12. Sentimenti

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SENTIMENTI


Per ogni promessa
c'è un prezzo da pagare.
Jim Rohn




"Come va con Claudio, allora?".

Mario era in videochiamata con i suoi migliori amici di Roma. Spesso sentiva la mancanza di quei tre scapestrati perché avevano vissuto assieme infanzia ed adolescenza, inseparabili, ma per fortuna esistevano le nuove tecnologie che gli permettevano di vederli in tempo reale a distanza di chilometri.

Gli aveva naturalmente parlato di Claudio, di quel ragazzo tutt'occhi verdi che aveva conosciuto in ospedale e di cui aveva salvato il nipotino, e gli aveva spiegato a grandi linee la natura del loro rapporto.
Loro sapevano che si erano baciati ma ignoravano l'altra cosa: Mario si sentiva profondamente in imbarazzo anche solo a pensarci, figuriamoci a dirlo ad alta voce.

Quello che era successo con Claudio gli era piaciuto e non poteva negarlo, anche se nei giorni a seguire aveva fatto sì di non ritrovarsi più in situazioni particolarmente ravvicinate con il castano proprio per evitare di fare cose che non si sentiva pronto a fare - e anche per paura che Claudio da lui volesse solo il sesso -, e fu felice del fatto che anche Claudio, dopo l'ultima volta in cui ci aveva provato dopo il loro litigio, non avesse più cercato di persuaderlo e a spingersi oltre con lui, perché non era sicuro di riuscire a dirgli di nuovo di no, purtroppo.

Togliendo questa sua piccola confusione mentale, però, sul resto non poteva dire nulla. Anzi.

Sospirò sognante pensando alle ultime settimane, ai loro baci infiniti, agli occhi luminosi con i quali l'altro lo guardava e senza i quali stentava di poter sopravvivere. Pensò a come si era risvegliato qualche giorno addietro, stretto in un letto troppo piccolo per tre, con Pietro accoccolato sul suo petto e Claudio a dormirgli vicino e alle sensazioni di benessere che aveva provato in quel momento nonostante quello che era successo dopo.

"Mi sa che mi sto innamorando", ammise per la prima volta anche a se stesso. Non aveva mai voluto scendere a patti con quella consapevolezza, ma in quel momento gli era venuto talmente spontaneo dirlo che capì che era esattamente ciò che provava. Si stava innamorando di Claudio, e non poteva fare nulla per fermare quel sentimento che sentiva crescere dentro di sé.

Matteo, Alvise e Vittorio strabuzzarono gli occhi contemporaneamente. Tutto si sarebbero aspettati, tranne che quella rivelazione.

"Non sarà troppo presto, Mario?".

"Beh, ci conosciamo da tre mesi", si risentì, punto sul vivo.

"Sì ma sei sicuro che lui ricambi? A noi basta che tu non soffra", spiegò Matteo, per poi lasciare la parola a Vittorio "se tu sei felice noi lo siamo per te. È solo... strano, sentirti parlare di amore, e non vogliamo che tu ci rimanga male qualora Claudio...", lasciò cadere la frase.

Mario annuì amareggiato: i suoi amici avevano ragione. Claudio era il tipico cattivo ragazzo, glielo aveva detto Mario stesso a loro, e non provava dei sentimenti per lui, lo sapeva, e probabilmente il fatto di essere invece lui, al contrario, già così avanti in questa cosa tra di loro avrebbe solo portato guai e sofferenza.

"Sì, avete ragione voi", ammise.

"Lo diciamo solo perché ci hai parlato a lungo di Claudio i primi tempi, di quanto sia diverso da te, del modo in cui conduce la sua vita, di quanto ti mettesse a disagio ed in imbarazzo. Non ci siamo fatti una bellissima idea di lui, diciamo".

"È cambiato", lo difese però, incapace di fare altro, "non mi chiama più solo per Pietro ma anche per vedere me, e non credo mi stia prendendo in giro: certo, non ho ancora ben capito cosa voglia da me, ma quando siamo assieme lo vedo sincero. A volte mi aspetta fuori dall'ospedale per darmi un passaggio a casa, o mi chiede di venire da me per passare del tempo assieme", spiegò, "e mi guarda come se fossi realmente bello, capite ciò che intendo? Il suo sguardo mi mette in soggezione perché sembra stia ammirando un'opera d'arte invece che me. E poi bacia così bene che-".

L'aria per me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora