EPILOGO

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"Emy muovi il culo e vestiti!" esclamò Cece entrando in camera ancora in mutande e reggiseno.

Non sapevo cosa indossare, sarebbe stato il grande giorno. Avrei incontrato Jeremy Renner, e avrei potuto toccarlo un'altra volta senza che lui si ricordasse di avermi amata con tutto se stesso.

"Non so se sono pronta Cece." dissi sedendomi nel letto.

"Oh, non dire cazzate va bene? Ovvio che sei pronta, è l'amore della tua vita!" gridò lanciandomi un paio di pantaloni morbidi e una megliettina bianca.

Infilai velocemente le cose che mi aveva lanciato e mi preparai psicologicamente per l'incontro. Non ricordavo nulla, solo quello che riguardava Jeremy.
Cece mi aveva raccontato delle cose che non sapevo, di un certo Jason e di un certo negozio. Ma forse erano solo balle per mettermi il cuore in pace.

"Ecco pronta. Come sto?" chiesi voltandomi verso di lei.

"Sei bellissima Emy. Chissà cosa penserà quando ti vedrà." esclamò emozionata la mia migliore amica.

Mi sedetti nella scrivania per controllare l'agenda dove c'erano scritti gli orari del festival, ma invece che trovare gli orari, trovai un biglietto con scritto una cosa alquanto singolare:

Vai al negozio d'antiquariato e chiedi di un telecomando. Sii gentile con quell'uomo.

Non ricordavo di averlo scritto, ma mi scusai con Cece e le dissi che dovevo andare a prendere il telecomando per la tv.

Dopo cinque minuti, trovai il negozio in chiusura, così mi affrettai ad entrare per comprare il telecomando della tv.

"C'è nessuno?" domandai entrando lentamente.

Vidi uscire da uno sgabuzzino un uomo sulla cinquantina, forse un po' meno, occhi ghiaccio e capelli castani spettinati. Mi ricordava qualcuno, ma non so bene chi.
Mi sorriso come se avesse visto chissà cosa, ma poi si ricompose e mi sorrise come si fa con altri clienti. Mi sentii un po' a disagio, ma alla fine dovevo prendere un telecomando no?

"Salve, vorrei prendere un telecomando della tv."

Lui mi guardò curioso "di che marca è?"

"Sony. Ce l'ha? Perché se non ce l'ha mi devo scusare... Ho trovato questo biglietto a casa scritto da me ma non ho la più pallida idea di quando e come l'ho scritto." ridacchiai portandomi una mano al volto.

"No, in effetti non ce l'abbiamo... Però abbiamo molte altre cose. Se vuole può tornare quando le pare!" esclamò felice.

"Certo, ne sarei felice. Come si chiama questo negozio?"

"The Jason's corner." spiegò sorridendo.

Alzai lo sguardo leggermente confusa, perché mi sembrava così tutto famigliare?

"Quindi lei è... Jason?" chiesi scrivendo il nome nel mio cellulare.

"Proprio così." sorrise per poi salutarmi e scomparire dietro l'angolo ancora.

Rimasi un attimo impalata, poi però decisi che era meglio andarmene a casa oppure avrei fatto tardi al festival.

"Eccomi! Scusa il ritardo ma mi sono trattenuta chiacchierando con uno sconosciuto che sembrava conoscessi da una vita." risi entrando e prendendo la borsa con tutte le cose che mi servivano.

"Si si, con calma eh!" esclamò spingendomi amichevolmente Cece.

Salimmo nella sua macchina e, dopo un'oretta di viaggio, arrivammo al Festival del Cinema di Seattle.
Ero super emozionata, avrei visto la persona che amavo e che mi aveva amata che saperlo.

" Inspira ed espira... Continua così." ripeteva in continuazione Cece.

"Se continuo a respirare perdiamo il posto in prima fila!" esclamai trascinandola dietro di me.

"Mi muovo ok!" sbuffò affiancandomi

Non eravamo le prima, ma il posto migliore lo prendemmo noi! BaBoo! (scusate, è un'espressione da Whovian, lo dice l'undicesimo dottore).

Aspettiamo circa tre ore, continuando a mangiare bere e ridere come delle cretine. Eravamo così noi, sempre a divertirci.

"Che ore sono?" domandò Cece guardandosi intorno.

"Le sei. Tra poco dovrebbe essere qui giusto?" domandai rendendomi conto di tremare con una foglia.

"Si, ma stai calma. So che è difficile, ma provaci ok?" domandò per poi abbracciarmi e sussurrarmi un ti voglio bene.

Tutto d'un tratto vidi una macchina parcheggiare a pochi metri da noi. Mi si strinse lo stomaco, iniziai a sudare freddo e una lacrima mi rigò il viso.
La porta si aprì, e così apparve Jeremy Renner. Era bellissimo, era proprio come me lo ricordavo io. Il suo sorriso mi arrivò dritto al cuore, come se mi avessero appena uccisa. Ma non faceva male, era una sensazione di appagamento. Mi sentivo realizzata. Salutò tutti, iniziando a fare autografi e via. Cece mi guardava emozionata.

"Cece ti prego, non piangere." dissi guardandola mentre io cercavo in tutti i modi di trattenermi.

"E che non vorrei mai essere nei tuoi panni... Ti ammiro troppo, io non riuscirei nemmeno a vivere." disse asciugandosi le lacrime.

Io la abbracciai stringendola a me. Mi staccai subito appena vidi Jeremy firmare l'autografo alla ragazza accanto a noi. Appena finì, si voltò verso di me. Quando i nostri occhi si scontrarono, non seppi neppure come formulare una frase.

"Ciao." sorrise guardandomi.

"Ciao." risposi sostenendo il suo sguardo.

Non sembrava voler lasciare il contatto visivo, sembravamo incantati l'uno dall'altro.

"Posso farvi una foto?" chiese Cece interrompendo quel strano momento.

"Si, scusa. Certo che puoi." disse scuotendo la testa e sorridendo.

Mi voltai verso la fotocamera, Jeremy mi strinse a se sorridendo. Io lo guardai, era davvero vicino a me. Mi era mancato tantissimo. Cece scattò circa quattro foto, in cui una lo stavo guardando io e l'altra in cui lui stava guardando me.

"Ci conosciamo?" chiese infine Jeremy voltandosi verso di me.

Stavo per dirgli di sì, per dirgli che non solo ci conoscevamo, ma ci amavamo anche. Avrei voluto urlarlo ma invece sorrisi asciugandomi una lacrima "No."

Si avvicinò a me, abbracciandomi e baciandomi sulla guancia. Rimasi leggermente pietrificata, ma lo abbracciai a mia volta. Sentii quel profumo inondarmi le narici.

"Ecco qui il tuo autografo." disse dandomi un foglio per poi andarsene.

"Non... Non è mia!" ma lui non si voltò nemmeno, lasciandomi con un foglio non mio.

Mi volta verso Cece che sorridendo mi abbracciò. Guardai il foglio, accorgendomi essere una foto. La avvicinai al mio volto, cercando di capire se era un sogno. Mi portai una mano alla bocca, notando essere la foto di me e Jeremy scattata con la Polaroid. C'era scritta una didascalia sotto ad essa.

I want you,
To look right in my eyes,
To tell me you love me
To be by my side
I want you,
At the end of my life
I wanna see your face
When I fall with grace
At the moment I died.

Is that all right?

Certo che è giusto Jeremy, certo che lo è.


The end.

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