Appena ritornai nel mio piccolo paesello, in quel buco di stanza dove uno sconosciuto a me vicino aveva costruito una macchina del tempo, sentii un peso nella bocca dello stomaco.
"Buongiorno Emy." sorrise Jason uscendo dallo stanzino accanto a dove ero io.
"Ehi Jason." mi alzai dalla sedia e, sistemandomi velocemente, iniziarono a comparire le solite immagini nella mente.
Mi accasciai, fortunatamente Jason era lì per aiutarmi."Tutto bene?" domandò quando riuscii a calmarmi.
"No... Jason, ho delle continue visioni. Ma non so chi sia il protagonista!" ero disperata, mi appoggiai al suo petto per poi scoppiare a piangere.
"Vuoi dirmi cosa vedi?"
"... Un uomo. Mi sta baciando, mi dice di amarmi. E io sono adulta ma... Non ho mai vissuto quelle cose." sussurrai per poi abbassare lo sguardo ancora.
"Com'era vestito? Magari è solo un sogno..." cercò di convincermi.
"Aveva una camicia azzurra, portava un paio di pantaloni neri e... Aveva i capelli castani e spettinati." spiegai asciugandomi le guance.
Lo vidi preoccupato, come se quello che stessi dicendo faceva paura anche a lui. Si guardò in torno, per poi riguardarmi negli occhi.
" In che anno era?"
"Circa nel 2040... Avrò avuto quarant'anni circa."
Si portò una mano sulla bocca e imprecò sotto voce. Cosa c'entrava lui?
"Jason, c'è qualcosa che devo sapere?" domandai alzandomi è seguendolo.
Lui si voltò tirando uno dei sorrisi più falsi che io avessi mai visto.
"No! Assolutamente! Pensavo ad una cosa ma non stava né in celo né in terra." rise sforzatamente.
Annuii senza sembrare turbata, ma appena uscii da quel negozio iniziai a ragionare su quello che potevo fare. Dovevo scoprire cosa sapeva, dovevo capire cosa mi sarebbe successo nei miei 40 anni.
Ne parlai con Cece, che era sempre più confusa.
"Credo che la tua situazione sia, passami il termine, una bella merda." rispose facendomi leggermente ridere.
"Ok, ma che posso fare?" domandai esasperata.
"Semplice! Vai nel 2040!" esclamò come se fosse una cosa semplice.
Ma infondo lo era, bastava entrare nel negozio senza che Jason se ne accorgesse e andare avanti nel 2040.
Salutai Cece velocemente e mi incamminai verso il negozio. Aspettai dieci minuti, e poi ci fu il miracolo. Jason uscì dal negozio senza chiuderlo e se ne andò al bar difronte. Mi intrufolai stando attenta che non mi vedesse e mi posizionai nella sedia. Cinque secondi ed ero in una calda giornata di maggio nel 2040. Dovevo solo trovare la me adulta, vedere cosa stava succedendo e capire perché Jason sapeva tutto. Notai di non avere il mio braccialetto portafortuna, ossia quello che mi aveva regalato Jeremy."Merda! L'avrò lasciato a casa..." sbuffai togliendomi la felpa e legandomela in vita.
Camminai per le strade del centro e cercai di pensare con la mia testa. Avrei voluto fare la scrittrice o l'attrice... Dove avrei potuto abitare? Gironzolai per il centro, non sarebbe cambiato nulla. Notai che il negozio di Jason non c'era più, cosa che stranamente non mi fece né caldo né freddo.
"Emy!" sentii urlare da dietro di me.
Mi si gelò il sangue, nessuno doveva vedermi così. Mi girai lentamente, quasi sicura di trattasse di Cece. Infatti era lei, ma non stava chiamando me. Mi spostai per passare inosservata, mettendomi in un punto tattico per non essere notata.
E poi la vidi; ero io, adulta ma molto raffinata. Ero la donna che avrei sempre voluto essere. Era da sola, con in mano un cappuccino schifoso preso da Starbucks ma che faceva figo quindi... Cece era la solita Cece, ma era cresciuta anche lei."Dov'è il tuo amore eh?" domandò Cece alla vecchia me.
"Dovrebbe arrivare a momenti... Quello scemo è sempre in ritardo." rispose ridendo.
Parlarono ancora per un po', quando nel telefono della vecchia Emy comparì un messaggio che la fece scusare con Cece e la fece andare da qualche altra parte. La seguii, sperando non si accorgesse della mia presenza. Si fermò davanti alla Starbucks e si mise a messaggiare. Cristo Santo, spero davvero di non stare sempre al telefono nel futuro! Mi stavo per stancare, iniziai a pensare che tutto quello che stavo facendo non aveva senso. Ma se avevo visioni voleva dire che qualcuno del passato stava cambiando il mio futuro. Stavo per voltarmi quando notai un uomo con gli occhiali da sole avvicinarsi a lei... Fu questione di secondi; lui sorrise, lei sorrise, si baciarono e lei pronunciò quel nome. Mi cadde il telefono a terra.
"Emy." sentii alle mie spalle.
"Jason." sussurrai vedendo la futura me con l'uomo che mi aveva cambiato la vita quando avevo solo 18 anni.
Mi voltai, trovandolo lì.
"Ho trovato il tuo bracciale nella sedia e ho immaginato fossi qui."
Non sapevo cosa dire, ero pietrificata. Cosa stava succedendo? Guardai ancora davanti a me, vedendo la me 40enne con Jason Clarke.
Non dissi niente, con passo svelto mi incamminai dalla parte opposta a quella dei due piccioncini.
" Emy aspettami!" esclamò Jason affiancandomi.
Mi blocca voltandomi "quando pensavi di dirmelo eh?"
"Emy, ti prego."
"È per questo che mi hai fatto provare quella diavolo di macchina?! Chi ti ha dato il diritto di cambiarmi la vita, dimmelo avanti!" le mie corde vocali iniziarono a bruciare, ma poco mi importava.
"Non potevo vivere nel futuro Emy! Mi ero innamorato di te! Non l'ho fatto apposta, te lo giuro!"
"Hai manipolato tutta la mia vita, tutta quanta. Se non fosse stato per te sarei un'adolescente normale, che fa cose normali! Invece sono vincolata ad una persona e ho già il futuro scritto! Ti odio!" gridai per poi premere il pulsante per il ritorno.
Mi trovai seduta nella sedia con le mani tremanti e con gli occhi lucidi. Mi sedetti per terra, prima o poi quel lurido bastardo sarebbe comparso di nuovo e io non avevo intenzione di parlarci ancora. Volevo solo vedere Jeremy, solo tornare da lui. Mi nascosi dietro ad uno scaffale e aspettai, aspettai, aspettai.
"Cazzo!"
Alzai lo sguardo spiando per le fessure. Vidi Jason piangere colpendo tutto quello che si trovava davanti a lui.
"Uno più stupido di te non poteva esserci, vero Clarke? Dovevi proprio andare nel futuro ed innamorarti della persona sbagliata?! Cristo... Sono stato uno stupido..." uscì dalla stanza chiudendo a chiave il negozio.
Bene, ero chiusa dentro. Mandai un messaggio a mamma dicendole che avrei dormito da Cece e poi informai Cece dell'accaduto. Mi sedetti nella sedia, e mi sentii come se fosse stata l'ultima volta.
Avevo bisogno di Jer, niente mi avrebbe potuta fermare.
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IS THAT ALRIGHT?
FanfictionEmily ha 18 anni, vive in una semplice città vicino a Seattle e frequenta l'ultimo anno di liceo. Appassionata di cinema, ama alla follia il suo attore preferito, ossia Jeremy Renner. Sarebbe una ragazza come molte, se non fosse che ha la possibilit...