Home

1.3K 106 71
                                    

Capitolo 18

Home.

Da quando sto a casa di Nick, mi ritrovo per la maggior parte del tempo da solo. Sembra passata una vita da quando le mie giornate erano caratterizzate dal rumore dello scrosciare dell’acqua nella doccia la mattina presto, il tintinnio delle ciotole che vengono usate per fare colazione e il rumore della macchina di Carol e Jhon che lascia il vialetto di casa per raggiungere l’ufficio, mentre quella di Liam si parcheggia appena sotto la mia finestra per prelevare Louis e la sua tavola.

Ormai mi sono del tutto reso conto, che nonostante Nick tenti di non darmelo a vedere, il suo essersi immischiato all’interno del giro di droga di Sephir sia più profondo che mai. Se all’inizio aveva accettato di tagliare le partite di droga e poi lasciar fare il lavoro di vendita a qualcun altro, adesso si ritrova a passare intere giornate fuori casa, nascosto agli angoli bui della città per vendere un po’ di quella polvere ai mal capitati figli di papà delle zone ricche di Sephir.

So che il motivo per cui tenta di tenermi allo scuro, non è solo quello di proteggermi da eventuali contrasti con la legge, ma soprattutto, lo fa per non farmi ripiombare all’interno di quel circolo di cui ho fatto parte per gran parte della mia vita, quello dove tutti intorno a me spacciavano o si facevano. Lo ringrazio per questo, e anche se non condivido la sua decisione di essere entrato a far parte di questo giro, purtroppo lo capisco. La vita in questa parte della città è difficile, e si farebbe di tutto pur di riuscire a comprarsi il pane tutti i giorni. Chi vive in questa zona non può vantare un titolo di studi superiore alla terza media e se non vuoi morire di fame, l’unico lavoro a cui puoi ambire è la prostituzione o lo spaccio, o entrambi.

Mi era mancato il sapore di salsedine sulla punta della lingua e il caldo della sabbia tra le dita dei piedi.

Dopo aver lasciato un biglietto a Nick in cui gli spiegavo che avevo deciso di fare un giro, mi sono subito recato alla spiaggia. Ostino a ripetermi che l’ho fatto solo perché mi mancava il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga, o il calore del sole che mi colora la pelle, ma in realtà so perfettamente che il solo motivo per cui sono corso qui, è Louis.

Quando sono arrivato, la spiaggia era già gremita di bagnanti, tutti sistemati sui loro teli colorati e sotto gli ombrelloni, per ripararsi dai raggi del sole di metà estate. Diamine com’è passato velocemente il tempo, quante cose sono cambiate da un paio di mesi a questa parte?

Mi sono sistemato su una piccola duna, appena nascosto dai giunchi verdi che oscillavano leggeri mossi dalla leggera brezza marina. Poco più avanti, ho notato subito la piccola zona di spiaggia che l’allenatore di Louis ha fatto riservare per i suoi allenamenti, ovviamente grazie all’aiuto di Eleanor, pare che quella ragazza abbia un vero e proprio ascendente sulle persone di questa cittadina.

Lui era lì. Bello come non mai, baciato dai raggi del sole di mezzogiorno e fasciato alla perfezione dal tessuto traspirante della sua muta nera. I segni sul suo viso appena visibili, i capelli ancora bagnati e pieni di sale. I suoi occhi, però, non erano luminosi come loro solito.

Sono rimasto in silenzio a osservarlo mentre faceva esercizi per riprendere il tono muscolare e non rischiare un crampo in acqua a causa delle contusioni riportate dall’aggressione, di cui ancora oggi non so nulla. Non mi sono nemmeno preoccupato di osservare se insieme a lui ad allenarsi ci fosse anche Liam. C’era solo lui, Louis e nessun altro.

“Harry, sono felice che tu sia qui”

Al solo sentire il mio nome, sento il mio intero corpo irrigidirsi, non volevo che si accorgessero di me, non volevo che sapessero che sono venuto qui a spiarli come un ratto uscito dalla mia fogna solo per dare una sbirciatina a quello che mi sono lasciato scappare, alla vita a cui ho deciso di dire addio.

SCARSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora