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Mi svegliai accanto a Jeremy. Stava dormendo con la bocca leggermente aperta mentre russava. Volevo fargli una foto, ma non potevo perché c'erano ancora i telefonini modello vecchio. Lo fissai più che potevo, era la bellezza in persona. Gli accarezzai i capelli spostandogli il ciuffo di lato.

"Da quanto mi stai guardando?" Domandò ancora con gli occhi chiusi.

"Circa cinque minuti." Sorrido aspettando che aprisse gli occhi ma poi mi balenò in mente un'idea "hai una Polaroid?"

"Certo, sopra il comodino perché?" Era troppo stanco per aprire gli occhi infatti continuava a parlare con gli occhi chiusi.

"Stai fermo lì, non ti muovere neanche di un millimetro." Dissi correndo a prendere la Polaroid.

Gli andai vicino sedendomi di nuovo accanto a lui e poi gli scattai una foto. Lui aprì gli occhi e mi guardò ridacchiando. Presi la fotografia e la infilai dentro il giubbotto.

"Vieni qui." Sorrise tirandomi a se.

Prese la Polaroid e scattò una foto di me e lui mentre ci baciavamo. Lo amavo, Dio se lo amavo.

"Sai che c'è? Tu sai tutto di me ma io non so niente di te." Disse sedendosi.

Mi prese il panico, non potevo dirgli la verità.

"Mi chiamo Emily Clarke, ho ventinove anni e abito in un piccolo paesino vicino a Seattle." Spiegai con molta calma.

"Clarke? Come Jason Clarke?" Chiese.

Mi si strinse lo stomaco, ma cercai di mantenere il controllo "si, come Jason Clarke."

"Wow! Hai sorelle o fratelli?"

"No, sono figlia unica." Sussurrai. Avevo la gola secca, non riuscivo a calmarmi.

"Tutto bene?" Domandò.

"In realtà... Non voglio tornare a casa ma sono costretta..." Mi scese una lacrima senza volerlo e senza poterla fermare finì sulla mano di Jeremy.

"Non ci pensare, in qualche modo ci rivedremo no?" Sorrise baciandomi.

Annuii tristemente. Non volevo andarmene, ma allo stesso tempo non volevo rimanere lì per paura di cambiare qualcosa.

"Ascoltami bene. Qualunque cosa succeda, qualunque siano i tuoi sentimenti nei miei confronti, non cambiare mai le tue decisioni." Dissi preoccupata.

Lui annuì, non capendo quanto quelle parole fossero importanti.

"Quindi dovrò... Dimenticarti?" Chiese non prendendo sul serio la mia richiesta.

"Tipo. È troppo complicato."

"In effetti... Comunque, viviamoci questi momenti." Sorrise baciandomi.

Uscimmo insieme quel giorno, volevamo divertirci come quella volta che eravamo stati al Luna Park. Camminavamo mano nella mano, cercando di non dare troppo nell'occhio. Jeremy era già leggermente famoso, quindi sarebbe stato un po' azzardato farsi vedere in giro.

"Allora, hai qualche manoscritto da farmi leggere?" Chiese mentre eravamo seduti in una spiaggia leggermente sperduta.

Lo guardai di scatto "uhm... No, non qui." Dissi guardando altrove.

"Almeno mi vuoi raccontare di cosa parla?" Chiede curioso.

"Di... Una ragazza che viaggia nel tempo." Lo dissi così velocemente che lui scoppiò a ridere e mi guardò ancora più curioso di prima.

"Mh... Interessante. E... Ci sono anch'io dentro?" Domandò con quel sorriso furbetto in viso.

"N..no assolutamente." Esclamai spingendolo.

Non sapevo come cambiare discorso, così mi buttai in acqua lasciandolo sorpreso. Ad ogni modo, si buttò anche lui subito dopo. Mi prese per i piedi tirandomi verso di lui e abbracciandomi.

"Sei perfetto. Ti rendi conto? La gente sottovaluta la tua bellezza perché non sei stereotipato. Dovrebbero smetterla di seguire la massa e aprire gli occhi." Dissi disegnandoli col dito i tratti visivi.

"E chi la sottovaluta scusa?" Chiese ridendo facendo crollare quel momento così profondo.

"Oh dai! Per una volta che sono davvero seria!" Esclamai lanciandogli l'acqua addosso.

Lui rise con quella risata così divertente che quasi mi manca il fiato.

"Ehi," mi chiamò prendendomi per i fianchi "grazie. Sei la prima che me lo dice."

Sorrisi abbassando lo sguardo, ma poi lo rialzai per baciarlo. Volevo che capisse cosa significava per me, e sinceramente avrei voluto che scoprisse cosa stava davvero accadendo, perché continuavo a comparire e scomparire. Ma non potevo, perché avrebbe cambiato tutto. Ma perché dovevo rimetterci sempre qualcosa? Perché?

"Tutto bene Emy?" Chiese prendendomi il viso tra le mani.

"Si si. Stavo solo... Ammirando la tua bellezza." Sorrisi spingendolo via da me.

"Oh beh, avevi gli occhi a cuoricino." Ridacchiò rincorrendomi.

Adoravo quella sfacciataggine che era così genuina allo stesso tempo.

"Che ne dici? Andiamo o no al Luna Park?" Chiesi uscendo dall'acqua.

"Così? Bagnati?" Domandò strizzando si la maglietta fradicia.

"Meglio andare a cambiarci." Sorrisi prendendolo per mano e andando verso casa sua.

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