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Stavamo facendo una corsetta mattutina, come una coppietta felice che vive una vita da innamorati. In realtà non ero abituata a correre, ma cercai di sfruttare la mia agilità con lo skate per fare questa corsa con Jeremy. Lui continuava a ridere perché si vedeva che non ero solita a questo.

"Forza! Devi metterti in forma!" Ridacchiò prendendomi per la mano e trascinandomi con lui.

"Tra un po' perdo un polmone!" Esclamai senza fiato.

Lui ridendo si fermò sedendosi in una panchina e mi fece sedere sulle sue gambe. Presi la bottiglietta d'acqua, bevendone un po'.

"Si vede che non hai più diciott'anni." Ride baciandomi il collo.

"Già... Tu invece sei sempre più in forma." Sbuffai guardandolo.

"Tra quanto te ne vai? E soprattutto, tra quando ritorni?" Chiese massaggiandomi la schiena.

Sorrisi abbassando lo sguardo "domani riparto, ma non so quando ritorno... Ti prometto che ritornerò ok?" Dissi prendendogli il viso tra le mani e baciandolo.

"Ok Emy." Mi baciò a sua volta e poi ci alzammo andando verso casa camminando.

"Non voglio che i paparazzi ci vedano ok? E nemmeno voglio che racconti a qualcuno della nostra relazione." Dissi ferma cercando di fargli capire quanto quelle due cose fossero importanti.

"Certo, va bene." Disse alzando le spalle e continuando a camminare.

Stavo bene, per la prima volta sentivo di poter fare quello che stavo facendo. Jason non poteva fare niente, nessuno poteva fare nulla. Eravamo io e lui, niente contava.
Mi appoggiai alla sua spalla, mentre mi stringevo al suo braccio. Notai un uomo fissarci, aveva qualcosa in mano, sembrava una macchinetta fotografica. Mi staccai subito, correndo dal lato opposto.

"Emy!" Gridò Jeremy correndomi incontro.

Non lo ascoltai, dovevo andare a casa sua e aspettarlo finché non sarebbe arrivato. Nessuno poteva vedermi con lui, non era più come una volta. Sentii i suoi passi veloci sempre più vicini, così aumentai la velocità e lo seminai.
Appena riuscii ad arrivare a casa sua, lo trovai lì abbastanza irritato.

"Oh eccoti... Ma che ti è preso uh?" Domandò guardandomi.

"C'era un paparazzo, non volevo che ci fotografasse insieme." Dissi ancora con il fiato corto.

Mi guardò come se avessi detto la cazzata più grande del mondo. "E serve correre in quel modo?"

"Non voglio assolutamente essere fotografata, capito? Nemmeno di striscio, nemmeno di schiena. Non voglio."

"Anche se fosse?"

"Anche se fosse?! So che non puoi capire, ma almeno rispetta la mia richiesta." Sbottai prendendogli le chiavi di mano e aprendo la porta.

Lui disse qualcosa che non sentii, e sinceramente non lo volli nemmeno sapere.

Appena entrammo mi sembrò tutto così sbagliato che volli ritornare fuori da quella villa.
Chiusi la porta alle mie spalle, appoggiandomi ad essa e sospirando sonoramente. Ancora una volta nulla stava andando per il verso giusto. Non riuscivo a collegare con non andava bene. E ancora una volta mi chiedevo se ero io il problema, se era lui o se, peggio ancora, fosse colpa di quel maledetto destino?

Camminai velocemente, senza dare a Jeremy il tempo di uscire per chiedermi cosa non andava in me. Si perché era quello il problema. Forse ero proprio io. Gli stavo complicando la vita a livello molecolare e avevo anche il coraggio di rispondergli male.
Imboccai una stradina che sembrava portare al mare. Era una giornata decisamente nuvolosa e triste, e l'avrei trovata poetica se non fossi stata in quella situazione. Mi sedetti sotto un pontile, entrando a contatto con la sabbia umida e fredda. Mi portai le mani tra i miei capelli biondi, sperando di riuscire a trovare una soluzione.
Ero così ripetitivamente paranoica! Continuavo a pormi la stessa domanda, merda. Volevo solo essere un'altra persona.

"Non credi sia freddino?" domandò Jeremy spuntando fuori all'improvviso.

Lo fissai per cinque secondi, vedendolo ancora lì per me.

"Sto bene, adoro queste giornate." risposi voltandomi dall'altra parte.

"Ok." disse rassegnato, infatti mi aspettavo che se ne andasse da un momento all'altro, invece si sedette accanto a me appoggiandomi nelle spalle il suo giubbotto nero.

Mi voltai verso di lui sorpresa, ricevendo un sorriso e un bacio sulla fronte. Come poteva essere così?

"Mi spieghi cosa non va in te?" domandai confusa.

Lui mi guardò male per poi ridacchiare quasi divertito.

"Ti ho trattato malissimo e vieni qui baciandomi e trattandomi come una regina." dissi ancora più confusa mentre, quello stupido di Jeremy, rideva e mi baciava sulla guancia.

"È perché ti amo." rispose facendomi sciogliere come un cioccolatino.

Lo guardai negli occhi, per poi baciarlo con tutta la passione che avevo in corpo. Lui sorrise stringendosi a se.

Tornammo a casa stretti per scaldarci, non volevo ammetterlo ma era davvero freddo. Jeremy cercava in tutti i modi di scaldarmi e di tenermi tra le sue braccia, come se non mi volesse lasciare più. Adoravo appoggiarmi al suo petto con la testa, sentivo i suoi battiti e questo mi faceva sentire ancora più viva.

"Vorrei fermare il tempo e elencati tutte le cose che amo di te." disse all'improvviso Jeremy.

Lo guardai ridacchiando "io invece vorrei entrare in quella testina e vedere cosa c'è dentro."

Scoppiò a ridere come non aveva mai fatto, quasi pianse da quanto stava ridendo.

"Ci sono tante cose che non vanno qui dentro," disse puntandosi con il dito alla tempia "ma l'unica cosa di cui sono certo, è che non mi sono mai sentito così. E tutto questo grazie ad una ragazza misteriosa che è piombata nella mia vita tutto d'un tratto."

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