, trovai tutti i miei vestiti più adatto agli anni '90.

"Grazie Clarke!" Esclamai infilando una gonna in jeans, una maglietta in ciniglia grigia stretta e una giacca in pelle nera sopra. Raccolsi i capelli in una coda e infilai i miei occhiali da vista tondi.

Uscii correndo con in tasca il mio cellulare del 2018 e nella borsa il cellulare anni '90 per le emergenze Clarke, come le chiamavo io.
Arrivai davanti alla scuola e aspettai con impazienza la sua presenza accanto a me.

"Ehi Emy!"

Mi voltai trovandolo più bello che mai. Nei suoi jeans larghi, la sua camicetta a quadri blu e il suo giubbottone nero, era la persona più bella che poteva esserci al mondo.

"Ciao Jeremy. Sono davvero contenta di vederti."

"Anch'io. Vieni, facciamoci un giro." Sorrise prendendomi la mano e trascinandomi con lui verso la città.

Mi sembrava di sognare, era così surreale. La sua mano sulla mia, la sua voce, i suoi capelli così soffici... Tutto lì per me. Ero follemente innamorata di lui e non ci potevo fare niente.

"Oggi è il mio compleanno." Disse guardandomi.

"Lo so." Mi sfuggì ma poi, notando il super guardo confuso, mi corressi "volevo dire, davvero? Scusa, è che sono ancora scossa dal viaggio." Mi inventai arrossendo leggermente.

"Tranquilla." Sorrise passando una mano intorno alle mie spalle e stringendomi a se.

Ma com'era possibile? Era una cosa così strana che sembrava un sogno.

"Perché sei con me invece che con i tuoi amici?" Chiesi curiosa mentre osservavo i suoi lineamenti perfetti.

"Non lo so, dimmelo tu." Rispose ridacchiando.

Camminammo per più di due ore senza mai staccarci. Le palme toccavano il cielo, le stelle facevano compagnia alla luna, i lampioni riflettevano le nostre ombre a terra ricordandoci che eravamo due sconosciuti che si comportavano da amanti. Era tutto così perfetto, ma un pensiero mi balenò per la mente.

Non potevo affezionarmi a lui, o avrei cambiato il futuro drasticamente. Non feci a tempo a dire niente che Jeremy si fermò.

"Da dove spunti fuori tu? Sono solo poche ore che ci conosciamo e già ho perso letteralmente la testa per te." Sussurrò accarezzandomi la guancia.

"Jeremy io..." Ma prima che potessi dire qualunque cosa mi baciò.

Io e Jeremy Renner, non che il mio attore preferito, ci stavamo baciando in un pontile nel oceano. Mi sentivo un peso addosso, una responsabilità troppo grande per una ragazza di diciott'anni.

"Non posso..." Sussurrai guardandolo negli occhi, cercando un segno di debolezza nei suoi confronti. Ma purtroppo sembrava così convinto di quello che stava facendo.

"Perché?" Chiese sconcertato. Mi asciugò una lacrima dalla guancia.

"Tra tre giorni dovrò andarmene e non so quando tornerò." Dissi così stanca di dover rinunciare a tutte le cose a cui tengo.

"Allora gustiamoci questi tre giorni." Sorrise.

Mi prese la mano e mi tracinò correndo come li vento. Mi stava portando con lui, stava rinunciando ai suoi amici per una ragazza come me.
Arrivammo in un Luna Park enorme, pieno di attrazioni di ogni tipo. Lui sorrise, sembrava un bambino che scartava i regali di Natale.

"Questo è il mio posto preferito." Disse stringendomi a se.

"Anche a me piacciono molto i Lina Park, lì trovo davvero pieni di emozioni." Sorrisi per poi trascinarlo nella casa stregata.

Lui si fermò davanti e ridendo mi disse che non voleva entrarci.

"Scherzi? Entro solo perché ci sei tu. Quindi ricambia il favore." Lo minacciai prendendolo per il giubbotto e portandolo dentro.

Dopo cinque minuti uscimmo terrorizzati come due bambini dopo aver visto chissà cosa.

"Neanche fossimo due bambini che hanno appena visto Coraline." Risi.

"Che?" Chiese ridacchiando.

"Quel film per bambini super spaventoso!" Esclamai sorpresa ma poi capii.

"Non l'ho mai visto." Disse.

"Ah giusto, non è molto conosciuto." Cercai di sviare il discorso e iniziai a parlare di cinema. Me ne intendevo molto così gli chiesi cosa lo aveva spinto a voler diventare un attore.

"Ho sempre amato recitare e cantare, appena ho capito che era proprio quello che volevo ho deciso di provarci." Spiegò saltando nel muretto che delimitava il pontile con l'acqua.

"A me piace molto Tom Hanks. Soprattutto in Forrest Gump." Spiegai.

"Mai sentito quel nome in tutta la mia vita." Vedevo che cercava di pensare ad un film con quel nome ma poi realizzai che doveva uscire dopo pochi anni.

"Mi sono confusa... Non era quello il nome. Era Splash." Dissi.

"Quello della sirena? Era davvero bello, davvero romantico." Sorrise ma poi, dopo aver sentito un grido, notai che Jeremy non era più nel pontile.

Mi prese il panico, così corsi a vedere dov'era.

"Jeremy!" Gridai in preda al terrore più profondo.

"Sono qui, ho fatto un bel tuffo." Rise gridando per farsi sentire.

"Non farlo mai più! Vieni fuori che ti prendi un malanno." Lo richiamai andando nel bagnasciuga a recuperarlo.

Uscì dall'acqua fradicio così fui costretta ad accompagnarlo a casa subito così che non andasse in ipotermia.
Arrivati a casa sua, mi invitò dentro.

"Vorrei molto, ma sono davvero stanca. Ci vediamo domani." Sorrisi baciandolo dolcemente.

"A domani ragazza misteriosa." Sorrise ricambiando il bacio.

Mi voltai uscendo dall'appartamento e appoggiandomi alla porta appena la chiuse.

Se solo sapesse quanti misteri nascondo...

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