Changes

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SCARS

Capitolo 1

Changes.

"Allora Harry, questa è la tua stanza, spero che ti piaccia, ovviamente l'arredamento è provvisorio, sei libero di personalizzarla come meglio credi".

Carol mi mostra gentilmente la stanza mentre a grandi falcate la attraversa, per raggiungere l'ampia finestra, che è posta proprio sulla parete opposta alla porta d'ingresso, spalancandola in modo tale da permettere alla luce naturale e all'aria fresca proveniente dalla spiaggia di invadere le pareti celestine.

La stanza nel complesso è davvero carina, certo alquanto impersonale ma, Carol mi ha spiegato che prima di diventarne io il proprietario, questa era la loro stanza degli ospiti. Proprietario. Suona dannatamente male dentro la mia testa, non sono mai stato proprietario di nulla, nemmeno della mia vita, e a desso ho una stanza tutta mia in una casa a ridosso della spiaggia, che salto di qualità Styles.

"Ok" mi limito a rispondere mentre me ne sto impalato vicino alla porta ancora indeciso se entrare o meno, la mia valigia malandata è già ai piedi di quello che diventerà presto il mio letto, con dentro tutto quello che in diciassette anni di vita è stato il mio mondo.

"Harry, so che all'inizio sarà difficile, non mi aspetto che le cose funzionino fin da subito come per magia, ma sappi che qui ci impegneremo tutti affinché tu ti senta a casa" La voce di Carol è rassicurante e dolce, è così che ho sempre immaginato parlasse una madre. Forse per questo quando ha deciso di portarmi a vivere con lei e la sua famiglia non mi sono opposto.

Mi limito semplicemente ad annuire in accordo e a lei sembra bastare, quando mi si avvicina e mi abbraccia dolcemente senza forzarmi a ricambiare, credo che ormai sia abituata ai miei silenzi, a volte credo che riesca addirittura a leggerli.

"Io adesso scendo di sotto a preparare qualcosa per la cena se hai bisogno non esitare a chiamarmi" m'istruisce guardandomi fisso negli occhi mentre mi tiene per entrambe le spalle.

"Sentiti libero di ispezionare un po' in giro, prendi pure dimestichezza con le stanze, questa adesso è anche casa tua tesoro" accompagna il tutto con un bacio sulla mia guancia e in fondo non posso fare a meno che sentire il calore di quel bacio diffondersi per tutto il mio corpo come se fosse miele bollente dentro una tazza di latte quando hai mal di gola, dannatamente piacevole.

Le faccio un cenno con il capo, infilandomi le mani all'interno della tasche dei miei jeans consunti, e lei si chiude la porta alle spalle dopo avermi sorriso un ultima volta. Sono solo.

La stanza è davvero bella e spaziosa, decisamente niente a che vedere con la piccola roulotte in cui vivevo fino a pochi giorni fa, il vecchio divanetto che era posizionato nell'angolino sotto la piccola finestra, quello era la mia camera. C'era anche un piccolo lettino estraibile dal muro nello stretto corridoio, ma preferivo di gran lunga passare le notti su quel divano vecchio e logoro. La luce fioca della luna che entrava dalla finestrella posizionata sopra, mi dava la possibilità di leggere anche di notte, visto che la luce ci veniva staccata un giorno sì e l'altro pure, avevo imparato ad arrangiarmi.

Mentre mi siedo sul bordo del letto per apprestarmi ad aprire la valigia, il mio corpo viene pervaso da un brivido di piacere, quanto tempo era che non dormivo su un letto vero? Mi lascio andare sul materasso a due piazze ricoperto da un leggero copriletto blu cobalto e allargo le braccia. Nel momento in cui chiudo gli occhi per bearmi totalmente di questa sensazione di pace che si sta diffondendo in tutto il mio corpo, due lacrime gemelle abbandonano i miei occhi silenziose. Decido di lasciarle asciugare dalla brezza marina che entra dalla finestra. Sono solo l'ennesimo segno lasciato sulla pelle dalla mia precedente vita.

SCARSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora