23. Letale

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LETALE


La disperazione è rabbia
senza alcun posto dove andare.
Mignon McLaughlin



"Pietro non c'entra niente, vieni a trovare almeno lui".

Quello era l'ennesimo messaggio che, anche quel giorno, gli era arrivato.

Era passata una settimana esatta dal fatidico giorno in cui tutto si era sgretolato sotto ai loro piedi, e Claudio non si era ancora rassegnato.

Lo tormentava. Lo tartassava di messaggi ad ogni ora del giorno. Gli chiedeva di vedersi, di parlare, gli diceva di aver alcune cose importanti da spiegargli, di volersi scusare di persona perché per messaggio non gli bastava.

Mario leggeva ogni singola parola e subito dopo cestinava i messaggi per non leggerli e rileggerli fino a perdersi tra quelle righe.

Non voleva cedere di nuovo a quel ragazzo come si era visto fare negli ultimi mesi, non voleva e soprattutto non se lo meritava. Non meritava un amore che lo ammazzava anziché farlo vivere.

Eppure ad ogni notifica il suo cuore non poteva fare a meno di perdere un battito.

Era stata una settimana lunga, difficile, estenuante. Aveva sofferto come una bestia, si era sentito usato e sporcato da chi amava e aveva pianto chiuso nella sua cameretta ogni notte.

Dopo i primi giorni si era fatto forza e aveva ripreso il tirocinio all'ospedale per tenersi impegnato e, a dire il vero, gli era servito tantissimo. Far venire alla luce tutti quei bambini lo metteva di buon umore e gli faceva dimenticare per qualche ora tutto lo schifo che invece era la sua vita.

Quando Claudio si era presentato a casa sua lasciando nelle stanze il suo odore, in realtà, aveva creduto di non potercela fare a superare tutto il dolore che sentiva dentro. Avrebbe voluto spaccare tutto, uscire e andare a denunciarlo alla polizia perché era quello che avrebbe consigliato a chiunque di fare e perché voleva che anche lui soffrisse. Però gli mancava, nonostante tutto, e si era preoccupato per lui, perché le parole di Giulio lo avevano scosso. Ma non voleva in alcun modo avere più niente a che fare con il castano. Voleva solo oltrepassare quella fase difficile della sua vita e lasciarsi tutta quella storia alle spalle. Voleva disinnamorarsi di Claudio, dimenticarlo, scordare ciò che gli aveva fatto e quanto lo avesse preso in giro in tutto quel tempo solo per portarselo a letto, e il primo passo era fingere indifferenza nei suoi confronti.

È vero. In un primo momento ci aveva pensato: aveva pur sempre parlato di morte, a detta di Giulio. Ma alla fine decise che non si sarebbe mai abbassato a contattarlo per chiedergli se stesse bene, non gli avrebbe dato anche questa soddisfazione dal momento che lui, del suo benessere, se ne era fregato.

Erano passati così altri giorni, e una settimana esatta dopo la tragedia gli era arrivato quel messaggio che tirava in ballo Pietro.

Pietro gli mancava da morire, come l'aria, e avrebbe tanto voluto vederlo e passarci del tempo insieme.

Lo aveva cresciuto lui fino a quel momento, assieme a Claudio, forse più di Claudio, e pensare di non vederlo crescere oltre e non assistere alle sue prime grandi vittorie e scoperte lo faceva incupire e sentire ancora più vuoto di quanto già non si sentisse.

Chiese consiglio al suo coinquilino, quel messaggio lo stava tentando oltre i limiti del possibile perché Pietro non aveva colpe e lui voleva stringerselo addosso forte forte e dimenticare tutto il resto.
Giulio gli rispose di fare ciò che sentiva giusto fare, senza condizionamenti, e alla fine decise di accettare quella proposta.

L'aria per me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora