2 Capitolo

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Minerva tornò di corsa in cucina, tutta euforica. Ancora non ci credeva di aver convinto l'algido Malfoy ad assumere Hermione.
“Hermione, il signor Malfoy ha accettato di averti qui come governante! Sono così contenta che hai trovato un lavoro, ed anche ben pagato! Visto che dovrai anche star tutto il giorno dietro a quella peste di suo figlio Rastaban."
“Minerva, frena il tuo entusiasmo. Io non sono per nulla contenta di lavorare per quel despota di una serpe velenosa, ma devo lavorare e mi va bene pure questo."
Minerva mandò Tammy l'efo domestico a casa di Hermione a prendere le sue cose, mentre Minerva parlava a Hermione di Draco.
"Hermione, quello che hai conosciuto non è il vero Draco: devi conoscerlo! E chi meglio di te può farlo. Vedrai non te ne pentirai! Lui può essere tanto scontroso come tanto gentile... Sta a te capirlo e aiutarlo. Prima non era così: è cambiato da quando è morta sua moglie Astoria. Ha bisogno di sapere che c'è un'altra persona pronta a sostenerlo ed aiutarlo. Smussa un po' di orgoglio che hai e andrà tutto bene."
"Prometto che ci proverò Minerva. Non so se ci riuscirò, ma dovrò farlo anche per quel bambino o crescerà come Draco. E io non voglio."
Intanto Draco, che stava in sala da pranzo, era sempre più arrabbiato perché ancora non era stata servita la cena, e lui odiava i ritardi. 
"Ma qui non si mangia!!!!” disse ringhiando. “Allora? SIGNORA MINERVAAAAA!!!!"
Minerva porse ad Hermione le pietanze per la cena.
"Hermione, corri a servire la cena. Se no quello ci scuoia vive! Corri!"
Lei non se lo fece ripetere due volte e corse in sala da pranzo con le pietanze. Draco appena la vide, notò subito che il suo fisico era cambiato. Non era più la ragazzina di Hogwarts con i capelli a cespuglio e i denti sporgenti infagottata da abiti informi.
"Granger, quale onore. Ci rivediamo. Sempre servile."
Hermione era già pronta a schiantarlo dopo quella battuta, ma si trattenne perché le tornarono in mente le parole di Minerva. E anche perché non voleva perdere quel lavoro.
"Malfoy, smettila! Non mi fai paura con le tue battutine del cavolo!!! Cresci un po'!"
Draco con suo figlio finirono di cenare, poi il biondo prese e si rinchiuse di nuovo nello studio ignorando suo figlio. Hermione scosse la testa: non poteva credere a quello che aveva visto!
Tornò in cucina da Minerva.
"Non posso credere che Malfoy abbia bellamente ignorato suo figlio rinchiudendosi nel suo studio!Quel bambino è troppo piccolo per essere trattato così!"
"Cara Hermione, devi essere tu a far sì che Draco riesca ad interagire con suo figlio. Lui da solo non ci riuscirà mai: ha troppo risentimento anche per via di Astoria! Non l'ha mai amata e per questo non riesce ad amare Rastaban, perché principalmente lo vede come figlio di Astoria. Devi essere tu a fargli capire che è anche figlio suo. Aiutalo!"
Hermione annuì. Tornata in sala da pranzo prese il bambino, lo portò in camera sua per fargli il bagno e gli smise il pigiama. Una volta messo a letto, lei si sedette al bordo del letto per leggerli una fiaba.
Intanto Draco uscì dal suo studio e si diresse in camera passando davanti alla stanza di suo figlio. Sentì Hermione che gli stava leggendo una fiaba, allora si appoggiò allo stipite della porta ad osservare la scena e rimase lì poco, per poi andarsene. Hermione non lo vide perché gli dava le spalle. Anche lei, una volta che Rastaban si fu addormentato, uscì dalla stanza per andare in camera sua a letto.
La mattina dopo si sarebbe dovuta alzare presto per iniziare il suo lavoro lì come governante. Madama Minerva, che era ancora in cucina scosse la testa per quello che era successo quel giorno tra Draco e Hermione: Quei due non la smetteranno mai! Ma spero proprio che si avvicinino, e che imparino a conoscersi veramente, perché Draco ha bisogno di una donna come lei al suo fianco e credo che Hermione riuscirà a cambiarlo! Ho fatto la scelta giusta proponendo a lei di prendere il mio posto come governante.”

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