43. Solo con te

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43
SOLO CON TE


Gli incontri più importanti
sono già combinati
dalle anime
prima ancora
che i corpi
si vedano.
Paulo Coelho



Lorenzo aveva confermato. Era lui l'altro.

Claudio prese un grande respiro e si avvicinò ulteriormente a Mario sfiorandogli una mano.

"Vedo che alla fine sei riuscito ad ottenere ciò che volevi", si rivolse sprezzante al ragazzo di fronte a loro. 

"Non ho fatto nulla di male. Mario mi piaceva da mesi, lo sai bene", gli ricordò la loro chiacchierata, "una sera ci siamo incontrati e ci siamo dati una possibilità", spiegò calmo.

Mario aggrottò la fronte. Iniziava a non capirci più niente.
"Clà, usciamo un attimo per favore?", si intromise prima che potesse rispondergli, sentendosi andare nel pallone. Il castano lo notò e gli accarezzò un fianco per tranquillizzarlo. "Certo", lo invitò a seguirlo, "scusami", si rivolse però prima a Lorenzo, "accompagno il mio ragazzo fuori", sottolineò le parole centrali sorridendogli fintamente. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e li lasciò andare via. Non aveva nessuna pretesa su Mario e la cotta che provava per lui ormai gli era passata. Ci avevano provato, non era andata bene, fine. Non erano destinati. Claudio non aveva motivo di essergli così ostile.
Il cuore di Mario, invece, sembrò sul punto di esplodere. "Pensi davvero quello che hai detto o era solo per rivalsa nei suoi confronti?", gli domandò infatti non appena la musica si fece lontana e solo un sottofondo.

"A cosa ti riferisci?", chiese vago il castano appoggiandosi ad un muretto poco distante dall'entrata. Si tastò la tasca per prendere una sigaretta ma si accorse di non averle nemmeno portate con sé. Ormai anche quello un vizio lontano grazie a Mario e a Pietro.

"Lo sai", sussurrò ponendoglisi davanti, "all'ultima cosa", precisò.

"Ti ho detto che ti amo", sospirò Claudio afferrandogli una mano e giocandoci assieme, "credevo fosse abbastanza scontato".

"Ti sto dando una seconda possibilità", gli ricordò Mario con la gola secca, appesantendo improvvisamente l'atmosfera. 

"Hai ragione", si irrigidì l'altro abbandonando la presa e cercando spasmodicamente una sigaretta in tutte le tasche con la speranza di sentirne improvvisamente apparire una, "non... scusa. Non lo dirò più", volse lo sguardo altrove incrociando le braccia al petto.

"Non è questo", sospirò Mario cercando di attirare la sua attenzione, "è che non vorrei affrettare le cose. Diamoci tempo, ok? Viviamoci le cose giorno per giorno e vediamo come va".

Claudio annuì prendendo un gran respiro. L'odore di Mario si attecchì fin sotto la sua pelle calmandolo meglio della nicotina. "D'accordo. Non è dire che sei il mio ragazzo che cambia le cose", cercò di autoconvincersene.

"Sei arrabbiato?".

"No".

"Non è che non voglio... ho solo paura", provò a fargli capire toccandogli un braccio in maniera leggera.

"Lo so", sospirò il castano, "non sono arrabbiato, giuro", depositò una carezza sulla mano appesa al suo braccio a conferma delle sue parole.

"Nemmeno per via di Lorenzo?", domandò timidamente.

Claudio lo osservò a lungo.

"No", giunse poi a dire, "mi da solo fastidio che tu sia stato proprio con lui".

"Perché? Hai detto che ci hai parlato solo una volta... perché gli hai detto che ha ottenuto ciò che voleva?", deglutì immaginando le peggiori delle cose tipo scommesse su di lui o chissà che altro.

L'aria per me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora