8. Pensieri

4.2K 353 58
                                    


8
PENSIERI


L'uomo è l'immagine
dei suoi pensieri
quindi spesso
l'uomo diventa
quello che crede
di essere.
Buddha



Mario non aveva mai baciato nessuno.

Non prima di lui.

Claudio si chiuse la porta di casa alle spalle pensando esattamente a questo.

Molti baci dopo il primo, infatti, si erano salutati davanti a quel portone e lui aveva aspettato che Mario sparisse dalla su visuale prima di sfrecciare via con la sua auto.

Adesso che era rincasato, però, la frase di Mario continuava a tormentarlo. "Non so come si fa", gli aveva detto, e Claudio aveva cercato di camuffare il suo stupore dietro a frasi delicate e sincere, ma, dannazione, com'era possibile?

Salutò Martina congedandola, poi prese Pietro tra le sue braccia e assieme si recarono al piano superiore dove c'era il reparto notte.
Adagiò il rospo già addormentato nella sua culla, poi si cambiò e si gettò nel suo letto non prima di aver lanciato un'ultima occhiata a suo nipote.

Una strana sensazione lo colpì quando la sua mente associò quel piccolo ranocchio alla figura di Mario, ma cercò di scacciarla subito. Eppure non erano poi così diversi, in effetti: il quasi ostetrico conservava ancora intatta la sua innocenza, come un bambino, e solo quella sera aveva permesso a qualcuno di assaporare la sua bocca per la prima volta.

Tutto quello era maledettamente strano.

Claudio non era abituato a situazioni simili ed era passato così tanto tempo dal suo primo bacio e dalla sua prima volta che pensare al fatto che Mario, più grande di lui, non avesse ancora sperimentato nulla di tutto ciò che di più meraviglioso al mondo potesse esserci lo faceva sentire stordito e turbato.

Davvero, come avrebbe dovuto comportarsi con lui? Aveva intuito già da tempo che non sarebbe stata una conquista facile perché Mario si era rivelato fin da subito molto timido ed impacciato, ma ora che sapeva la vera natura dei suoi comportamenti inibiti aveva paura che per farlo cedere sarebbe passato davvero molto, moltissimo, tempo e tanta fatica.

E non gliene faceva una colpa, sia chiaro; pensava davvero le cose che gli aveva detto per calmarlo: ognuno deve sentirsi libero di sperimentare quando e come si sente di farlo, senza pensare ad un'età giusta o ad una sbagliata. Però, caspita, non credeva che Mario fosse ancora così tanto puro ed incontaminato, soprattutto perché era un bellissimo ragazzo ed era convinto che ben altri prima di lui lo avessero notato. Per questo si chiedeva come fosse possibile una cosa del genere, e soprattutto si interrogava sul suo ruolo da quel momento in poi.

Si erano baciati: cosa era significato per Mario? Cosa si aspettava da lui adesso?

Claudio, dal canto suo, si aspettava innanzitutto di poterlo ribaciare presto, già l'indomani mattina. Poi si ricordò del turno in ospedale del quasi ostetrico e pensò che per quella volta avrebbe potuto aspettare il pomeriggio.
Però voleva assolutamente riassaggiare la sua lingua e il suo palato, perché nonostante l'imbarazzo e l'incertezza iniziale, una volta preso il ritmo avevano trovato un'intesa a dir poco pazzesca. Mario sarebbe diventato un grandissimo baciatore, già lo sapeva, così come le sue labbra sarebbero diventate la sua droga.

Poi si aspettava di poterlo piano piano convincere a sperimentare anche dell'altro, perché ne aveva bisogno. Era ormai il suo chiodo fisso e la scoperta di quella sera non avrebbe di certo cambiato le carte in tavola. Anzi, forse semplicemente rendevano il tutto ancora più intrigante. Se lo sarebbe scopato, senza se e senza ma. E a Mario sarebbe piaciuto da morire. E a lui ancora di più, perché andare a letto con un ragazzo vergine vale molto di più che andare a letto con le solite puttane che danno il culo a tutti a cui lui era abituato.

L'aria per me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora