Brothers

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Capitolo 2

Brothers.

“Harry, tesoro sicuro di non volerne un altro piatto? Non fare complimenti, ti prego”

Le lasagne che ha preparato Carol sono davvero favolose, niente a che vedere con i fagioli in scatola o le patatine al formaggio che solitamente erano la mia cena, quando riuscivo a raccattare qualche spicciolo per comprarla.

“Ok” mi limito a rispondere mentre le avvicino il piatto per la seconda volta, permettendole così di versarci dentro un’altra porzione di questa pietanza tanto buona. Il mio stomaco sta letteralmente facendo i salti di gioia.

Mi sento ancora in imbarazzo seduto qui a tavola insieme alla sua famiglia, ma nonostante questo la fame ha il sopravvento, quindi non mi curo più di tanto delle occhiate divertite e affezionate che mi lancia Jhon mentre inizio a divorare l’ennesimo piatto di cibo.

“Tu si che apprezzi la mia cucina Harry, Louis, invece sembra una di quelle cheerleader anoressiche che mangia solo gambi di sedano per paura di metter su peso” mi elogia Carol mentre tenta in vano di servire un’altra porzione di lasagne a suo figlio che nega con un cenno della mano.

“Grazie tante mamma, è questa l’immagine che gli hai dato di me ?” si appresta a rispondere in tono esasperato Louis, senza sollevare la testa dallo schermo del suo telefono, dal quale non si è staccato nemmeno un istante da quando ci siamo accomodati a tavola. Non che sia un ragazzo a modo, nessuno si è mai premurato di insegnarmi le buone maniere, ma il fatto che conceda così poca attenzione alla cena che Carol si è preoccupata di prepararci m’infastidisce.

“Di la verità mi ha fatto passare come un figlio ingrato non è così?” mi domanda puntando i suoi occhi dentro i miei, che solo allora scopro essere azzurri, come quelli di Carol.

“Non c’è n’è stato bisogno” affermo risoluto senza interrompere il contatto visivo “Sei abbastanza bravo a esplicare la tua ingratitudine da solo a quanto noto, non hai fatto altro che scrivere messaggi al cellulare per tutto il tempo da quando ci siamo seduti, senza degnare nessuno della tua attenzione”

Il viso del ragazzo seduto di fianco a me cambia repentinamente colore, passando da un dorato caldo, dato dall’abbronzatura, a un rosso porpora dettato dall’imbarazzo. Forse ho esagerato nel rispondere in questo modo ma non sopporto davvero il modo in cui ha snobbato Carol. Lei si è solo preoccupata del fatto che non mangiasse abbastanza, io non ho mai avuto nessuno che si preoccupasse in questo modo per me, tanto meno mia madre, e il fatto che Louis non si accorga di che fortuna abbia nell’avere una madre così premurosa mi urta terribilmente.

“Ok” si limita a rispondere, con mia grande sorpresa, e dei suoi genitori, posando il telefonino di fianco al piatto e versandosi da solo una nuova porzione di cibo.

Quando mi ritiro in camera mia sono quasi le dieci di sera, e la stanchezza di questa lunga giornata inizia a farsi sentire. Louis non ha più aperto bocca dopo la mia constatazione e non so davvero come prenderla, non che m’interessi più di tanto l’aver, forse, ferito i suoi sentimenti con quella frecciatina, ma lui è pur sempre il figlio di Carol e non mi va davvero di farmelo nemico.

Mentre sto sdraiato sul letto ancora intatto a osservare le ombre che si formano sul soffitto, qualcuno bussa alla porta.

“Avanti” rispondo tirandomi a sedere sul letto incrociando le gambe tra di loro.

“Ehm, ti ho portato questo, è un mio vecchio pigiama, mamma ha detto che non era sicura tu ne avessi uno così.. insomma, puoi usarlo, se vuoi, domani andremo a comparti dei vestiti nuovi in ogni caso..beh ecco”  sputa fuori il tutto in maniera nervosa, allungando il pigiama verso di me, e devo dire che mi fa quasi tenerezza. Da quel che mi ha raccontato Carol, Louis ha circa un anno in più di me, ma è talmente minuto che il maggiore tra i due sembro io. Gli vinco almeno una decina di centimetri buoni, ma nonostante l’altezza contenuta è ben piazzato, ha i muscoli ben accentuati sulle gambe, che sono coperte da dei semplici pantaloncini di tuta, e sulle braccia, anch’esse lasciate libere dalla canotta nera con la sigla di uno sponsor di surf stampata sopra. Afferro il pigiama dalle sua mani e se non fosse che siamo ancora al buio, dal momento che nessuno dei due si è preoccupato di accendere la luce nella stanza, sarei quasi del tutto certo che sia arrossito.

SCARSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora