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Ma ancora Draco non sapeva che le cose gli si sarebbero ritorte contro. Non la vide più per tutto il giorno.
Hermione era stata tutto il tempo con Rastaban, avendo deciso di portarlo al parco per farlo giocare con altri bambini. Tornarono nel tardo pomeriggio poiché Hermione aveva deciso di fare un pic-nic nel parco, e all'ora di cena come sempre Draco interrogò suo figlio sulla giornata trascorsa.
"Come è andata la giornata? Figliolo caro cosa avete fatto?"
Il figlio tutto entusiasta gli raccontò.
"Sai padre, siamo stati in un parco con le altalene. Io mi sono divertito. Abbiamo visto un laghetto con i pesci e i cigni, e io ho dato loro da mangiare!" era tutto contento.
Draco non aveva mai visto suo figlio così felice. Non poteva credere che tutto il merito fosse della Grenger.
Finita la cena, Hermione sparecchiò la tavola, mentre Draco si ritirò nel suo studio. Hermione prima portò Rastaban a letto, gli lesse una storia e poi andò in biblioteca, dove prese un libro e si accomodò sul divano vicino al fuoco a leggere un po'. Draco uscì dal suo studio, mentre stava salendo le scale per andare a dormire, vide da sotto la porta il riflesso del camino acceso ed immaginò subito chi ci potesse essere in biblioteca. Si avvicinò, aprì la porta, e come aveva immaginato ci trovò la mezzosangue addormentata sul divano vicino al fuoco con il libro appoggiato sulla pancia. Si avvicinò a lei la trovò bellissima, anche mentre dormiva e le sfiorò le labbra con il pollice. Hermione a quel contatto si mosse senza aprire gli occhi.
Draco si sorprese dei suoi pensieri verso di lei, che era una mezzosangue. Non poteva avere certi pensieri su di lei: lui si era sempre reputato superiore a quelli come Hermione. Un tempo non l'avrebbe nemmeno degnata di uno sguardo, ma ora non poteva farne a meno. Si sorprese a pensare come sarebbe stato baciarla, posare le sue labbra su quelle di lei...
Sscosse la testa per scacciare quei pensieri. Non doveva sporcarsi con una persona inferiore a lui.
Gli insegnamenti di Lucius avevano fatto parecchi danni e fare rinsavire Draco ci sarebbe voluto tanto tanto tempo. Hermione quel giorno mentre era in biblioteca, si era ripromessa di farlo desistere da attuare ancora gli insegnamenti di Lucius. Lo avrebbe fatto per Rastaban! Quel bambino non meritava di soffrire e un po' lo avrebbe fatto anche per Draco, per fargli capire che la sua infanzia con gli insegnamenti di suo padre non era stata tutta rosa e fiori, anzi peggio. Lei nella sua semi incoscienza, visto che dormiva, rispose al bacio inconsapevole di quello che stava facendo. Draco ghignò per aver raggiunto anche se pur un piccolo traguardo: se la sarebbe portata a letto molto presto.
"Vedo che sei già in mio potere Hermione... Non ci metterai tanto a cedere e io realizzerò il mio scopo."
Uscì dalla biblioteca, e ridendo salì le scale. Entrò in camera sua, andò a farsi una doccia fredda e pensò: Qua ci vuole una soluzione. Domani mi metterò all'opera... Chiamerò Pansy: lei risolverà il mio problema per ora! poi si infilò nel letto sognando due occhi ambrati che lo avevano ossessionato, doveva ricorrere ai ripari e subito.
La mattina dopo, si svegliò più stanco della sera prima e si maledisse per non saper controllare i suoi ormoni, ma quella sera avrebbe rimediato. Non sapeva che di lì a poco sarebbe piombata una catastrofe. Si alzò e si fece una doccia veloce.
Intanto anche Hermione si era svegliata e stava ripensando al bacio della sera prima. Non sapeva se era stato vero o solo un sogno, visto che dormiva. Si toccò le labbra: non poteva essere vero... Scacciò quasi infastidita quel pensiero.
"Basta, andiamo non posso presentarmi in ritardo o Malfoy me la farà pagare! E' meglio non rischiare." si alzò si vestì e andò a svegliare Rastaban.
"Andiamo cucciolo, alzati! Sai come si innervosisce tuo padre se non ti vede a fare colazione con lui. Su, lo so che sei stanco, ma alzati!"
"Hermione, ti prego... Lasciami dormire ancora un po'..."
"No no Rastaban! Ti devi alzare da bambino bravo quale sei. Non vorrai mica fare arrabbiare tuo padre?"
"No no. ora mi alzo Hermione."
Contro voglia, Rastaban si alzò, e mezzo addormentato si diresse a fare la doccia, mentre Hermione si apprestava a prendere gli abiti che avrebbe indossato quel giorno. Alla fine scesero in salotto. Rastaban si sedette al tavolo e Hermione andò a preparare la colazione in cucina.
Dopo essersi fatto una doccia, scese anche Draco. Fu soddisfatto di trovare suo figlio già a fare colazione,e si sedette. Hermione tornò in salotto con la colazione.
"Hermione, sediti con noi a fare colazione, dai!" le chiede il piccolo Rastaban con una faccina molto furba.
"No Rastaban non posso. Io devo fare colazione in cucina."
Draco prese la palla al balzo.
"Su signorina Granger: non vorrà deludere Rastaban! Faccia colazione con noi. Poi ho una cosa da dirvi che farà felice mio figlio." lo disse con una espressione sorniona.
Hermione non poté sottrarsi a quel punto, si sedette a tavola e per tutta la colazione tenne la testa abbassata sul piatto. Non riusciva a mangiare da quanto era imbarazzata.
"Come vi dicevo, stamani ho una sorpresa per Rastaban. Faremo la prima lezione di pozioni e io sarò il suo insegnante."
A Rastaban brillarono gli occhi: non credeva a quello che aveva sentito, visto che suo padre non lo considerava mai.
"Davvero davvero? Mi insegnerai pozioni stamani? Hermione hai sentito: papà stamani starà con me! Vieni anche te con noi?"
"Rastaban non vorrei disturbare... Ma se per tuo padre va bene, verrò anche io."
"Granger, certo che puoi venire. Mi farebbe piacere."
Per Hermione, Rastaban era troppo piccolo per poter già fare delle pozioni, ma vedendo quanto era felice solo per il fatto che suo padre si fosse interessato a lui, non disse nulla. Chi era lei per levare la felicità sul suo volto?
Dopo aver fatto colazione, Draco spedì suo figlio a cambiarsi: quello non era un abbigliamento per poter fare pozioni. Hermione lo accompagnò in camera e gli fece indossare una veste da mago nera. quella era più adatta. Rastaban era felicissimo di passare un po' di tempo con suo padre.
"Hermione sono così felice che mio padre passi un giorno con me!" si mise a saltare sul letto tutto euforico.
Hermione tirò fuori dall'armadio una veste da mago nera che era più adatta per quello che dovevano fare quella mattina e cercò di vestirlo.
"Rastaban scendi dal letto che devo vestirti... Stai un po' fermo, sennò non riesco..." dopo mille tentativi, riuscì a vestirlo, lo prese per mano e scesero diretti ai sotterranei.
Trovarono già Draco lì ad aspettarli. Anche lui era vestito con una lunga veste da mago nera.
"Granger, era ora! Sono qui da cinque minuti: i Malfoy non aspettano mai! Se mai sono gli altri ad aspettarli! Ricordatelo."
Draco si soffermò a guardare Hermione: quella mattina indossava un vestitino sopra il ginocchio, bianco con i fiorellini azzurri a maniche lunghe e scollo tondo. Sembrava una bambina... ma era perfetta così.
"Ma che faccio... Mi soffermo a guardare la Granger? E' una mezzosangue: non è degna delle mie attenzioni!"
"Draco Draco... ma chi vuoi prendere in giro? A te fa piacere guardarla e non ne sei schifato, anzi: apprezzi il suo cambiamento e le sue gambe chilometriche!"
"Ma stai zitta! Tu chi sei?"
"Sono la tua coscienza, il tuo cervello... Fai un po' tu, ma sappi che a te piace ciò che vedi, e non ti dispiace poi tanto anche se è una mezzosangue... E che mezzosangue!"
Draco cercò di scacciare quei pensieri. Toccò la porta con la bacchetta che si aprì ed entrarono. Era un locale molto buio, con tante mensole dove sopra c'erano delle ampolle, alcune piene e altre vuote. In una parete c'era una vetrina con degli ingredienti per preparare le pozioni, al centro c'era un tavolo con sopra due calderoni. Draco si avvicinò al tavolo.
"Rastaban, guarda! Questo piccolo è il tuo calderone. Anche io alla tua età ne avevo uno. Vieni, avvicinati, che oggi ti insegno a fare una pozione."
Rastaban era talmente eccitato che gli brillavano gli occhi. Hermione era dell'idea che fosse troppo piccolo per avere un calderone e iniziare a imparare a fare delle pozioni. ma non esternò questo pensiero a Malfoy, perché sapeva che si sarebbe arrabbiato.
Iniziarono a fare la pozione: la polisucco. Hermione si accomodò su uno sgabello che era in un angolo. Draco cominciò a dare istruzioni al figlio, che faceva la spola tra il tavolo con il calderone e la vetrina degli ingredienti. Prese sanguisughe, mosche, crisopa, polvere di corno bicorno... e tutti gli altri. Draco lo aiutò a prendere gli ingredienti che non riusciva a raggiungere perché erano troppo in alto, ed iniziò a metterli nel calderone per la preparazione, con l'attenta supervisione del padre.
Hermione fu felice di questa cosa, per sbottare ad un certo punto:
"Draco, ma almeno gratificalo un po' tuo figlio!"
"Granger, il bravo si dice alla fine. Non ora!" così dicendo lo fece distrarre, e non vide che il figlio aveva messo un ingrediente più del dovuto, e creò una piccola esplosione che fece tremare i sotterranei.
Hermione dal forte boato cascò dalla sedia, finendo addosso a Draco, e caddero uno sopra l'altra. Draco si beò del profumo che emanava Hermione... arancia misto a cannella... ne rimase stordito che quasi mandò il cervello in vacanza, ma si riprese subito.
"MEZZOSANGUE, CHE FAI! ALZATI IMMEDIATAMENTE! MI STAI FACENDO MALE!"
"Oooohhh, certo furetto da strapazzo! Non sia mai che il tuo sangue puro si infetti con una mezzosangue come me, vero!?"
Hermione sia alzò imbufalita, non vedendo più Rastaban.
"Draco, dove è finito tuo figlio? Deve essere stato sbalzato via dall'esplosione... Cerchiamolo!"
Solo in quel momento, Draco si accorse che suo figlio non c'era più al tavolo dove stava preparando la pozione. si misero a cercarlo.
Lo trovò Hermione, svenuto nella parete opposta al tavolo dove lavorava. Era stato sbalzato via dall'esplosione e si era schiantato contro la parete.
"Draco, vieni qui! Lo ho trovato ma è svenuto..."
Draco si precipitò da Hermione col cuore in gola: aveva paura che fosse successo qualcosa di grosso. Ma quando arrivò, vide una scena che gli fece allargare il cuore anche se per poco: Hermione china su Rastaban che cercava di svegliarlo con un innerva e intanto gli sussurrava parole dolcissime. Venne interrotto da un elfo che si era materializzato nei sotterranei tutto agitato.
"Padrone... padrone... appena arrivata la signorina Greengrass chiesto di lei..."
Draco, a sentire il nome della cognata, si riprese subito molto irritato. Non la sopportava perché frivola e civettuola! Era innamorata di lui, ma in realtà era interessata solo ai suoi soldi e alla bella vita che ne derivava. Invece lui voleva accanto a sé una donna che non fosse innamorata dei suoi soldi, ma di lui come persona! Sapeva che nel mondo purosangue era difficile trovare una donna così, ma non smetteva di poter sperare che ciò accadesse.
"Granger! Che fai levati di lì che lo porto in camera sua1 Non è successo niente di grave: noi Malfoy abbiamo la pelle dura! E' solo svenuto. Torna in cucina ad aiutare gli elfi... MUOVITI! Ora! Pimpi, avvisa la signorina Greengrass che arrivo subito!" l'elfo si smaterializzò subito per portare il messaggio a Daphne Greengrass.
Hermione rimase basita. Si alzò dal pavimento molto irritata, e a passo di marcia si diresse alla porta, poi si voltò verso Draco.
"MALFOY, COME TI PERMETTI DI TRATTARMI COSÌ! NON SONO UN TUO GIOCATTOLO CHE STA DIETRO AI TUOI NEURONI IMPAZZITI!"
"TU SEI LA MIA DIPENDENTE E IO IL TUO PADRONE! E TI TRATTO COME MI PARE! MI DEVI UBIDIENZA E NON TI DEVE IMPORTARE IL MIO CAMBIAMENTO DI UMORE!"
Hermione uscì infuriata diretta alle cucine come le aveva ordinato Malfoy, lasciandolo lì solo come un baccalà con suo figlio. Draco prese suo figlio in braccio e lo portò nella sua stanza, e finalmente scese in salotto da sua cognata Daphne, che appena lo vide gli si attaccò al braccio con fare da civettuola e strusciandosi a lui come una gatta. Draco riuscì a stento a trattenere un conato di vomito per quella scena pietosa: non la sopportava come non aveva mai sopportato Astoria.
"Dracuccio, finalmente sei venuto! E' da un po' che ti aspetto, sediamoci a prendere un tè."
Draco chiamò Tammy.
"Tammy, dì alla governante di portarci il tè immediatamente."
"Certo padrone io avvertire subito."
Tammy con uno schiocco di di dita ritornò in cucina, dove trovò Hermione che imprecava contro Draco.
"Signorina Hermione, padrone dire lei portare tè lui e signorina Daphne."
Hermione prese il vassoio con il tè. Sapeva lei dove infilarglielo, ma si trattenne ed andò nel salotto. La scena che le si parò davanti per poco non la fece vomitare: Daphne completamente spalmata su Draco. La riccia posò il vassoio facendo rumore.
"Granger, alla buon ora..."
Hermione ritornò in cucina, ma era troppo scioccata per la scena che aveva visto, così andò in camera sua. Passando dal salotto, vide Draco che la fissava, e se ne accorse anche Daphne, alla quale non piacque per nulla la reazione del biondo ma si riprese subito.
"Hermione stasera non mangio a casa: io e Daphne usciamo!"
"Va bene padrone: Lei è libero di fare quello che vuole."
Hermione corse in camera sua: non ne poteva più dei cambiamenti di umore di Malfoy.
Hermione si sdraió sul letto, arrabbiata. Non sapeva nemmeno lei perché. Con tutti quei pensieri si addormentò.
Malfoy non ne fu toccato dal gesto della mezzosangue: prese Daphne per un braccio e si smaterializzarono al ristorante più rinomato della Londra magica. Entrarono e si fece portare dal cameriere al tavolino. Non ci fu bisogno di niente, in quel ristorante lo conoscevano tutti, ci andava molto spesso. Daphne in cuor suo gongolava: credeva di averlo in pugno. Lei voleva essere la prossima signora Malfoy. Aveva sempre amato Draco, e non aveva mai digerito il fatto che Draco avesse sposato quell'insulsa di sua sorella Astoria. Ed ora che lei le aveva fatto il sacrosanto favore di morire, pensava che sarebbe tornato tutto a posto come doveva essere, ma non sapeva che sotto sotto a Draco aveva fatto uno strano effetto rivedere la mezzosangue, e che per lei non ci sarebbe mai stato posto né ora e ne mai. Si sedettero al tavolo, Draco ordinò un merlot nero al cameriere che intanto porse loro i menù, allontanandosi.
"Draco, che ci fa la mezzosangue a casa tua? Dracuccio caro, te ne devi liberare: non vorrai infettarti con il suo sangue sporco spero!"
"Daphne, lei è la mia nuova governante e gradirei che non ti impicciassi dei miei affari!!"
Daphne piccata e furiosa fece per ribattere, ma Draco la zitti alzando solo una mano. Ritornò il cameriere con il vino e prese le ordinazioni. Draco ordinò salmone scottato con fagiolini e Daphne un insalata di pollo. Daphne. da oca lasciva quale era, cominciò a provarci sfacciatamente con Draco, fregandosene se era in un ristorante di classe, facendogli piedino sotto la sedia.
Draco rimase spiazzato: non che non gli piacessero tutte quelle attenzioni da parte della bionda. era pur sempre un uomo... ma lui aveva in testa solo la Granger, e di Daphne non gliene fregava un cavolo. Per dirla tutta, non gliene era mai fregato un cavolo nemmeno prima, ma comunque la lasciò fare: non voleva dare imbarazzo nel ristorante. Lui lì era un cliente abituale.
Alla fine della cena uscirono dal ristorante, la bionda era un po' brilla e stava per inciampare. Draco prontamente la sorresse con un braccio, allora lei sentendosi più vicina, incominciò a strusciarsi su Draco e tentò di baciarlo, ma lui si scansò.
"Daphne, sono tuo cognato! Non puoi, e poi io non provo niente per te, smettila!"
"Draco come ti permetti! Io ti amo da sempre! Se non fosse stata per quella sciocca di mia sorella che ti era destinata, sarei diventata io la lady Malfoy... Ma ora che è morta mi ha fatto un favore: nessuno potrà separarci! O hai detto così perché ti sei infatuato di quella sporca mezzosangue!"
Draco, nel sentire chiamare da Daphne Hermione mezzosangue, gli ribolli il sangue nelle vene, e prima che potesse fare qualcosa di compromettente si smaterializzò al Manor. Si tolse il mantello con rabbia e lo gettò sul divano, e con un urlo chiamò Hermione, ma non ebbe nessuna risposta. Sempre  più infuriato salì le scale che portavano alle camere, aprì la porta della stanza di Hermione, trovandola addormentata sul letto.
Si avvicinò a lei e la scrollò per le spalle. Non poteva fargli quell'effetto: lei era una mezzosangue e lui aveva avuto nel suo letto fior fiore di bellissime purosangue, ma non capiva perché ora era attratto da lei. Forse perché voleva umiliarla, sottomettendola a lui e al suo volere. Doveva averla subito, all'istante! Si comportò da viziato stronzo quale era quando vide che lei non si svegliava.
"BENE GRANGER LO HAI VOLUTO Tu!"
Si fiondò con una voracità inaudita sulle labbra della riccia, mordendole e leccandole. Hermione a quel contatto si svegliò, ma essendo ancora intontita dal sonno, involontariamente dischiuse le labbra.

 Hermione a quel contatto si svegliò, ma essendo ancora intontita dal sonno, involontariamente dischiuse le labbra

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