capitolo 17

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Hermione ritornò nella stanza di Rastaban. Era determinata a fare sì che Draco non si avvilisse. Entrò nella stanza si avvicinò a Draco, prese il libro glielo mise tra le mani. "Ora leggi a Rastaban la tua fiaba preferita. Lui ti ascolta anche se è così." disse Hermione in tono dolce.
Draco aprì il libro alla fiaba La fonte della buona sorte, e con voce calma raccontò: "Questa fiaba Rastaban è la mia preferita. Me la leggeva sempre mia madre... tua nonna... quando rimanevamo soli perché Lucius era in missione. Io adoravo mia madre e il suo modo di leggere molto dolce e pacato." disse con le lacrime agli occhi. Ogni volta che Draco parlava di sua madre si commuoveva sempre: Narcissa era stata la persona che aveva amato di più nella sua vita.
Hermione rimase stupita dalla reazione di Draco al ricordo di sua madre. Titubante, lo abbracciò per consolarlo. Sapeva come si sentiva: anche lei aveva perso i genitori, ed anche se i suoi erano vivi, purtroppo non si ricordavano di lei perché per salvarli gli aveva fatto un Oblivion e non ricordavano. Ora non poteva più rimuoverlo, perché era passato troppo tempo.
Al maniero Greengrass, intanto, Daphne era indiavolata. Stava preparando un piano per farla pagare a Draco. Non poteva trattarla così: lei una purosangue e doveva essere rispettata! Draco era solo suo, e quella lurida sangue marcio non poteva mettersi in mezzo. Ora avrebbe visto con chi aveva a che fare.
Ma ritorniamo alla nostra coppia...
Intanto in camera di Rastaban, Draco stava leggendo la favola, il bambino si trovava in una specie di limbo. Era come se una luce molto forte bianca lo svolgesse, fluttuava nell'aria, ed in quel momento gli apparve la madre Astoria. Rastaban tirò un urlo.
Astoria prese la parola: "Rastaban, figlio mio."
"Mammina ma dove sono? Sono morto?"
"No Rastaban, non sei morto. Sei in un limbo, ma sta a te decidere se tornare indietro o restare qui. Se sei qui vuol dire che hai dei dubbi e voi che io ti aiuti a risolverli."
"Mammina, non capisco... Tu puoi vedere quello che succede nella mia vita?"
"Sì amore, posso." rispose Astoria con una voce tenera da mamma.
"Mammina, che dici? Mi piacerebbe che la signorina Hermione diventasse la mia nuova mamma... sempre che a te non dispiaccia."
"Certo che non mi dispiace. Lei sarà un'ottima madre. E poi vedo come tuo padre la guarda in un modo che non ha mai guardato me. Un po' la invidio. Sai, io amavo tuo padre, ma lui non mi ha mai amato. Per lui ero solo un contratto matrimoniale stipulato tra mio padre e suo padre, nulla di più."
"Sai mammina, me ne sono accorto pure io di come la guarda. Ma con me non gioca mai... Non è un papà!"
"Certo che è un papà. Solo non sa come farlo perché non ha avuto un buon modello di padre. Il suo non lo ha mai considerato, se non per continuare la discendenza e niente più. Non ha mai giocato con lui e mai fatto nulla insieme. Per questo devi tornare indietro: per insegnarglielo tu, figlio mio. Lui, anche se non riesci a vederlo, se dovessi morire, ne sarebbe distrutto perché a modo suo non sapendo come si fa, ti vuole bene."
"Certo mammina che lo farò. Voglio bene a papà."
"Allora che aspetti? Torna da loro, vieni ti faccio vedere una cosa." Disse Astoria prendendo per mano suo figlio. Lo portò in una stanza dalle pareti bianche, dove al centro c'era una clessidra. "Amore della mamma, gira la clessidra."
Rastaban ubbidì, annuendo girò la clessidra come gli aveva detto sua madre, "Mamma! Io vedo papà che mi sta leggendo una favola insieme alla signorina Hermione! Allora è vero quello che mi hai detto, che lui mi vuole bene."
"Certo figliolo, dubitavi di tua madre per caso?" Rispose Astoria in un finto arrabbiamento.
"No, no mammina, non dubitavo." disse Rastaban correndo ad abbracciarla forte.
Astoria gli diede un bacio sulla fronte per rassicurarlo.
Sarebbe stata dura per Rastaban lasciare sua madre in quel posto, significava non poterla vedere più. Ma sapeva che doveva tornare indietro, perché aveva due missioni da compiere come gli aveva detto sua madre. Però non voleva tornare subito, voleva stare un altro po' con lei.

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