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Ero ancora in quella sedia, seduta mentre aspettavo che Jason mi portasse nel 2002. Non mi chiese il perché volevo andare in quell'anno sempre a Los Angeles, ma se me lo avesse chiesto avrei trovato una scusa. Non potevo dirgli che mi ero innamorata e che avevo intenzione di ritrovare la persona. Le regole erano chiare, se stai troppo con una persona le cambierai il futuro.
Jason mi chiese se ero pronta, e diamine se lo ero. Annuii e dopo poco era la solita ragazza 18 indietro nel tempo, precisamente il 31 maggio 2002. Mi sistemai i miei jeans e la mia camicetta bianca. Mi ero vestita da ventinovenne, anche se ne dimostravo almeno cinque in meno. Mi ero truccata leggermente di più, avevo lasciato i capelli sciolti. Camminai velocemente per le strade, andando verso Hollywood. Arrivai nella zona dove erano raggruppate tutte le case di produzione più importanti. Mi fermai lì, stava girando Dhamer, un film in cui interpretava un killer cannibale.
Mi sedetti in una panchina aspettando che qualcuno che lo conoscesse uscisse urlando "sì, adesso esce Jeremy!". Erano passati undici anni, per me invece solo due giorni.
Poi, mentre continuavo a pensare a lui, le porte di uno degli studi di aprirono.

"Senti Renner, ti hanno chiamato per quel provino per SWAT. È una grande occasione."

Mi voltai trovando a pochi metri Jeremy con un agente, ma non ero sicura fosse il suo.
Rimasi imbambolata a guardarlo, mentre con il suo passo tranquillo camminava verso l'uscita. Non riuscivo a muovermi, ero come paralizzata.
Non so come, forse qualcuno mi stava guardando dal cielo, ma lui si voltò verso di me.

"Ciao." Dissi prima che lui potesse dire qualsiasi cosa.

"Emy?" Domandò incredulo.

Annuii andandogli incontro. Lui mi abbracciò stringendomi forte. Mi scese una lacrima ma la cancellai subito dopo con un sorriso.

"Sei sempre uguale." Sorrise.

"Anche tu. I tuoi trentun'anni li porti bene." Dissi accarezzandogli la guancia.

"Sembri ancora la diciottenne del 1991. Sei sicura che non viaggi nel tempo?" Poi scoppiò a ridere. Io cercai di ridere ma mi uscì più una risata super sforzata.

"Mi sei mancato molto. Non avrei mai pensato di rivederti... Ma non potevo perderti così." Continuavo a guardarlo negli occhi e più lo guardavo più mi innamoravo di lui.

"Vieni a pranzo con me? E a cena?" Chiese super esaltato, facendomi ridere ma allo stesso tempo sciogliere.

"Certo, sono venuta qua per te." Sorrisi.

Mi prese per mano e mi portò alla sua macchina. Salimmo insieme e in quel momento ritornai al passato, quando era ancora un ventenne squattrinato pieno di sogni. Lo guardai a lungo, non riuscendo a togliere gli occhi da quell'immensa bellezza.

"Mi sembra di sognare." Dissi guardandolo.

"L'hai detto anche l'altra volta." Ridacchiò ingranando la prima marcia.

"Le persone non cambiano, giusto?" Chiesi allacciando la cintura.

"Esatto." Rise.

La sua Tesla nera partì a tutta velocità. Abbassai il finestrino e mi lasciai cullare dall'aria fresca di fine maggio. Chiusi gli occhi, immaginandomi come sarebbe stata la mia vita se mi fossi fidanzata ufficialmente con Jeremy, se avessi infranto la regola.
Ma i miei pensieri vennero interrotti da una canzone che conosco troppo bene.
One degli U2.
Lo guardai con sguardo sognante, non mi sembrava neanche vero.

"La nostra canzone." Sorrise guardandomi.

"Quella sera del 1991 quando io e te abbiamo ballato fino allo sfinimento." Dissi.

"La serata più bella della mia vita." Dicemmo insieme per poi scoppiare a ridere.

"La più bella in assoluto." Ripresi appoggiando la mia mano sulla sua.

Decidemmo di fermarci proprio in quel posto, solo per il fatto di ritornare ai vecchi tempi che per me tanto vecchi non sono. Ordinammo due insalatone e due birre bionde. Non lo avevo ancora baciato, erano passati "11 anni" e io dovevo ancora baciarlo. Ma forse doveva farlo lui, pensai, forse non è quello che devo fare io.

Parlammo del più e del meno come sempre, tra di noi sicuramente non mancava il dialogo.

"Perché te ne sei andata?" Domandò lasciandomi leggermente impreparata.

"Mio... Padre doveva tornare a Seattle." Spiegai cercando di essere il più convincente possibile.

"Quanto rimani qui?" Domandò curioso.

"Tre giorni, poi il lavoro mi chiama."

"Cosa fai?"

"Ehm... Sono... Una... Scrittrice. Sto cercando di pubblicare una storia ma nessuno è ancora disponibile." Mi inventai.

"Ah! Beh, mi farai leggere qualcosa allora."

"Quando ci rivedremo si." Dissi cercando di fargli capire che non sarei tornata per un po'. Volevo solo godermi i momenti delle sue vittorie in prima persona, volevo dire "si, io c'ero."

Mi arrivò una chiamata nel telefono strano e Jeremy se ne accorse. Mi guardò curioso. Notai che era il numero 1 che si illuminava, quindi era sicuramente Jason.

"Pronto?"

"Come sta andando?"

"Tutto bene. Niente incontri strani tranquillo." Ridacchiai.

"Perfetto. Quando torni?"

"Tra tre giorni."

"Allora a presto Emy."

"Ciao Capo." Ridacchiai.

Jeremy voleva sapere chi era, voleva saperlo dallo sguardo.

"Era mia padre." Dissi sorridendo.

"Certo che quell'uomo non ti lascia mai in pace uh?"

"Mi vuole molto bene, ha paura di perdermi." Spiegai abbassando lo sguardo.

Mi prese la mano e mi sorrise baciandola. Avrei voluto che il tempo si fermasse, che tutto svanisse tranne me e lui. Lo amavo, come negarlo? Ma non potevamo, punto stop.

"Vieni a casa mia?" Domandò sorridendo.

"Con piacere."

Dopo aver pagato, partimmo in macchina e arrivammo molto velocemente alla sua villetta moderna. Non era la villa che avrebbe avuto nel 2018, ancora non era famoso. Ci sedemmo nel divano, lui accese la TV lasciando un film che avevo visto circa una decina di volte. Pretty Woman.
Mi accocolai vicino a lui, riuscivo a sentire il profumo del shampoo dei suoi capelli.

"Credo di essermi innamorata." Sussurrai guardandolo.

"Anch'io." Disse fissandomi a sua volta.

"E lo sai di chi?" Chiesi.

"Io di Emily. È una ragazza fantastica, indescrivibile."

"Io di Jeremy Renner. Ma non dirglielo." Dissi portandomi un dito alle labbra in segno di stare zitto.

"Nemmeno tu, mi raccomando." Sorrise.

Mi si avvicinò baciandomi il collo, per poi passare all'orecchio, alla guancia e infine alle labbra. Era una droga. Era la mia droga personale. Come avrei fatto senza di lui?

Ragazze vi vedo poco attive🙈🙈🙈 vi prego continuate e mettere like e commentare vi prego❤️

Vi voglio bene, Gaia ❤️

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