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PAURA DI SBAGLIAREIl successo non consiste
nel non commettere errori,
ma nel non ripeterli
una seconda volta.
George Bernard ShawErano passati altri tre giorni e Mario era nuovamente sparito.
Dopo essersene andato da casa Sona prima ancora che Claudio si svegliasse, infatti, non si era più fatto vivo. Menomale che, perlomeno, aveva lasciato un post-it sul cuscino, quella mattina, in cui spiegava di aver bisogno di spazio e tempo per pensare e in cui chiedeva al castano di non cercarlo.
E lui non lo aveva fatto, deciso a rispettare la sua volontà e a dimostrargli di avere pazienza e fiducia di ciò che erano quando stavano assieme.
Però era dura. Tanto. Soprattutto dopo ciò che avevano passato. Vedere i giorni trascorrere e non avere un riscontro, sentire le lancette dell'orologio segnalare l'andamento della giornata e non sapere se e quando Mario si sarebbe fatto ritrovare... era qualcosa che a Claudio stava iniziando a pesare enormemente.Mario, dal canto suo, era scomparso perché si sentiva in balia di un qualcosa di troppo grande per un essere piccolo come si sentiva di essere lui. Non era certo di poter sopravvivere a tutto quello uscendone indenne, anzi, era già consapevole di aver ormai subito dei danni da dover riparare, e non si sentiva più in grado di distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato e l'amore dell'odio. Aveva così tanto da metabolizzare che si accorse, ad un certo punto, di essersi fatto sopraffare da tutto quanto.
E poi credeva fortemente in ciò che aveva detto a Claudio: quello che era successo sarebbe rimasto relegato in quella singola giornata in cui aveva finto di credergli e in cui aveva fatto finta che tutto potesse risolversi senza pensieri. Quella giornata era stata un caso unico ed irripetibile nonostante il bene che gli aveva fatto mentre la viveva.
Con questa consapevolezza e tanta confusione nella mente aveva quindi preferito prendere le distanze da tutto e tutti, rilegandosi tra le mura di casa sua con solo Giulio a fargli compagnia. Aveva addirittura messo in stand-by il tirocinio per un po' perché non si sentiva più in grado di portare a termine il suo impiego, e aveva deciso di voler ricostruire piano la sua vita partendo da zero.
Innanzitutto, aveva deciso di prenotare un treno per rientrare a Roma dalla sua famiglia per qualche giorno con la speranza di ritrovare almeno lì un po' di pace interiore. Poi, chissà, sperava fosse l'occasione giusta anche per confessare ai suoi genitori tutto circa la sua natura, che ormai era grande e doveva iniziare ad affrontare pure questa realtà.
In secondo luogo, aveva chiesto a Giulio se, in qualità di quasi dottore, conoscesse qualche psicologo bravo che potesse aiutarlo dal momento in cui lui non ne conosceva nessuno. Aveva così fissato un appuntamento con quello che a detta del suo coinquilino era il più bravo psicanalista della città per quando sarebbe tornato a Verona dopo la gita a casa sua.
Infine, dopo averci rimuginato per giorni, aveva chiesto a Lorenzo di vedersi quel pomeriggio stesso. Necessitava di chiudere con lui definitivamente perché sentiva di non essere pronto ad una nuova conoscenza o relazione, e voleva dirglielo guardandolo negli occhi con tutta l'onesta e bontà che da sempre lo distingueva.
Così lo aveva invitato a casa sua specificando di dovergli parlare e solo mezz'ora più tardi il moro si presentò da lui preoccupato, chiedendogli se andasse tutto bene.
Gli lasciò un bacio sulle labbra prima di entrare e poi, seduto nel divano dei Serpa-Moccia, attese che Mario accanto a lui parlasse.Il quasi ostetrico dal canto suo si schiarì la gola in difficoltà, che Lorenzo era buono e non si meritava di essere scaricato, e guardandolo negli occhi iniziò a spiegargli pacatamente e con tatto di non essere pronto a condividere qualcosa con lui. Si disse dispiaciuto e ci tenne a precisare che gli sarebbe piaciuto rimanere comunque in contatto perché lo aveva, in qualche modo, aiutato comunque tanto standogli vicino in uno dei momenti peggiori della sua vita sostenendolo come quella sera alla festa universitaria.
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L'aria per me
FanfictionMario, giovane tirocinante timido ed impacciato, da sempre dedito unicamente allo studio e alla sua carriera futura, ambisce a diventare un ottimo ostetrico. Ce la farà anche se nel suo percorso si interporrà Claudio, ragazzo solo e ribelle, complet...