13. Illusioni

5.2K 347 33
                                    


13
ILLUSIONI


Le illusioni sono simili
ai fuochi d'artificio:
illuminano il nostro cielo
con un'esplosione di colori
per poi dissolversi
e lasciarci nel buio.
Emanuela Breda



Era una serata tranquilla, il sole aveva lasciato il suo posto alla luna e un leggere venticello caldo entrava dalle finestre aperte. Giulio stava preparando la cena e Mario apparecchiando la tavola mentre parlavano del più e del meno - più di Claudio e meno di tutto il resto, perché Giulio era fottutamente curioso - quando improvvisamente il campanello di casa loro suonò.

Si guardarono in volto per capire se uno dei due aspettasse qualcuno, ma le loro facce perplesse risposero per loro. Nessuno dei due sapeva di avere visite.

Mario posò l'ultima posata che teneva in mano sul tovagliolo e poi si avviò alla porta per controllare chi fosse. Al di là del citofono la voce di Claudio risuonò forte. Gli aprì e aspettò che salisse chiedendogli come mai fosse lì, ma ricevette solo un'alzata di spalle in risposta.

Quando il quasi ostetrico si affacciò in cucina annunciando la presenza di ospiti con Claudio e Pietro al seguito, Giulio alzò un sopracciglio divertito in direzione del suo coinquilino, poi finse indifferenza. "Ciao, Claudio! Mangi qui anche tu? Sono ancora in tempo per aggiungere un po' di pasta!".

"Oh. Pensavo di portare Mario a mangiare fuori ma se ormai state preparando la cena va bene".

Mario, che stava curiosando in un cassetto della cucina per cercare qualcosa da sgranocchiare nell'attesa, si immobilizzò sul posto, arrossendo subito dopo. In che senso Claudio voleva portarlo a cena fuori? Cosa significava? Era una sottospecie di appuntamento o a fine serata avrebbe precisato ancora una volta che non lo fosse?

Deglutì, richiuse lo scompartimento e finse incuranza avvicinandosi alla carrozzina di Pietro per prenderlo in braccio e dirigersi in divano con il bebè tra le braccia. Aveva bisogno di aria e spazio per pensare e Pietro rappresentava un po' la sua salvezza. In più quel bambino era meraviglioso e Mario se ne innamorava ogni giorno di più.

Claudio e Giulio si guardarono perplessi ma quando il primo si girò per seguire il moro il secondo gli chiese se gli andasse bene quel tipo di pasta e alla fine si ritrovarono a parlare tra di loro. Il castano non lo sapeva, ma Giulio conosceva talmente bene Mario ormai che aveva intuito avesse bisogno di stare un po' da solo e per questo aveva bloccato Claudio in cucina impedendogli di raggiungerlo.

In realtà Mario non sapeva nemmeno perché sentisse il bisogno di stare lontano dagli altri due, sapeva solo di averne bisogno.

La frase di Claudio lo aveva inspiegabilmente mandato nel pallone e voleva capirne il motivo.

Forse nella sua mente stava iniziando a prendere sempre più forma, inconsciamente, l'idea di una coppia reale e il fatto che Claudio volesse portarlo a cena fuori aveva fatto scattare qualcosa in lui. Che valesse lo stesso anche per l'altro?

Non ne avevano mai parlato però Mario era convinto che il castano sapesse quanto ci tenesse a lui dal momento in cui si stava piano piano donando interamente a quel ragazzo tutt'occhi verdi: mente, corpo ed anima. E in più Claudio sapeva quanto gli costasse fatica lasciarsi andare e farsi vedere nudo, quindi il fatto che con lui ci stesse lavorando su queste sue debolezze doveva essere per forza una grande certezza per il più piccolo, secondo Mario.

Che fosse che anche Claudio ci teneva o iniziava a provare qualcosa e voleva dimostrarglielo in quel modo? Portandolo fuori a cena?
Mario non ci credeva e non voleva illudersi ma in quel momento gli parve una possibilità. Una bellissima possibilità.
O forse si stava semplicemente facendo un sacco di seghe mentali e Claudio voleva semplicemente uscire un po' in compagnia come era già successo in passato e in particolare quella volta al lago.

L'aria per me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora